Pensieri di inizio anno: Greta che non va a scuola e il ruolo delle donne

La lettera al direttore

Pensieri di inizio anno: Greta che non va a scuola e il ruolo delle donne

Caro direttore, è stato un fine anno piacevole, con un invito a una festa da ballo organizzata con molto buon gusto. Erano anni che non partecipavo a un ballo e mi sono sentito come Robert Redford, nel film «La Mia Africa» quando Meryl Streep, gli mormora nell’orecchio, nel mentre stanno ballando, «a partire da adesso crederò a tutto quello che mi dirai».
* Quando si scrive, ovviamente, non si chiede ai lettori di essere d’accordo. Si chiede soltanto un po’ di attenzione, di motivare sensatamente eventuali dissensi, di argomentare al netto delle battute, di compiere insieme un pezzo di strada per entrare nello spirito del detto. Non si dovrebbero offrire tesi indiscutibili, sicché alla fine sia l’autore che i lettori, più o meno consenzienti, si possano “consolare” e non… il finale è sempre in are.
* Perché una giovane ragazza che non va a scuola, non studia, ci accusa di averle rubato un futuro? Perché è una giovane con l’ignoranza esibita dell’età. L’adolescente dovrebbe ricordare che non ha soltanto “crediti” da far valere, ma anche doveri da assolvere e un debito “da saldare” nei confronti del lavoro dei predecessori, dei vantaggi, della civiltà, delle istituzioni.
* Ha scritto Allam Bloom nel suo libro «La chiusura della mente americana» che: il capitalismo liberista ha sepolto per sempre il fascismo e il totalitarismo. Qualora si dovesse cercare un’alternativa non c’è altro luogo dove cercarla. Mi permetto però, ha aggiunto sempre Allam Bloom, di suggerire che il fascismo ha un futuro, per non dire il futuro.
* Rubo sempre a chi ha scritto il libro quelli che ritengo i gioielli a lui più cari, le parole e le frasi più belle. Nella convinzione che non potrà più riaverli, conserverò per sempre nel cuore il tepore del libro.
* In molti eventi o in altre situazioni, la stragrande maggioranza di ascoltatori è costituita da donne. Mi sembra molto interessante, e non solo da un punto di vista sociologico, questa onnipresenza femminile, dalla famiglia al lavoro allo studio, alla creatività.

Giorgio Ruggiero Carli


 

Il suo stile costringe a pensare

L’ho già detto, ma mi ripeto: mi piace il suo nuovo stile. Costringe a pensare, a ritrovarsi (o a non ritrovarsi) nelle sue parole. Con la sensazione di un aquilone spinto in alto dal vento delle parole.
Al solito, cercherò di risponderle. E le dico subito che non ho tesi indiscutibili e che trovo spunti di possibili discussioni anche in lettere dalle tesi indiscutibili. Sa come la penso: questo è uno spazio di libertà e di confronto. Un luogo dove le parole si incontrano, si scontrano, si ritrovano. Il finale non è mai scontato e dunque può scaldare, far pensare, far arrabbiare (per stare al suo richiamo al finale in “are”), ma può anche suscitare molte altre reazioni dal finale (inteso non solo come desinenza) appunto imprevedibile. Molto bella, cambiando argomento, la sua immagine del capodanno, con quella frase che ognuno di noi avrebbe voluto sentirsi sussurrare almeno una volta.
Capodanno è tante cose, ma quando riesce a donarci, com’è successo a lei, qualcosa di piacevole - anche un semplice ricordo da condividere - accade qualcosa di stupefacente: perché l’anno inizia con un sorriso. Con una bella immagine. E non c’è niente di più bello. Sulla giovane ragazza ho un’idea diversa: come lei, trovo grave che Greta abbia rinunciato a quest’anno scolastico per portare avanti al meglio la sua grande battaglia, anche se il raggiungimento di determinati obiettivi, spesso, comporta sacrifici, rinunce, scelte difficili. Ma il solo fatto che siamo qui a parlarne ci dice che quella ragazzina ci sta cambiando. Poco conta che si condividano le sue battaglie o che ci risulti simpatica o antipatica: ci ha costretto ad aprire gli occhi sull’emergenza ambientale e ha risvegliato coscienze e pensieri, non solo fra i giovani che sono scesi in piazza con lei. Sono certo che recupererà l’anno di scuola, così come sono certo che battaglie come la sua faranno recuperare molti anni e tanti di noi.
Sulle pagine di Bloom le dico solo che vedo in giro molte menti chiuse e che nessun pericolo è mai superato o scampato per sempre. Ottima l’idea di rubare (conservandole) frasi ai grandi scrittori, offrendo loro un’altra vita o, come direbbe Erri De Luca, un’altra prova di risposta. I libri scaldano davvero.
In quanto alle donne, sarà sempre troppo tardi quando il mondo riconoscerà fino in fondo il loro ruolo, le loro capacità. Io posso confermarle che in quasi tutti i convegni ne vedo tantissime. Non perché abbiano più tempo degli uomini: hanno “solo” e sempre una grande e continua sete di sapere. Qualcosa di magnifico. Qualche settimana fa mi sono permesso di scrivere che da queste parti, le donne, non hanno avuto molto spazio (non solo in politica). Ma il fatto che in pochi siano intervenuti in quel dibattito (anzi: in poche) la dice lunga sul ruolo che molti pensano ancora di affidar loro. Trovo la cosa non solo assurda e incomprensibile, ma anche sconcertante. Sfondiamo, non solo dal punto di vista economico, il tetto di cristallo. E riconosciamo alle donne, prima di ogni altra cosa, pari dignità.

a.faustini@ladige.it

comments powered by Disqus