In quota inversione termica record. Più si sale e più diventa caldo

di Giacomo Poletti

52 giorni consecutivi senza precipitazioni (per adesso non è un record: negli anni '90 Trento arrivò oltre gli 80) ma ora, se non bastasse, sui monti trentini si aggiunge anche una inversione termica da capogiro. Questo inizio inverno horribilis per impiantisti e amanti della neve sta infatti mostrando un'altra anomalia: quella termica. I valori toccati ieri in quota sono stati eclatanti, superiori alle medie in certi casi persino di dieci gradi. Le stazioni di Meteotrentino nel pomeriggio tracciavano un quadro impietoso: alle 17 per trovare il primo valore sottozero bisognava salire ai 2600 metri della diga del Careser, in val di Pejo. In giornata la quota degli 0° è risalita a ridosso dei ghiacciai, sfiorando i 2800 metri.

Gli esperti di Meteotrentino non vedono grandi svolte. Anzi: la fase mite si accentuerà ancor più, con lo zero termico in aumento martedì addirittura a 3700 metri, un valore da estate piena. Nessuna vetta isolata - e gli impiantisti lo sanno bene - sfugge all'inversione. Le stazioni meteo disseminate sul Bondone dall'appassionato Daniele Toniolatti (su meteogardolo.it) mostrano il fenomeno: ieri alle 7.30 in Palon la colonnina segnava +5,6°. A Vason sulla pista 3-Tre (quota 1635 m) ancora peggio: +8,3°. A Vaneze (1320 m) +4,7°. Impossibile usare i cannoni, arduo persino conservare le piste già fatte. Per trovare il gelo bisognava scendere in fondovalle (a Gardolo -0,2°) dove l'aria fredda ristagna giorno dopo giorno per via della maggior densità.

A Trento e in Valsugana le notti trascorrono infatti sottozero e la concentrazione di inquinanti sale: gli sforamenti dei limiti rilevati in questi giorni dall'Appa sono frequenti. I modelli meteo, intanto, indicano che l'aria alle quote medie sta arrivando nientemeno che dall'entroterra marocchino, trasformando le Dolomiti in una temporanea succursale dell'Atlante. Il rischio di arrivare a Natale ancora con questo tempo, secondo gli esperti, è ormai molto alto. I modelli meteo peraltro vedrebbero l'egemonia dell'alta pressione protrarsi persino nei giorni successivi. Nessuna «nevicata del secolo» o «gelo polare» in vista, quindi: proprio gli esperti (quelli veri) ieri hanno messo in guardia dalle «sparate meteo» diffuse online, che di scientifico hanno ben poco.

Una previsione affidabile infatti può arrivare di rado oltre i cinque giorni. Solo in situazioni di grande stabilità come quella attuale è possibile spingersi un poco oltre, almeno come tendenza. Ed il responso, per ora, vede ancora la neve e il freddo lontani dal Trentino.

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