Sarà un novembre «estivo» per un'altra decina di giorni

La svolta a fine mese

di Giacomo Poletti

Probabilmente, mentre state leggendo questo articolo il cielo sopra di voi è velato; e per la prima volta a novembre lo zero termico (la quota oltre la quale la temperatura diventa negativa) si porterà sotto i 3.000 metri. Ma ci rimarrà solo per poche ore, prima di risalire di nuovo da lunedì. Spesso la stampa parla spesso di record, quando si affronta l'argomento meteo: ma il caldo anomalo di questo novembre «semiestivo» i record li ha battuti davvero e lo dimostrano i dati forniti da Meteotrentino e dall'Aeronautica.

Tutta «colpa» (o merito, chissà) di un'alta pressione di matrice africana e forse pure del riscaldamento globale: va da sé che, dati alla mano, i record di caldo negli ultimi anni cadono come birilli e questo è un dato di fatto comune a molte aree del mondo. L'ondata di aria mite ha raggiunto il culmine sulle Alpi fra martedì e giovedì: le serie storiche di Meteotrentino indicavano per Roncafort (inizio rilevazioni nel 1975) un record per novembre di +19,0° nel 1996; ma martedì la colonnina si è fermata ben più in alto, a +21,4°.

Ai 1.185 metri di Lavarone il primato dal 1921 era il +18,0° del novembre '92: valore abbattuto dai +21,3° (una massima praticamente uguale a quella di Trento) sempre di martedì. Ed i monti di Trento? La capannina in cima alla Paganella ci viene in aiuto. Domenica scorsa ha sfornato una minima di +8,9°, manco a dirlo senza precedenti per novembre, mentre la massima di +14,7° pur notevole, non ha superato né il 7 novembre 1992 (+17,3°) né il 3 novembre 1996 (+16,0°). In sintesi, abbiamo vissuto una anomalia di 10-12 gradi rispetto alle medie. Ma a stupire ancora di più gli esperti sono state le quote più alte, dove l'unico modo per misurare la temperatura è lanciare un pallone sonda. Nei principali aeroporti se ne rilascia uno ogni 12 ore per implementare i modelli di previsione.

Il radiosondaggio di Milano alla mezzanotte di lunedì ha trovato gli zero gradi a 4.517 metri, una quota che sarebbe altissima anche in estate. La media di novembre (degli ultimi 40 anni) è oltre 2.000 metri più bassa e, di fatto, in quota è stata una settimana d'estate: sui ghiacciai le minime non sono scese per giorni sotto i +5°. Le previsioni non lasciano intravedere cambiamenti. Dopo le velature di oggi e domani, con una temporanea rinfrescata, da lunedì rasserena e i termometri torneranno a salire, ancora una volta di più in quota, con il fenomeno dell'inversione termica (più freddo in valle) ed il ritorno delle nebbie in valli poco ventilate come la Valsugana. I modelli però intravedono una piccola svolta: il ritorno a temperature più consone (adatte ad esempio alla produzione di neve artificiale) dopo il 22/23 novembre. Si tratta comunque solo di una proiezione, che andrà confermata. Quel che è certo è che per qualche giorno ancora la neve sui monti trentini si farà desiderare.

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