No alla speculazione finanziaria sul cibo Scatena le grandi migrazioni dall'Africa

La speculazione finanziaria sul cibo e l'accaparramento della terra («land grabbing») sono i veri responsabili della fame e delle migrazioni. Lo dice la campagna «Sulla fame non si specula» promossa anche da associazioni trentine.

di Francesco Terreri

La speculazione finanziaria sul cibo e l'accaparramento della terra («land grabbing») sono i veri responsabili della fame. Lo dice la campagna «Sulla fame non si specula» promossa anche da associazioni trentine.

A Milano all'Expo, presso la cascina Triulza, si è tenuto il seminario «Cibo e finanza: dalla speculazione senza regole a una nuova architettura», promosso dal Forum per la Finanza Sostenibile e dalla Rete Italiana di Microfinanza.

A conclusione dell’incontro, che ha visto confrontarsi operatori finanziari e rappresentanti della società civile italiana ed europea, è stato approvato un documento che chiede al governo italiano d'inserire nella Carta di Milano il riferimento alla speculazione finanziaria sul cibo e di farsi promotore di scelte politiche chiare per tutelare il diritto al cibo dalla speculazione finanziaria senza regole, come richiesto dall’Unione Europea.

«Occuparsi di questi temi significa affrontare i primi anelli della catena che scatena le grandi migrazioni - afferma Fabio Pipinato di Ipsia del Trentino - Privare i contadini africani di cibo, rendendolo più caro con la speculazione, e di terra, con il land grabbing, porta ai grandi esodi. Se la politica non va al cuore dei problemi transnazionali dovrà affrontare in eterno gli ultimi anelli della catena che sono l'attraversamento del Sahara, del Mediterraneo e l'accoglienza nel sud Europa di masse di migranti» .

«La nostra attenzione si concentra in particolare sui titoli finanziari derivati legati all’andamento dei prezzi delle materie prime agricole» spiega l’economista Riccardo Moro, fra i promotori della campagna Sulla fame non si specula, sostenuta da diverse associazioni tra le quali Ipsia del Trentino, dalla Provincia Autonoma di Trento e dal Comune di Milano. «Non si tratta ovviamente di demonizzare questi strumenti, che anzi svolgono una funzione importante per la tutela dei produttori agricoli e delle aziende alimentari. L’esperienza di questi ultimi anni ha mostrato però che il settore agroalimentare può in certe fasi subire le conseguenze della presenza di attori finanziari che agiscono con il mero interesse di un ritorno economico a breve termine. Questo anche in contrasto con quanto richiederebbero le normali dinamiche della domanda e dell’offerta di un bene sensibile, con il rischio di creare bolle speculative particolarmente pericolose perché legate a materie prime su cui si fonda la sicurezza alimentare di una parte consistente delle popolazione del pianeta».

Il documento propone interventi specifici, sia durante Expo, inserendo un riferimento al problema della speculazione finanziaria nella Carta di Milano, sia in fase di recepimento della Mifid II, la direttiva europea per la regolamentazione degli strumenti finanziari derivati, approvata da Parlamento e Commissione europea nel 2014. La direttiva, che l’Italia dovrà recepire entro luglio 2016, prevede al suo interno il principio che i mercati dei prodotti finanziari derivati sulle materie prime agricole vadano regolamentati con attenzione per evitare che la leva finanziaria accentui la volatilità dei mercati.

«Le proposte contenute nel documento sono frutto del lavoro di ricerca e approfondimento del tema che abbiamo svolto in questi anni in collaborazione con altre campagne europee - aggiunge Pipinato - Ci auguriamo da Milano, dall’Expo e dal governo un segnale forte che tuteli il cibo dalla speculazione senza regole, altrimenti la Carta di Milano rischia di restare un bel documento, anche condivisibile, ma privo di impatto sulla realtà».

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