Truffa e peculato: arrestata Luisa Zappini L'ex dirigente è da ieri mattina ai domiciliari

di Flavia Pedrini

Mancavano pochi minuti alle 7 di ieri mattina quando gli agenti della squadra mobile hanno suonato alla porta di casa di Trento in cui vive Luisa Zappini, ex dirigente della Centrale unica per l’emergenza, rimossa a gennaio dall’incarico, dopo l’apertura di una indagine per il presunto utilizzo irregolare dei permessi di assistenza previsti dalla legge 104.

In mano i poliziotti avevano l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Claudia Miori e chiesta dal pubblico ministero Marco Gallina. Da ieri la funzionaria si trova agli arresti domiciliari: deve rispondere di truffa e peculato. Sono una quarantina gli episodi riportati nell’ordinanza.

Ci sono numerosi casi che riguardano il presunto uso improprio dei permessi di cura, ma a Luisa Zappini viene anche contestato di essere risultata in servizio quando invece era altrove e di avere usato l’auto di servizio al di fuori dell’orario di lavoro.
A due mesi dalla segnalazione fatta dal consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle, Filippo Degasperi, che aveva presentato un’interrogazione, denunciando che Zappini sarebbe stata alle Maldive nei giorni in cui invece risultava in permesso per assistere un familiare, arriva una svolta clamorosa nell’indagine.

Ai tre episodi finiti inizialmente sotto la lente della magistratura, dunque, se ne sono aggiunti molti altri. E per la giudice Miori sussistono anche il rischio di una reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. Da qui la misura cautelare e l’arresto, arrivato per l’ex dirigente come un fulmine a cielo sereno. Ma Zappini, difesa dall’avvocato Nicola Stolfi, benché «sconvolta», respinge le accuse e ribadisce che possono esserci stati errori o sviste, ma non certo la volontà di truffare l’azienda.

NEL MIRINO DEL CONSIGLIERE DEL M5STELLE

Il «caso» dei permessi scoppia a fine gennaio, quando il consigliere provinciale del Movimento 5Stelle, Filippo Degasperi, presenta una interrogazione, corredata di una documentazione. In tre occasioni - denunciava Degasperi - la funzionaria sarebbe stata assente dal lavoro in base ai permessi di cura, ma anziché assistere il familiare sarebbe stata in vacanza all’estero, alle Maldive, e nell’ultimo caso impegnata al seggio del collegio Ipasvi per le elezioni in cui era candidata alla presidenza.
 Degasperi aveva allegato anche la tabella che riepilogava le ore di servizio, tre distinte email che Zappini aveva scritto e un biglietto aereo. Documenti poi acquisiti dalla procura, che sulla vicenda ha aperto un’inchiesta per truffa.

I 27 «PERMESSI» IRREGOLARI

Il quadro emerso dalle indagini affidate alla polizia andrebbe però ben oltre i tre episodi denunciati da Degasperi: si va da casi risalenti al 2013 ad altri di gennaio 2018. Sono 27, in particolare, gli episodi indicati nell’ordinanza in cui - sempre per l’accusa - la funzionaria avrebbe usato i giorni della 104 per fare altre attività, anziché per prendersi cura del famigliare. Ma secondo l’accusa l’ex dirigente della Cue sarebbe anche risultata in servizio quando invece si sarebbe trovata fuori dalla sede, per ragioni non legate però al suo incarico. Una ricostruzione fatta sulla base di email, ma anche tracciando l’attività delle celle telefoniche o del Telepass usato in autostrada. Da qui l’accusa di truffa che, in totale ammonterebbe a circa 10mila euro. L’episodio più «salato» sarebbe quello della presunta vacanza alle Maldive, per un totale di 1.500 euro, mentre la maggior parte oscillano tra i 300 e i 600 euro.

I VIAGGI CON L’AUTO DI SERVIZIO

Luisa Zappini deve rispondere anche del reato di peculato. Un’accusa che, invece, si riferisce al presunto utilizzo indebito dell’automobile di servizio. Secondo gli inquirenti la funzionaria sarebbe stata alla guida del veicolo per trasferte avvenute fuori dall’orario di lavoro. Nell’elenco risultano, tra gli altri, viaggi a Rabbi, Verona, Brescia e Riva del Garda. Proprio quest’ultimo era stato oggetto di un’altra interrogazione del consigliere Degasperi, il quale aveva ipotizzato che la Fiat Bravo in dotazione alla Cue, fosse stata usata per raggiungere Riva in occasione di un incarico di docenza in ambito sanitario presso l’Istituto Barelli.

LE ESIGENZE CAUTELARI

Secondo la giudice Miori, che ha accolto la richiesta di custodia cautelare domiciliare chiesta dal pm Gallina, sussiste il rischio di una recidiva. Nell’ordinanza il magistrato evidenzia in particolare che misure meno afflittive non sarebbero state idonee, stante la reiterazione delle condotte ed anche la «particolare intensità» delle stesse. Sul punto, però, la difesa darà battaglia. Ma il gip, a sostegno delle esigenze cautelari, indica anche un possibile inquinamento delle prove. In particolare cita un episodio successo dopo la pubblicazione sulla stampa della notizia riguardante l’indagine a suo carico. Zappini avrebbe infatti convocato due dipendenti, facendo presente che per errore il 27 novembre 2017, giorno in cui aveva presieduto il collegio Ipavsi per le elezioni, risultava in permesso di cura (quando il giorno corretto era il 24 novembre) e spiegando che quel giorno aveva invece usufruito di ferie arretrate. Da qui la richiesta all’impiegata di compilare l’apposito modulo che si utilizza per rettificare eventuali errori di contabilizzazione a mese chiuso.

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