Belluno: passeremo al Trentino

La Giunta provinciale di Belluno, nel corso della seduta di questa mattina, ha deciso di ricorrere contro la sentenza della Corte di Cassazione che aveva bocciato l'iniziativa referendaria per il passaggio del territorio della provincia di Belluno dal Veneto al Trentino-Alto Adige

bellunoBELLUNO - La Giunta provinciale di Belluno, nel corso della seduta di questa mattina, ha deciso di ricorrere contro la sentenza della Corte di Cassazione che aveva bocciato l'iniziativa referendaria per il passaggio del territorio della provincia di Belluno dal Veneto al Trentino-Alto Adige.
 
"Non faremo altro che dare seguito alla volontà espressa dalla nostra comunità - ha commentato il presidente della Provincia di Belluno, Gianpaolo Bottacin - . L'articolo 132 della nostra Carta costituzionale sancisce il diritto del popolo bellunese a questo referendum". "La nostra istanza prevedeva due fasi: la prima con la consultazione popolare, la seconda (nel caso di esito positivo del referendum) con il passaggio della legge in Parlamento - ha aggiunto -. La sentenza della Corte di Cassazione, lo scorso aprile, ha dato una risposta unica alle due richieste, bocciando la domanda. Ora ci appelleremo al Capo dello Stato, che è già a conoscenza della situazione economica in cui versa la nostra realtà, visto che io stesso lo ho informato con una missiva a cui lo stesso presidente Napolitano ha già dato riscontro".
 
La decisione di Palazzo Piloni è stata favorevolmente accolta dal Comitato per il Referendum, presente oggi in sede: "Ringraziamo la Provincia per la decisione presa, una scelta che rimarca la nostra volontà - ha commentato il portavoce del gruppo, Moreno Broccon - . Qui è in gioco il futuro del territorio e in un prossimo quadro istituzionale, che vedrà una rivoluzione nell'assetto delle autonomie locali, intendiamo dimostrarci pronti a far valere le nostre ragioni. Continueremo la nostra battaglia, di certo non è una sentenza a fermarci: in fondo, non chiediamo altro che l'uguaglianza di tutti i cittadini italiani dinanzi allo Stato, un diritto che deve essere garantito".

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