Autostrada Valdastico: trivelle già in azione Pirubi sbloccata. Trento: nessun progetto

di Domenico Sartori

Valdastico Nord, qualcosa si muove. Soprattutto oltre confine, tra Piovene Rocchette e Lastebasse, dove sono entrate in funzione le trivelle e dove è ripartita la mobilitazione contro la grande opera.

Dalla sede dell’Autostrada Brescia-Padova spa, dall’8 settembre sotto il controllo del gruppo catalano Abertis, nulla trapela. Nei giorni scorsi, il sito Strade e Autostrade indicava che la progettazione del 1° lotto, quello veneto, è alla stretta finale e che il valore dell’intervento, rispetto alla delibera del Cipe del 2013, sarebbe sceso da 890 a 860 milioni.

Stando alle anticipazioni del Giornale di Vicenza, il progetto definitivo di questo primo lotto dovrebbe essere pronto per marzo, essere sottoposto alla Valutazione di impatto ambientale, quindi passare al Cipe.

Dopodiché, obiettivo entro il 2017, la pubblicazione del bando dei lavori, da completare, per il tratto di 24 km tra Piovene Rocchette e Lastebasse, entro il 2021.

Per il tratto trentino, invece, tutto fermo. «L’unica richiesta dal Mit (il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ndr), fatta dal dirigente Coletta» dice l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi «è stata quella di indicare un nostro referente tecnico, prima di Natale. E noi abbiamo indicato l’ingegner Raffaele De Col . Ma sia chiaro: noi non stiamo lavorando al progetto. Il referente tecnico serve se il Ministero chiederà informazioni, mappe, planimetrie».

Secondo «Strade e Autostrade», il lotto trentino - che, com’è noto, non sarà un’autostrada ma potrebbe essere un collegamento (superstrada) di raccordo anche con la statale 47 della Valsugana - è ancora in alto mare: costerebbe 950 milioni, meno delle previsioni originarie, e prevede barriere di esazione per chi arriva dal Veneto o dalla A22, mentre gli ingressi e le uscite intermedie sarebbero libere.

Spiega l’ingegner De Col, dirigente del Dipartimento infrastrutture della Provincia di Trento: «È il Ministero che deve presentarci un progetto, una o più proposte da sottoporre alla consultazione pubblica».

La pre-intesa tra Ministero, Regione Veneto e Provincia di Trento, che ha «sbloccato» la «vecchia» Pirubi, è stata firmata lo scorso febbraio. E per l’Autostrada Brescia-Padova i tempi sono stretti. Anche perché è in ballo la proroga della concessione fino al 2016, che è la cosa che più preme ad Abertis (il termine dato dalla Commissione Ue per approvare il progetto sarebbe già scaduto nel giugno 2015).

A curare la progettazione è il Consorzio Raetia, formato da Technital spa, 3p Italia, Hydrostudio Consulting, Sis srl, Girpa spa e Rocksoil spa, che nel 2010 vinse la gara indetta dalla società autostradale. Nel 2013, il Cipe diede il primo via libera al lotto veneto, essendo il prolungamento verso nord bloccato dal niet trentino, con una novantina di prescrizioni.

Per le eventuali modifiche al progetto è prevista a breve una consultazione (che il vertice di Abertis, all’insediamento, ha indicato come «filosofia» aziendale) con le comunità locali.

«Noi, ancora, non abbiamo avuto contatti con il Ministero e tanto meno con Abertis» dice De Col, che conferma: «Lo schema non prevede il pedaggio per la mobilità interna tra Mattarello e l’Alta Valsugana: di fatto sarebbe una circonvallazione».

Quanto all’impatto del nuovo collegamento, che non sarebbe diretto con A22, De Col dice che è già stato stimato. «Sarebbe minimo: circa 4 mila mezzi sottratti alla Valsugana e circa 10 mila sottratti all’A22». Autobrennero può dunque definire il suo piano traffico e piano economico finanziario a fini del rinnovo della concessione.

Intanto, il Comitato Salviamo la Valdastico si mobilita. «La Brescia-Padova ha avviato i carotaggi a Casotto, Settecà e Cogollo del Cengio» spiega la portavoce, Giuliana Marchi . Della Valdastico Nord, della Pedemontana e di altre grandi opere si parlerà stasera a Vicenza, dove per 15 giorni è stato riaperto il presidio NoDalMolin, in un convegno dal titolo «I Leoni del Nordest. Appuntamento alle 20.30 al tendone di Ponte Marchese. Intervengono Renzo Mazzaro , autore de «I padroni del Veneto» e Mattia Donadel del Comitato Opzione Zero.

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