Giulia, la danzatrice diplomata in «meccatronica» in una scuola di maschi

di Luisa Pizzini

La commissione d’esame del corso di alta formazione in meccatronica organizzato dall’Istituto tecnico tecnologico “Marconi” nei giorni scorsi ha stretto la mano per la prima volta ad una diplomata: Giulia Mattuzzi è la prima giovane donna che consegue questo titolo, fino ad ora ad appannaggio solamente maschile.
Ha 23 anni, vive a Rovereto e pur essendosi diplomata soltanto pochi giorni fa già lavora nel campo della meccatronica. «Non ho mai smesso in realtà, perché ho iniziato a lavorare per Hytertec durante il corso e sto continuando a farlo: mi occupo di disegno meccanico, attraverso questa azienda elaboro soluzioni ingegnerizzate per Dana», racconta.

Giulia, quando ha scelto di intraprendere questa strada?
«Fin da piccola avevo già scelto meccanica, è sempre stata nelle mie corde. Mio nonno aveva il tornio sotto casa e tutti i suoi strumenti e io passavo molti pomeriggi con lui mentre i miei erano al lavoro. Mio papà tra l’altro era camionista. Ho un fratello e anche lui come fa sa fare un po’ di tutto: lui stira e io aggiusto la macchina, per noi è normale».

Quindi anche la scelta dell’indirizzo di meccatronica all’Itt Marconi e di proseguire in questo campo con il corso di alta formazione le è venuta naturale...
«Sì, fin da subito. Conseguito il diploma al Marconi ho fatto la barista per un anno, in attesa di ricominciato a studiare con l’alta formazione».

Sola tra gli studenti maschi?
«In prima superiore avevo una compagna, poi sono sempre stata sola in mezzo ai ragazzi. A volte era naturale, a volte bisognava non farsi mettere i piedi in testa. Ma questo valeva anche con i professori, che con me erano più duri: vedevano una ragazza, biondina e pensavano che questo percorso non facesse per me. Avevo difficoltà all’inizio anche perché non era facile stare dietro a tuttit i docenti che pretendevano un livello alto. Mi hanno chiesto più di una volta di cambiar scuola, il terzo anno in modo particolare».

E i compagni, non erano dei cavalieri con l’unica ragazza della classe?
«Dipendeva dalle situazioni. Ogni volta che prendevo un bel voto pensavano fosse perché sono donna, invece facevo il doppio della fatica. Altre volte andava meglio. Posso dire di aver fatto una lunga gavetta ed è stata una scuola di vita. E io non mi sono mai arresa».

A casa la famiglia l’ha sempre sostenuta in questa sua scelta controcorrente?
«All’inizio, quando l’ho scelto la scuola superiore, non erano convinti. Poi quando hanno visto che ero felice di studiare meccanica e di andare a lavorare durante lo stage ci hanno ripensato. Del resto, non c’era alternativa: sono sempre stata una testa dura io».

E lei ha confermato la scelta fatta iscrivendosi anche al corso dell’alta formazione in meccatronica. Come sono stati i due anni post diploma?
«Devo dire che è stata una fase più serena: lo studio era più mirato ed i professori volevano aiutarci, che non volevano che abbandonassimo il percorso. Tra l’altro essendo un corso finanziato dalla Provincia per accedere è previsto un test psicologico per capire se sei davvero convinto ad arrivare fino in fondo. Ed io l’ho superato. È un modo di studiare diverso: hai meno ore a disposizione per sapere la materia al meglio e quindi devi imparare a saper studiare insiemee e rimanere a scuola dopo le leizoni. L’ho fatto spesso».

E in questo contesto ha anche trovato lavoro.
«Ora lavoro per Hytertec, azienda di consulenza per altre aziende. Nel mio caso lavoro per Dana: seguo i progetti di disegno meccanico, cerco soluzioni ingegnerizzate. Penso che il mio futuro sarà lì, perché si sono subito interessati a me dal primo praticantato e quindi spero di poter continuare a lavorare».

Una dura gavetta ma uno sbocco sicuro nel mondo del lavoro: consiglierebbe la sua strada ad una ragazza che deve scegliere ora quale indirizzo prendere?
«Sì, la consiglierei. È difficile per tutti, non solo per se sei femmina, ma se una cosa ti piace è giusto inseguirla. Ormai l’interconnesione uomo donna è più naturale, io stessa in questi ultimi anni ho vissuto un grande cambiamento in questo. Anche nel mondo della meccanica».

Una ragazza che sa tutto dei motori: quando esce con gli amici, quindi, parla solo con i ragazzi di questi argomenti?
«Per la verità io faccio anche danza. Quindi con gli amici parlo di motori e con le amiche parlo di danza. E poi litigo con il meccanico se devo portargli la macchiana ad aggiustare, perchè cercano sempre di fregarti in qualche modo. Ma non con me».

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