Montagna / L'evento

Trento Film Festival, riflessioni sul rapporto con la natura in un'epoca di crisi

Oggi, 28 aprile, la cerimonia di apertura al Castello del Buonconsiglio. Interviene anche il noto giornalista Andrea  Purgatori, viviamo un momento di grande difficoltà e anche l'orso  ci aiuta a riflettere sul rapporto con la natura

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TRENTO. Si è aperta nella Sala grande del Castello del Buonconsiglio, a Trento, la settantunesima edizione del Trento film festival, che proseguirà fino a domenica 7 maggio.

"Il Trento film festival è una finestra permanente sulle montagne e sulle culture del mondo, sui problemi delle montagne e delle popolazioni che vi vivono, sui cambiamenti e anche sul futuro", ha detto il presidente del Trento film festival, Mauro Leveghi.

Poi, ha aggiunto: "Come sappiamo tutti, le montagne sono i sensori del cambiamento climatico. La montagna segnala prima, è una sentinella di questa modificazione. La montagna è sorgente, è futuro. Sono le montagne che possono garantire futuro alle città". Il filo rosso che collega alcuni dei 130 film selezionati quest'anno, ha detto il presidente del Trento film festival, è "un nuovo rapporto tra uomo e natura, una pacificazione, una coabitazione. Forse un sogno. Ecco perché noi parliamo di sogno e di sostenibilità".

Il presidente del festival ha ringraziato la scrittrice Francesca Melandri, che fa parte della giuria del festival, conosciuta per il romanzo "Eva dorme". "Quando si parla di autonomia, di statuti, di convivenza, forse quel libro meglio di qualsiasi norma, di qualsiasi statuto, insegna cosa vuol dire rispettare l'altro. La ringrazio per essere qui con noi", ha detto Mauro Leveghi.

All'apertura ha preso la parola anche il sindaco, Franco Ianeselli: "Credo che la necessità di Trento e la necessità del Festival in queste giornate sia anche quella di provare, senza enfasi e senza retorica, a sostituire un po' di paura con la parola speranza. La montagna ce l'abbiamo qui, siamo circondati dalle montagne".

Oltre alla "sostenibilità", Ianeselli ha citato "il coinvolgimento dei giovani, il non essersi limitati solo all'alpinismo, e quindi alla dimensione eroica delle persone che sfidano la morte salendo in montagna, e la socialità".

Secondo il vicepresidente della Provincia, Mario Tonina, "il festival è un'occasione ancora più preziosa per ragionare sulla montagna sostenibile e abitata".

Tonina ha anche citato il caso della Marmolada, "con il suo carico di vite spezzate". "La montagna - ha concluso - i segnali li manda per tempo. Noi dobbiamo essere attenti a questo, soprattutto attraverso un lavoro di prevenzione, di educazione e di cultura. In Trentino, mi sento di dirlo con orgoglio, stiamo lavorando per una sostenibilità duratura".

Molto atteso l'intervento del noto giornalista Andrea Purgatori (nella foto in alto), apprezzato autore anche di reportage e trasmissioni di inchiesta a La7.

"In questo momento di grande crisi, in cui da una parte il cinema delle sale fa difficoltà ad esserci - ha detto - e ad essere visto e dall'altra c'è un'omologazione seriale delle piattaforme, credo che ogni festival debba essere sostenuto e sia benedetto, perché è la sintesi di tanti creatori, autori e cineasti che propongono la loro visione su un tema".

Purgatori ha detto che c'è un'immagine che lo ha colpito particolarmente. "È l'immagine di quando, nel 1952, quando è nato questo Festival, si usciva dalla stazione e si camminava sulle macerie. Questo passaggio - ha detto - ha regalato al nostro cinema dei capolavori irripetibili, che erano stimolati dalla necessità di uscire da un momento drammatico per entrare con tutta la forza visionaria del cinema ad immaginare il futuro".

Si è persa, secondo il giornalista, la capacità di "camminare sulle macerie".

Purgatori ha citato anche la cronaca di queste settimane, che ha visto il Trentino al centro del dibattito.

"Non ho sentito pronunciare la parola orso - ha detto - la pronuncio io, così sfatiamo questo tabù. È comunque inevitabilmente parte della nostra storia, non soltanto del Trentino e di Trento. È parte della riflessione che dovremmo fare sul rapporto che abbiamo o non siamo stati capaci di avere con la natura".

Subito è arrivata la replica del presidente del Trento film festival, Mauro Leveghi, che ha detto che già quest'anno il Festival propone "due film molto interessanti, problematici, che mostrano in modo chiaro i problemi che ci sono in due comunità, una delle quali in Svizzera".

Presenti all'apertura della manifestazione dedicata al cinema e alle culture di montagna anche Assefa Abiyu Shirango, vice-ambasciatore d'Etiopia in Italia, e Antonio Montani, presidente generale del Club alpino italiano

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