Rurali, gruppo nazionale da 20 miliardi La holding controllerà Cassa Centrale

di Francesco Terreri

Con il protocollo d'intesa già approvato dal credito cooperativo trentino e da Federcasse nasce il terzo gruppo bancario italiano con 20 miliardi di euro di patrimonio. Già, perché la dotazione patrimoniale che farà da garanzia sulle attività di quasi tutte le Bcc e le Casse rurali italiane - sono pochissime quelle che si preparano alla cosiddetta way-out, cioè alla trasformazione in spa per restare autonome - non sarà costituita solo dal miliardo e più di patrimonio della holding capogruppo, ma anche dai fondi propri delle singole Casse, che saranno consolidati nel gruppo.

Questa clausola, sollecitata da Banca d'Italia e Bce, getta una luce diversa sui processi di fusione tra Bcc e sull'urgenza, richiamata l'altro ieri all'assemblea delle Casse dal vicepresidente della Federazione Elio Pisoni , delle aggregazioni tra Rurali trentine. La singola Cassa, infatti, dovrà avere un patrimonio sufficientemente robusto non solo in rapporto alle proprie attività, ma anche alla funzione di garanzia in campo nazionale.

Al via libera all'accordo, che dovrebbe essere chiuso entro il 15 giugno, data ultima per la way-out, manca solo la firma di Iccrea Holding. Che a sorpresa sta sollevando obiezioni all'ultimo momento. «Il protocollo era stato concordato con presidente di Federcasse Alessandro Azzi e col presidente di Iccrea - precisa il numero uno di Cassa Centrale Giorgio Fracalossi - non sappiamo quali siano queste ultime osservazioni. Domani (oggi per chi legge ndr ) abbiamo il cda e decideremo cosa fare».

L'impressione è che Iccrea abbia ancora qualche riserva sul punto di equilibrio trovato con Trentino, che vede riconosciuto il valore delle sue banche e un ruolo nazionale, in particolare per il nuovo Mediocredito Trentino Alto Adige che nascerà dalla parziale fusione con Cassa Centrale.

«Dopo settembre - riepiloga Fracalossi - abbiamo portato il nostro progetto del Nord Est a livello nazionale. C'è voluto tutto il tempo da settembre a giugno per arrivare all'accordo. E ora ci saranno anche i decreti di attuazione della riforma con il contratto di coordinamento».

Il protocollo prevede che la capogruppo del nuovo gruppo bancario nasca dalla fusione tra Iccrea Holding e Iccrea Banca, processo già avviato, in modo che la nuova holding abbia la licenza bancaria. Il patrimonio netto di Iccrea Banca è pari a 510 milioni, quello di Iccrea Holding arriva a 1 miliardo 451 milioni.

Tra la nuova capogruppo e Centrale Finanziaria del Nord Est, la holding delle Rurali e delle Bcc che controlla Cassa Centrale Banca, ci sarà uno scambio azionario. Centrale Finanziaria, che ha il 68,6% delle azioni di Cassa Centrale (il 72,6% di quelle ordinarie) cederà la sua quota, tranne il 10%, alla holding nazionale, che diventerà controllante di Cassa Centrale. Gli altri azionisti della banca trentina, il colosso tedesco Dz Bank (25% delle azioni) ma anche, tra i soci privilegiati, la Provincia col 5%, dovranno prendere le loro decisioni.

I trentini, dal canto loro, apporteranno nella holding nazionale le azioni di Cassa Centrale e delle loro società di sistema. «Non sarà una valutazione al patrimonio netto - spiega Fracalossi - ma sul valore delle società. Neam, ad esempio, ha un capitale di pochi milioni ma gestisce 3 miliardi di fondi di investimento».

Neam, Nord Est Asset Management, è la società di gestione del fondo Nef. Il Trentino e il Nord Est, quindi, non peseranno nella holding per mezzo miliardo, pari al patrimonio di Cassa Centrale e delle società collegate, cioè per un quarto del totale, ma probabilmente di più.
Cassa Centrale manterrà un forte presidio industriale sul Nord Est. Il nuovo Mediocredito, che passerà sotto il controllo del credito cooperativo, potrebbe avere invece attività di riferimento nazionale.

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