Disastro / Ghiacciaio

Marmolada, il procuratore Raimondi: «Al momento non abbiamo rilevato responsabilità»

Oggi un vertice tecnico con i Carabinieri a palazzo di giustizia: aperto un fascicolo per «disastro colposo», ma senza indagati, «garantiamo, anche nel rispetto e nel ricordo delle vittime, il nostro massimo impegno – mio e del mio ufficio – per accertare tutto quello che sarà possibile accertare»

CANAZEI. Si terrà questa mattina al Tribunale di Trento una riunione tecnica per fare il punto sull’inchiesta dopo il disastro in Marmolada. Sui fatti la procura ha infatti aperto un fascicolo per «disastro colposo» a carico di ignori.

«In questo momento possiamo escludere assolutamente una prevedibilità e una negligenza o un'imprudenza» ha detto ieri il procuratore capo di Trento, Sandro Raimondi, intervistato dalla Rai. «L'imprevedibilità in questo momento è quella che la fa da protagonista - ha detto -. Per avere una responsabilità bisogna poter prevedere un evento, cosa che è molto molto difficile».

«Il fascicolo resta un mero raccoglitore di carte e di atti, anche perché non abbiamo assolutamente responsabilità; credo che l’imprevedibilità fino a questo momento la faccia da padrona. Sicuramente garantiamo, anche nel rispetto e nel ricordo delle vittime, il nostro massimo impegno – mio e del mio ufficio – per accertare tutto quello che sarà possibile accertare».

Il Procuratore capo ha ricordato anche i momenti dell’allarme: «Quando mi hanno chiamato i carabinieri di Cavalese subito dopo la tragedia - ha ricordato -, mi hanno parlato di situazione quasi apocalittica».

Oggi la riunione tecnica sarà rivolta soprattutto ai Carabinieri. Dopo l’eccellente lavoro degli uomini della Compagnia di Cavalese, che in meno di 36 ore hanno contattato autorità consolari, polizie di diversi paesi europei, familiari delle vittime e dei dispersi, oggi il Procuratore discuterà soprattutto con i Ris di Parma le modalità di campionamento ed analisi dei resti recuperati anche ieri dal ghiacciaio. In qualche caso – ha detto ieri il capo del Soccorso Alpino, Maurizio Dellantonio – si tratta di frammenti che è anche difficile ricondurre poi ad una identità». 

Lo può fare solo l’esame del Dna, ed anche questi risultati andranno nel faldone dell’inchiesta.

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