Fauna / Lo scontro

Possibilità di abbattere i lupi: Trento chiede a Roma di accelerare. La rivolta degli ambientalisti: "Inconcepibile, predatore fondamentale per la biodiversità"

Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, spiega di aver chiesto al governo tempi più rapidi per il via libera alle linee guida contestate dalle associazioni ecologiste. Secondo piazza Dante, oltre al rischio per gli allevamenti ci sarebbe quello per la sicurezza delle persone nei centri abitati e dunque va prevista anche la licenza di uccidere, ma gli oppositori ribattono che le cose non stanno proprio così

ABBATTIMENTI Via libera all'uccisione o cattura dei lupi, come per gli orsi
AVVISTAMENTI Tre lupi alle porte di Rovereto
PREVENZIONE Ecco come già funziona la deterrenza in Trentino
IL BILANCIO Il bilancio danni degli orsi e dei lupi

 

TRENTO. "Abbiamo chiesto un'accelerazione sulle linee guida che il ministro Cingolani ha prospettato per il Trentino, per poter poi agire autonomamente rispetto alle varie problematiche che ci sono".

Così il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, a margine dell'incontro con i sindaci e il commissario del governo in cui è stato trattato il tema dei lupi.

Si tratta, in sostanza, anche del tema rovente degli abbattimenti possibili di una specie protetta.

Già all'inizio di questo mese dichiarazioni aperturiste in questo senso, del ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani avevano scatenato la reazione indignata del mondo ambientalista locale e nazionale.

Cingolani, rispondendo a un'interrogazione parlamentare, aveva auspicato che "possa essere raggiunto un accordo fra tutte le Regioni tale da contemperare sia la necessità di conservare la specie, sia la possibilità di prevedere deroghe al divieto di rimozione". 

Lo stesso ministro aveva lodato proprio il piano di gestione dei lupi della Provincia autopnoma di Trento e aveva preconizzato anche possibili "deroghe per la cattura e abbattimento delle specie protette".

Posizioni che hanno immediatamente scatenato la reazione del mondo ambientalista.

"Abbiamo posto il tema della sicurezza pubblica e del rischio che c'è per la presenza di lupi vicino ai centri abitati ed è accaduto negli ultimi mesi in numerosi comuni del Trentino.

Non c'è solo il problema del rischio per l'economia agricola e di montagna ma anche quello della sicurezza delle persone perché la vicinanza alle case degli esemplari di lupo è sempre più frequente", commenta Fugatti.

I lupi in Trentino sono attualmente circa un centinaio e sono comparsi spontaneamente.

Non risultano, tuttavia, casi significativi di attacchi alle persone da parte dei lupi.

Sporadicamente le cronache hanno riportato episodi che hanno visto protagonisti, piuttosto, cani inselvatichiti o esemplari frutto di ibridazione.

In realtà la vera casistica nazionale di attacchi con esiti anche gravi sulle persone riguarda piuttosto i cani domestici o in qualche caso esemplari a guardia di greggi.

«Non può essere escluso il pericolo per l’uomo, ma in modo straordinariamente ridotto rispetto all’orso, il lupo è diffidente rispetto agli umani ed ha imparato a temerli.

La normativa stabilisce diversi comportamenti da adottare in caso di lupi confidenti, spaventandoli, fino alla possibilità, nei casi più gravi, di eliminarli», aveva spiegato in un incontro svoltosi ad Ala, un anno fa, l'esperto Claudio Groff, dell'ufficio provinciale foreste e fauna

Nel 2019 in Trentino si contavano 13 branchi di lupi.

Nel 2020, secondo i dati provinciali, i branchi sono diventati 17, composti da un minimo di 3 a un massimo di 10 esemplari.

Ci sono infatti tre possibili nuove coppie nell'area di Campo Carlo Magno, in Val Campelle e nella zona di Bedollo.

Altri singoli esemplari sono stati avvistatanche in Paganella e Bondone.

Nella stagione appena conclusa, il servizio faunistico provinciale ha registrato oltre 400 denunce di possibili danni, da orsi e lupi, sull'intero territorio, 250 delle quali si riferiscono al comparto zootecnico.

Nel 2020 7 lupi (4 maschi e 3 femmine) sono stati investiti sulle strade e, in un caso, da un treno.

Già nel 2017, con la precedente, giunta provinciale, era stata inviata una richiesta al ministero dall'allora assessore all'ambiente Michele Dallapiccola, che aveva chiesto l'autorizzazione all'utilizzo di proiettili di gomma per allontanare alcuni lupi che si erano avvicinati alle abitazioni a Canazei.

Sull'ipotesi di abbattimenti per una specie protetta come il lupo, predatore ritenuto fondamentale per il riequilibrio in ambiente naturale, c'è stata una sollevazione da parte delle associazioni protezioniste e ecologiste.

L'Ente nazionale protezione animali invita il ministro a intervenire con decisione, piuttosto, nell'applicazione di ogni strumento di prevenzione, con puntuali e precise verifiche sul loro utilizzo, come il mondo scientifico chiede da tempo.

Le ipotesi di uccisione dei lupi hanno già mosso la protesta di milioni di persone e non solo attraverso i social ma anche con sit-in e manifestazioni.

Per l'Enpa "il Piano Lupo redatto in precedenza e arenatosi a causa della contrarietà delle regioni, conteneva un'ottima strategia di prevenzione da attuarsi con 22 azioni concrete che avrebbero eliminato ogni conflitto sociale, tutelando questa specie così preziosa e rara. Ma non contemplava l'ipotesi degli spari, fortemente sostenuta da cacciatori e allevatori estremisti e non virtuosi".

"Anziché preoccuparsi di accontentare alcune regioniì, il ministero si occupi dei lupi come specie sempre più minacciata dal bracconaggio, dall'antropizzazione, dal fenomeno del randagismo e dei cani vaganti di proprietà non sterilizzati - a cui è legato il rischio di "ibridazione" della specie -, dal disturbo venatorio che scippa loro territori, dalla cementificazione.

Ribadiamo che le uccisioni - come dimostrano eminenti studi scientifici tra cui quello dell'Eurac - a causa della disgregazione dei branchi, aumentano gli episodi di predazione del bestiame e l'avvicinamento dei lupi a territori antropizzati, anche attratti dai rifiuti", conclude l'Enpa.

"Tutti i precedenti inquilini del Ministero dell'Ambiente hanno sempre intuito che uccidere i lupi non ha alcun senso dal punto di vista della prevenzione dei danni, chiediamo quindi al ministro Cingolani di cancellare ogni ipotesi di aprire una nuova caccia ai lupi", ha dichiarato in un comunicato Massimo Vitturi, responsabile Lav, area animali selvatici.

"Il ministro della transizione ccologica Cingolani, rispondendo alla Camera a una interrogazione sul nuovo Piano di conservazione del lupo, fermato da associazioni e Regioni poiché prevedeva la ripresa dopo oltre 50 anni delle uccisioni legali dei lupi, ipotizza incredibilmente l'apertura di una stagione di deroghe alla protezione della specie: potrebbero quindi a breve essere permesse catture e uccisioni di lupi".

Il ministro, definendo "interessante" il piano di gestione dei lupi della Provincia di Trento, ha detto che "potranno essere valutate azioni e interventi differenziati su base regionale e subregionale, e ciò potrà prevedere anche deroghe per la cattura e abbattimento delle specie protette".

"Non è tollerabile - scrive la Lav - che la Provincia di Trento, che ha ampiamente dimostrato la sua totale inadeguatezza nel favorire la convivenza con gli orsi, venga ora presa ad esempio per gestire quella con i lupi.

Numerosi progetti europei sono stati finanziati nel nostro Paese proprio per individuare i migliori sistemi di prevenzione per favorire la convivenza fra i lupi e le attività umane che si svolgono sui loro territori. Il ministro non può gettare nel cestino questo patrimonio costruito nel corso degli anni e che ha dimostrato tutta la necessaria efficacia nel ridurre i danni da predazione".

Reazioni pesanti c'erano state anche dall'Oipa: "Il ministro, invece di prefigurare deroghe per la cattura e l’abbattimento delle specie protette, come il lupo, dovrebbe pensare e agire per la tutela della biodiversità" osserva il presidente dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), Massimo Comparotto.

"Comprendiamo che, come al solito, agricoltori e allevatori lamentino danni causati dalla fauna selvatica e che Cingolani debba rispondere alle richieste di chi li rappresenta, ma non comprendiamo come mai il ministro parli di possibili abbattimenti invece di promuovere e sostenere azioni di prevenzione.

Le misure di prevenzione e la custodia responsabile degli animali d’allevamento servono proprio a evitare qualsiasi tipo di predazione, ma purtroppo tali metodiche non sono applicate da chi poi chiede i risarcimenti pubblici".

L’Oipa ricorda che è stato dimostrato dalla ricerca scientifica come gli abbattimenti selettivi e, più in generale, la caccia rafforzino le specie invece di contenerle e auspica che il ministro Cingolani protegga le specie animali anche in una visione "green" del nostro territorio.

"All’estero molti turisti sono attratti proprio dalla ricchezza di una biodiversità tutelata e valorizzata.

Auspichiamo che l’Italia non venga vista invece come la terra dove si uccidono anche le specie protette", conclude Comparotto.

"L'apertura del Ministro Cingolani a possibili abbattimenti di lupi è inammissibile e ingiustificabile", affermano in i co-portavoce di Europa Verde, Eleonora Evi e Angelo Bonelli.

"Questa ennesima boutade di Cingolani, - aggiungono gli ecologisti, - lascia senza parole e conferma ancora una volta la totale mancanza di visione di un ministro che si trova a svolgere un ruolo fondamentale in un momento storico delicatissimo, non avendone le competenze. Il lupo è una specie che solo grazie all'applicazione di rigide norme di tutela si è salvata, ad oggi, dal concreto rischio di estinzione, ma che rimane tuttora a rischio".

"Inconcepibile che Cingolani, invece di focalizzare l'attenzione su misure di prevenzione, parli di abbattimenti, vanificando 50 anni di azioni di tutela di una specie che svolge una funzione ecologica fondamentale e la cui protezione rappresenta un'importante tutela degli habitat in cui è presente. Queste esternazioni, inoltre, diffondono un panico ingiustificato tra la popolazione, sdoganando l'idea che l'abbattimento di una specie protetta sia legittimo.

L'inadeguatezza di Cingolani, che a Bruxelles ha aperto al nucleare nella tassonomia Ue, trova ogni giorno ulteriori e sconfortanti testimonianze, pertanto le sue dimissioni sono una necessità che ribadiamo con forza", concludono Evi e Bonelli.

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