Montagna / Analisi

Nuovo bacino in Panarotta, i dubbi di "Levico 2030": fra "deus ex machina" e ricadute per il paese (ma solo Pergine o anche Levico?)

Il gruppo commenta il via libera definitivo alla nuova opera, che fra l’altro sorgerà nell’attuale parcheggio dei camper (e i camper dove li mettono?)

PROGETTO Un'opera da 2 milioni di euro 

LEVICO TERME. Il via libera definitivo alla costruzione del nuovo bacino di accumulo per l’innevamento artificiale in Panarotta fa discutere.

Bisogna dire che – da sempre – la Panarotta come stazione turistica è una terra contesa: da una parte è fortemente legata agli interessi perginesi, dall’altra è considerata «montagna dei levicensi», e infine vaste porzioni sono di altri Comuni (da una parte la Val dei Mocheni, dall’altra Novaledo. 

Tanto che il griìuppo «Levico 2030» del Comune propone una articolata riflessione, e adombra la presenza dietro la decisione di un misterioso «deus ex machina». Chiedendosi anche dove starebbe la «ricaduta» per Levico.

Scrive Levico 2030: «Deus ex machina originariamente, indica un personaggio della tragedia greca, ovvero una divinità che compare sulla scena per dare una risoluzione ad una trama ormai irrisolvibile secondo i classici principi di causa ed effetto (cit. Wikipedia).

In uno dei nostri ultimi post, avevamo ricordato l’importanza di inserire un progetto in una visione generale. Analizziamo pertanto adesso la questione del bacino in Panarotta.

Il bacino si collega al rilancio delle piste e si inserisce nel rilancio di Vetriolo.

Il rilancio di Vetriolo si dovrebbe coordinare con i paesi interessati al bacino turistico di Vetriolo.

E per ultimo, iI rilancio dovrebbe avere una sostenibilità economica ed ambientale.

Interpretando le scelte delle varie amministrazioni che si sono succedute, le piste della Panarotta sono finalizzate ad un turismo di valle, montagna dei bambini per imparare a sciare. E l’indotto per Levico dov’è?

La Panarotta degli anni ‘70 era un’altra cosa così come il contesto sociale. Alcune soluzioni come la bidonvia che partiva da Vetriolo Vecchio, la neve che veniva abbondante da sola senza doverla fabbricare, erano già green…

Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, proviamo a pensare ai cambiamenti climatici in atto, quali l’aumento delle temperature medie, l’innalzamento della quota neve e la siccità invernale prolungata. Bene, un bacino per innevare piste dislocate sotto quota 2000 mt slm, con importanti consumi energetici collegati alla neve artificiale, dove lo mettiamo su una scala della sostenibilità economica e ambientale?.

Ritornando ai ragionamenti precedenti, investire su Vetriolo 2 milioni dovrebbe avere una ricaduta sul rilancio turistico sia di Vetriolo che sui comuni limitrofi.

Siamo sicuri che il bacino sia la soluzione migliore?

L’investimento poi non contribuirà di certo a ridurre le emissioni di CO2 e probabilmente i consumi energetici collegati. Questi peseranno sui conti della società che ha in gestione le piste; se questo succederà come verrà affrontata la spesa?

Sembra poi che il bacino vada ad occupare l’attuale zona destinata a parcheggi e sosta camper: che fine faranno?

Certo la Panarotta ce l’abbiamo tutti nel cuore, per alcuni è un dogma indiscutibile, ma si sa che molte volte le scelte fatte col cuore non sono sempre le scelte migliori e possono costare care…

La nostra proposta?

Prima di partire dal progetto particolare del bacino dovremmo definire come vogliamo rilanciare la Panarotta.

Turismo sportivo ecosostenibile per tutte le stagioni: questa dovrebbe essere la visione di partenza.

Ed attorno a questa visione possiamo poi individuare che investimenti fare.

Possiamo divertirci in montagna anche senza trasformare la montagna in un parco giochi.

Sci alpinismo, ciaspole, trekking, escursionismo, mountain bike escursionistico (meglio le e-bike che il downhill perchè la risalita si può fare con la pedalata assistita) esistono sport che richiedono pochi investimenti, a basso impatto ambientale, che si potrebbero promuovere in Panarotta.

Certo promuovere non vuol dire solo finanziare, ma anche curarsi di inserire le iniziative in reti di promozione specialistiche extra comunali, diremmo extra provinciali.

Aver voglia di fare, programmare e sponsorizzare; uno slogan che ci piacerebbe sentire da amministratori e categorie economiche interessate!

Evitando il solito tono lamentoso, terminiamo con la citazione dell’ultima canzone di Gianni Morandi: “Apri tutte le porte, Gioca tutte le carte, L'abitudine è una brutta bestia, …”» conclude Levico 2030.

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