Il ragazzo prodigio ai Suoni delle Dolomiti

Domani al Passo di Lavazè per i Suoni delle Dolomiti, si esibirà il giovane prodigio della musica jazz internazionale

di Fabio De Santi

A dodici anni, era il 2015, Joey Alexander è diventato il più giovane candidato per un Grammy con l'album "My favourite Things" per poi entrare nella ristretta comunità degli Steinway Artists. Da allora la sua carriera è stata tutta in crescendo trasformando questo ragazzo nato sull'isola di Bali una delle stelle internazionali del jazz. A scoprire Joey Alexander, che domani (domenica 9 luglio), alle 13, sarà in concerto al Passo di Lavazzè in Val di Fiemme per i Suoni delle Dolomiti , è stato un fuoriclasse del jazz come Wynton Marsalis che dopo aver visto un video di Alexander, lo invitò a suonare al Lincoln Center di New York. In questa intervista Alexander rivela la sua passione per il jazz insieme alla sua curiosità per il live in Trentino.

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Inizierei dal suo ultimo album «Countdown»: cosa ha racchiuso in questo cd?
«La registrazione di "Countdown" è stata un'esperienza ed un progetto molto eccitante per me. Ho presentato due brani originali "Soul Dreamer" e "City Lights" ed oltre a questo mi sono messo alla prova su terreni musicali ardui includendo pezzi come «Countdown» di John Coltrane».

Cosa significa per lei la parola «jazz»?
«Il jazz è libertà, è intriso di libertà. È così ricco di ritmi e stili, non si esauriscono mai le cose nuove da suonare ed esplorare. In un certo senso, suonare jazz è un'attività che non ha mai fine per stimoli e novità».

Quali i suoi punti di riferimento?
«Ascolto tantissime cose ma non ho dei miti. La musica come altre arti, è, secondo il mio pensiero, l'espressione più onesta che una persona può dare».

Nella sua terra questa musica è seguita?
«La musica jazz nel mio Paese viene apprezzata sempre di più, l'interesse per questo mondo sta crescendo. È sempre un piacere suonare per un pubblico numeroso e condividere la dimensione live con tanti tipi di persone e soprattutto con i più giovani».

Si racconta che a scoprire il tuo talento sia stato Wynton Marsalis.
«Non credo che Mr. Marsalis fosse fino a quel momento uno scopritore di talenti ma sì, in realtà è stato lui a "scovarmi". Lui è uno dei mie eroi e gli sono molto grato per il suo supporto».

Quanto è rimasto sorpreso per successo che ha ottenuto con «My favourite Things» quando aveva 12 anni?
«Sono rimasto sorpreso e felice. Ma più di questo mi ritengo fortunato per aver avuto l'opportunità di registrare e suonare questa grande musica».

In Italia poterà la sua musica anche fra le montagne, del Trentino: che effetto le fa suonare in questo contesto?
«Non vedo l'ora! È sempre eccitante ed allo stesso tempo illuminate suonare per un pubblico nuovo in un posto nuovo e immerso nella natura come quello della vostra terra».

Quale obiettivo vuoi raggiungere con le tue performance live?
«Il mio scopo è sempre quello di condividere la musica con il pubblico sperando che questo li renda felici».

Il suo futuro?
«Sto pensando al mio terzo album e sono sempre all'opera su composizioni ed arrangiamenti originali».

GUARDA IL VIDEO:

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