Pesticidi, anche una petizione contro la nuova delibera

Sale di tono la mobilitazione sociale in Trentino contro l'utilizzo di pesticidi e fitofarmaci e in generale per proporre un modello di agricoltura che possa superare le criticità ambientali e sanitarie derivanti da un approccio intensivo.

Nei giorni scorsi al centro delle polemiche è rimbalzato di nuovo l'atteggiamento delle istituzioni provinciali. Se da un lato da tempo vengono criticate quelle sanitarie. ambientali e epidemiologiche per lo scarso spirito d'iniziativa in fatto di misurazione dell'impato dell'agricoltura sulla salute umana e sulla natura, ora sul banco degli imputati torna la giunta guidata da Ugo Rossi. in relazione alla proposta di regolamento sui trattamenti fitosanitari. Una proposta, bocciata duramente dal Comitato per il diritto alla salute in val di Non, una delle poche realtà attive su questa problematica in Trentino, che ha definito peggiorativo il nuovo schema partorito in piazza Dante e ha chiamato in causa, in particolare, il neoassessore alla salute Luca Zeni: «Con questo regolamento la Provincia ha svenduto la nostra salute, economia, ambiente e qualità della vita alle lobby dell'agricoltura industriale (in forte crisi economica) e alle multinazionali che producono e vendono pesticidi». si legge in una nota.

Poi era stato il movimento Cinque stelle a rinfocolare la denuncia, con il consigliere provinciale Filippo Degasperi e con il deputato Riccardo Fraccaro, che parlavano di «un quadro preoccupante» ricvordando fra l'altro che «un mese fa è stato autorizzato in deroga in bassa Vallagarina l’uso del Clorpirifos, un pesticida di cui da anni è nota la pericolosità».

Alle successive comunicazioni ufficiali della Provincia che rassicurano sulla qualità e sostenibilità del modello agricolo trentino, replicava ancora il parlamentare M5S accusando l'ente pubblico anche «di tenere nascosti i dati sulle malatie correlate ai pesticidi».

Ora, ai tentativi di iniziativa politica di base nella ricerca di una convivenza fra colture e popolazione, si aggiunge una petizione on line che chiede all'assessore alla salute, Luca Zeni, e al suo collega all'agricoltura, Michele Dallpiccola, di ritirare la delibera sui pesticidi.

«È importante sottoscrivere questa petizione - si legge nel sito Avaaz.org - perché con questa nuova delibera si consente di fatto agli atomizzatori di arrivare legalmente vicino alle case (fino a 0 m) ed è costruita in modo tale da rendere impossibile ogni forma di controllo in quanto specifica i metri di distanza a seconda del tipo di prodotto spruzzato e del tipo di ugello usato.

Ciò significa che chi controlla - se mai lo fa - dovrebbe sapere con precisione quale prodotto viene usato e che caratteristiche ha l'atomizzatore.

Sono condizioni impossibili da verificare! quello che chiediamo è più responsabilità e più coraggio: non solo maggiori controlli, occorre soprattutto un cambio deciso di rotta, che vada nel senso di una riduzione massiccia o addirittura dell’abolizione dell’uso di queste sostanze.

L’esempio coraggioso di Malles in Alto Adige ci insegna che un futuro diverso è possibile. E la politica ha il compito di favorire il passaggio ad un’agricoltura più naturale, anche di tipo biologico.

Per il Trentino potrebbe essere davvero una carta vincente, se si pensa alla forza di attrazione che il marchio di “provincia biologica” potrebbe esercitare sui mercati nei prossimi anni. Ed è una scelta priva di controindicazioni, ma al contrario con ricadute vantaggiose per tutti: economiche per agricoltori, albergatori, esercenti; di salute e benessere per residenti e turisti».

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