In Trentino, tagliati 500 bancari e 100 sportelli: -20% in 5 anni

di Francesco Terreri

A fine 2017 le banche con sede in Trentino sono diminuite da 38 a 27, a seguito delle fusioni tra Casse rurali, ormai unica categoria di istituti di credito ad avere la sede sul territorio.

Gli sportelli, secondo i dati della Banca d’Italia, sono 437, in calo di 25 unità sul 2016 e di ben 108 unità in cinque anni, con una contrazione del 19,8%. I dipendenti scendono per la prima volta sotto quota tremila: alla fine dell’anno scorso sono 2.943, cioè 140 in meno del 2016 e 467 in meno rispetto al 2012, con una riduzione del 13,7%.

Nelle Rurali, le uscite accompagnate dal Fondo occupazione gestito dall’Ente bilaterale Ebicre sono state 176. Quest’anno ne sono previste altre 40. Ma in tutti questi casi non si sono visti licenziamenti: i bancari lasciano il posto di lavoro incentivati e indirizzati alla pensione.

Non che sia un processo semplice: ci vogliono confronti e trattative con le banche, sia nazionali che locali. Ma nel settore si esce prepensionati, non disoccupati. Tuttavia il sindacato resta in allerta. «Negli ultimi anni nel sistema bancario, assicurativo ed esattoriale sono stati sottoscritti contratti di lavoro indirizzati alla salvaguardia del posto, prima ancora che a migliorarne le condizioni - afferma Salvatore Farace , segretario della Uilca del Trentino che sabato terrà il suo sesto congresso territoriale - Oggi però dobbiamo iniziare a pensare in maniera diversa. Serve un ricambio generazionale, anche attraverso fondi e forme di sostegno che permettano l’inserimento di nuove figure da affiancare per un breve periodo, al fine di fare da volano per contrastare la disoccupazione giovanile».

Il Fondo occupazione delle Casse rurali gestito da Ebicre ha permesso in effetti non solo il prepensionamento di 176 bancari ma anche l’assunzione a tempo indeterminato di 39 giovani, proprio in ottica di ricambio generazionale. «Il Fondo di solidarietà a livello nazionale e il Focc trentino hanno permesso in questi anni di ristrutturare il sistema bancario senza veri e propri licenziamenti - sottolinea Domenico Mazzucchi della Fabi, vicepresidente di Ebicre - Certo, ci sono stati accordi di solidarietà con qualche sacrificio, ma nessuno è rimasto disoccupato».

Il Focc trentino accompagna in particolare le fusioni tra Casse rurali, già diminuite l’anno scorso da 36 a 25, con gli sportelli in calo da 290 a 277. Quest’anno dovrebbero andare in porto almeno altri quattro processi di aggregazione. Ieri è stato raggiunto l’accordo sindacale per la riduzione del personale della Rurale Don Guetti, che si fonderà con Alto Garda. Anche in questo caso e nelle 40 uscite previste nel 2018 si tratta di prepensionamenti. Insieme a questi, Ebicre gestisce con Agenzia del Lavoro corsi di riqualificazione.

Nel vicino Alto Adige, però, le banche a fine 2017 sono 51 rispetto alle 55 di un anno prima, gli sportelli 352 rispetto a 364, i dipendenti 3.448 rispetto a 3.493. Il calo è decisamente più contenuto di quello trentino, perché sono molte di più le banche territoriali. «Il Trentino vede sempre meno la presenza di banche di territorio - dice ancora Farace della Uilca - trasformate in sportelli agili e flessibili che non tengono conto della configurazione orografica della regione».

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