Montagna / Turismo

Piattaforma Sat per prenotare i rifugi: il Cai lancia la rete online, in Trentino pronti in vista dell’estate

La presidente Facchini: «Abbiamo adottato un sistema già in uso nel nord delle Alpi, dalla Slovenia alla Svizzera e abbiamo tenuto corsi di formazione per i gestori». L’associazione: «Il quadro è complesso, con più opportunità e in certe zone manca connessione»

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di Barbara Goio

TRENTO. Avere tutti i rifugi alpini online e prenotare con un semplice click? L'idea è piaciuta al Cai che alla fiera "Fa' la cosa giusta" che si terrà a Milano venerdì 22 marzo e sabato 23 marzo presenterà una piattaforma di prenotazione che dovrebbe essere operativa già dalla prossima estate.

La determinazione con cui era stato dato l'incarico alla società Inera era del giugno scorso, per un importo di circa 75mila euro più Iva, finanziato dal Ministero del Turismo. Ma se per il presidente nazionale Antonio Montani «si tratta di una specie di booking per i rifugi del Cai e delle altre strutture alpine», che permetterà di prenotare le varie tappe in sequenza mentre per esempio si percorrono le alte vie delle Dolomiti, e che privilegerà «le zone meno frequentate», in realtà sul territorio se ne sa ancora molto poco. Anzi nulla, soprattutto nel centro e sud d'Italia. In Trentino la situazione è diversa.

«Ci si è presi per tempo - spiega la presidente della Sat Anna Facchini - siamo partiti prima del Cai, con studi e analisi con vari gestori finché abbiamo deciso di aderire ad una piattaforma molto utilizzata nell'area a nord delle Alpi, che copre dalla Slovenia alla Svizzera e che ci ha dato garanzia di affidabilità e servizio. Abbiamo fatto i corsi di formazione con i gestori e, gradualmente, dovrebbe diventare operativa durante la prossima estate. Naturalmente, quei rifugisti che hanno già iniziato con le prenotazioni a fine estate scorsa per la stagione estiva 2024 proseguiranno con il loro sistema».

Della piattaforma Cai, Facchini non vuole dare giudizi, per ora: «Nulla ci vieta - spiega - che alla fine del periodo di contratto, e confrontando costi, qualità di servizio e facilità d'uso, ci si potrà spostare». Riprende la presidente: «Per noi era importante partire, e ci siamo confrontati anche con Trentino Marketing, che pure sta implementando una piattaforma simile».

Per Roberta Silva presidente dell'associazione gestori dei rifugi del Trentino, «l'essenziale è cercare di confrontarsi, e ascoltare le esigenze dei diversi rifugi. So che la Sat sta andando in una direzione diversa da quella del Cai, ma siamo solo all'inizio». Riprende Silva: «In Trentino ci sono 145 rifugi, di cui 35 sono della Sat, e spesso i rifugisti si sono organizzati con dei siti gestiti in proprio. Non va dimenticato che in certe zone non c'è neanche la copertura di rete affidabile, per cui alcuni gestori alla fine preferiscono restare con carta, penna e telefono, perché hanno paura che se salta la connessione poi si ritrovano nei guai».

A complicare ancora più le cose, la presenza della piattaforma di prenotazione di Trentino Marketing che in certi casi ingloba anche qualche rifugio, e la scelta di alcuni gestori di rivolgersi alle piattaforme commerciali già sul mercato. Molto interessato a questa piattaforma Cai è anche Mario Fiorentini, gestore del rifugio Città di Fiume, ai piedi del Pelmo, e presidente regionale dell'Associazione dei rifugisti del Veneto: «Per ora non sappiamo niente di questa piattaforma Cai, se non che sarà presentata a breve. Alcuni colleghi del centro Italia non sapevano neanche che era in programma».

«Un problema che però potrebbe sorgere se la cosa non viene gestita bene - ammette - è che utilizzare uno strumento che si usa per l'ospitalità di tipo generalista potrebbe portare ad una certa confusione. Mi spiego, se non si caratterizza per bene un rifugio, con le sue peculiarità come le difficoltà e le vie d'accesso, c'è il rischio che arrivino ospiti convinti di trovare un hotel, con tutte le conseguenze del caso: se per qualche motivo un cliente che ha prenotato su Booking alla sera non si presenta, non succede niente. Ma se questo capita in un rifugio, si allerta il Soccorso alpino».

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