Covid e crisi del commercio, appello di Fabia Roman (esercenti trentini): anche il nuovo dpcm ci penalizza, ma i bar sono luoghi sicuri

Nuovo allarma da parte di Fabia Roman, presidente dell’Associazione dei pubblici esercizi del Trentino: la crisi covid con le chiusure e le riduzioni di orario colpisce pesantemente.

Il suo è lo sfogo di un’intera categoria che, anche a livello nazionale, non riesce a spiegarsi le scelte del governo contenute nell’ultimo dpcm firmato dal presidente Mario Draghi.

«Anche se è praticamente certificato che i bar non sono i luoghi del contagio - afferma Roman - il governo continua a considerarli focolai. Serve più attenzione per la nostra categoria: tante aziende sono in grave difficoltà.

Siamo chiusi da più di due settimane eppure i contagi continuano a correre, così come in altre regioni d’Italia: è chiaro che non sono i bar i luoghi del contagio.
 
Ciononostante il governo continua a ritenerci responsabili, salvo consentire ad altri di vendere bevande anche oltre le 18. Francamente lo riteniamo ingiusto e estremamente penalizzante. Impedendo l’asporto ai bar dopo le 18 sicuramente non si risolve il problema dei contagi, anzi si sposta la “socialità” da un contesto sicuro e protetto ad uno - le abitazioni private - non controllabile.
 
Chiediamo di poter lavorare. Abbiamo sempre affrontato con estrema serietà e senso del dovere. Abbiamo sopportato chiusure, modifiche ai nostri locali, dotazioni aggiuntive di gel disinfettanti e altri prodotti per la sanificazione, afflussi ridotti… Oggi però sta crescendo, giorno dopo giorno, il numero delle imprese che non riescono più a gestire questa situazione: l’intera categoria rischia il tracollo.
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