Alpinismo / La storia

Operato all'anca, Omar Oprandi parte da Drena, poi Riva, in barca a vela, in bici e a piedi per scalare il Monte Bianco

A sessanta giorni dall’impianto della (seconda) protesi, lo scalatore ed atleta lancia la sua sfida: «Il mio auspicio è stimolare il coraggio in chi dovrà affrontare un'operazione chirurgica»

di Elena Piva

DRENA. Quando la forza di volontà diviene incontenibile, ripartire da zero assume un senso di libertà tipico di chi, nella vita, impara la leggerezza ascendendo la cima. Partirà il 3 maggio da Drena la rinascita di Omar Oprandi, guida alpina e campione di scialpinismo, che trasformerà le difficoltà fisiche indotte da un'operazione all'anca sinistra in opportunità.

Nel giro di sessanta giorni Oprandi attraverserà le regioni dell'Italia nord-occidentale per raggiungere la vetta del Monte Bianco. Il tutto, in 60 giorni dall'impianto della protesi d'anca (la seconda).

Nessuna esigenza di battere record, né pura gloria agonistica: Oprandi desidera esplorare le emozioni concedendo a se stesso l'equilibrio tra limiti e aspirazioni.

«Il nostro Comune è orgoglioso di essere parte integrante di questa iniziativa - ha esordito Giovanna Chiarani, sindaca di Drena, durante la conferenza stampa svoltasi ieri nella sala comunale - In un periodo globale delicato e tragico, la tenacia di Omar Oprandi trasmette speranza. Conosciuto per le sue imprese atletiche, ha fatto il suo ingresso nella nostra comunità in punta di piedi, inserendosi nella rete sociale con l'idea di valorizzare il territorio. Incarna il motto "stay young" della neonata conferenza sul turismo dell'Alto Garda. Nonostante il programma da lui predisposto per i prossimi sessanta giorni, arduo per atleti nel pieno della loro forma fisica, sono certa riuscirà a mostrare la tempra consolidata negli anni grazie a uno stile di vita sano, alla pratica dello sport, alla fatica. La capacità di mettersi a dura prova prende forma durante l'ascesa che porta alla vetta».

Punto di partenza sarà dunque l'oasi naturalistica alle spalle del castello di Drena, che condurrà Omar Oprandi al porto rivano di San Niccolò: lì, a bordo di una barca a vela grazie all'Associazione Velica San Niccolò e a Sail The Mountain, solcherà l'acqua del Garda in direzione Salò.

Il 4 maggio salirà in sella alla bicicletta e raggiungerà, pedalata dopo pedalata, Bergamo, Busto Arsizio, Maghetto e Chez Croiset (Fenis, Aosta). Il 9 maggio si concederà il riposo, per poi percorrere il tunnel del Monte Bianco fino a Chamonix. Altro step, altro sport: fissati gli sci ai piedi, comincerà la salita fino ai 4.810 metri.

«La vicinanza della comunità di Drena racchiude il senso del supporto reciproco - ha spiegato Oprandi, visibilmente emozionato - l'idea è nata da un chiaro obiettivo: non rimandare a domani il recupero fisico. Non mi soffermo sull'avventura, sull'impresa. Il mio auspicio è stimolare il coraggio in chi dovrà affrontare un'operazione chirurgica e, al tempo stesso, stimolare i giovani nella ricerca di scopi nella loro vita. Il progetto "Ripartire da zero" è nato con il sostegno dell'équipe medica che mi ha supportato in questi mesi, sono arrivato alla fase pre-operatoria con una preparazione fisica di livello, garantendo un recupero più celere. Ne abbiamo compreso l'utilità sanitaria: essere seguiti prima dell'operazione permette di ipotizzare lo stato fisico del post-operatorio e della successiva riabilitazione».Accanto a lui Massimiliano Torre, con il quale ha imparato ad utilizzare i bastoncini da montagna a scopo terapeutico (gli ergocurve), lavorando sulla muscolatura delle braccia come fossero stampelle; Gianni Moratti dell'Associazione Velica San Niccolò, che sarà il co-skipper durante la traversata gardesana dal sapore goliardico; Giangiacomo Carrara, ideatore degli sci da 1.42 metri di lunghezza che Oprandi utilizzerà per non sforzare l'anca. «Ho accettato di allenare Omar quando l'ho sentito dire "non riesco da solo, ho bisogno di aiuto" - ha spiegato Eros Grazioli preparazione atletico della Sports Academy di Bergamo - il talento degli atleti di tale calibro è racchiuso nella voglia di migliorarsi, fiamma che in Omar arde costantemente. Ne placherò i demoni mentali, poiché la cicatrizzazione tessuto attorno all'anca è simile a quella di una persona normale, nonostante la prontezza fisica. Siamo una squadra: ciascuno di noi, nel progetto, ha fiducia nell'altro».

La ripartenza di Omar Oprandi diverrà un documentario per il Film Festival di Trento nel 2023.

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