Lettere / Il direttore risponde

Bordon a Bologna, e noi ci teniamo Fugatti

In tanti rimpiangono l'ex direttore sanitario che da qualche mese ha lasciato il Trentino per andare a dirigere l'azienda emiliana

TRENTO. Caro direttore, L'Adige del 22 marzo riporta due articoli curiosi per il loro contenuto. Nel primo si scrive sugli ottimi risultati riportati da Paolo Bordon, già Direttore Generale dell'Apss del Trentino, nelle sue attuali vesti di Direttore Generale dell'Azienda USL di Bologna.

I risultati della sua gestione vengono riconosciuti in un momento molto delicato per la salute della città felsinea colpita da una seconda ondata di Covid 19 molto maligna e dura. Si parla di conferirgli il Nettuno d'Oro da parte del Comune per i suoi meriti.

Sono solo nove mesi che ricopre l'incarico e ha già provveduto a risistemare ospedali e reparti preparandosi al meglio per fronteggiare l'epidemia.In un altro articolo si legge l'intervista al nostro Presidente, Maurizio Fugatti, a cui viene chiesta la sua opinione per le recenti erosioni dei rappresentanti di Lega in Consiglio.

Se ne guarda dall'esprimere un giudizio perché "non mi devo preoccupare delle questioni dei singoli consiglieri... ho altre priorità ... sarebbe sbagliato nei confronti dei trentini che vogliono un presidente e tutti i consiglieri impegnati sul fronte dell'emergenza Covid".

Ma allora mi domando: se giustamente l'emergenza sanitaria deve essere prioritaria perché ha permesso al "nostro" Paolo Bordon di andarsene nel giugno scorso, in un momento tanto delicato? Perché si è sbarazzato di una figura di così alto valore professionale?

Non sarà, come adombrato a suo tempo da Ghezzi e Coppola in una loro interrogazione, per aver criticato il caloroso invito rivolto dal Presidente ai lombardi di andare a sciare nel fatidico week end del 7-8 marzo 2020 che ha poi prodotto il cluster epidemiologico in val di Fassa? Eppure già allora i trentini avevano raccomandato grande attenzione per l'epidemia in corso. Le attenzioni del nostro presidente dovevano essere concentrate su questa dimensione problematica. Pare invece che sia prevalsa la sensibilità del leader che ha preferito persone di comprovata fedeltà a persone competenti.

Edoardo Croni


 

Un errore averlo lasciato andare via

La verità? Con tutto il rispetto per chi l'ha sostituito - che non ha ovviamente colpe, perché non si è nominato da solo -, lasciar andare via il dottor Paolo Bordon è stato un doppio errore.

 

Prima di tutto perché aveva lavorato bene in condizioni non semplici e poi perché lasciarlo andare via in piena pandemia - per evidenti ragioni - non aveva alcun senso. Lasciare il lavoro a metà è sbagliato sempre, figuriamoci quanto possa esserlo in questo ambito, benché poi siano andati avanti i suoi principali collaboratori (terza contraddizione: se il suo braccio destro e il suo braccio sinistro sono andati avanti vuol dire che li aveva scelti bene).

 

Un assurdo braccio di ferro ci ha privati di una persona di valore. Più di una persona ha detto o scritto che il dottor Bordon ha pagato per le critiche che avrebbe mosso alla giunta, ma un buon dirigente pubblico ha sempre il compito di dire le cose a chi governa.

Anche quelle sgradevoli. Anche quando si tratta di consigli non richiesti. Poi sta a chi governa prendere le decisioni del caso.

E farsi anche qualche domande su alcune impennate dei contagi. In quanto alle frasi di Fugatti, penso che il presidente - che certo deve prima di tutto governare - dovrebbe fare anche caso a ciò che sta accadendo nel "suo" movimento.

È comunque già qualcosa che abbia preso le distanze - con fermezza un po' ritardata ma comunque netta - dalle dichiarazioni di Savoi.

lettere@ladige.it

comments powered by Disqus