Economia / Allarme

Trentino, in dieci anni perso il 10% dei negozi alimentari. Fida: la politica riduca i costi per le piccole attività

Circa duecento su duemila le imprese che hanno chiuso, cresce la concorrenza delle grandi superfici commerciali. Nicola Ribaga, presidente della Federazione dettaglianti: da una rete capillare si va verso una concentrazione nei cinque comuni più popolosi della provincia. Appello alle isituzioni per un aiuto ai piccoli negozi di valle, veri presidi di comunità

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TRENTO. Un calo del 10% dei punti vendita: sono circa duecento, su duemila, i negozi alimentari che hanno chiuso le serrande negli ultimi dieci anni, in Trentino. Questo è solo uno dei dati sull'evoluzione del settore presentati questa mattina da Fida Trentino, la Federazione italiana dei dettaglianti alimentari.

"Assistiamo a dinamiche diverse - spiega in una nota il presidente Nicola Ribaga - per i centri cittadini principali e per le valli. A livello complessivo, sono diminuiti i negozi ed è aumentata la superficie media di vendita".

"In dieci anni - aggiunge Ribaga - abbiamo perso circa 200 esercizi commerciali di dettaglio alimentare. Da una rete capillare siamo orientati verso una concentrazione di superfici nei cinque comuni più popolosi della provincia. Questo andamento non riguarda soltanto l'economia ma più in generale la società: abbiamo toccato con mano durante la pandemia che cosa significa avere i negozi chiusi, o a ranghi ridotti. Noi abbiamo avuto la fortuna di aver potuto sempre lavorare, durante i lockdown, ma abbiamo dato dimostrazione di organizzazione, serietà e tempestività. La pandemia ha accelerato una serie di evoluzioni già presenti nel settore".

"L'impressione - prosegue Ribaga - è di essere in presenza di un mercato piuttosto saturo, dove si cerca di ricorrere alle economie di scala; su questo fronte non possiamo essere competitivi con la grande distribuzione organizzata. Per questo chiediamo che la politica riconosca il valore economico e sociale delle piccole attività e riduca i costi che gravitano sulle nostre imprese, per renderle più competitive. Di fatto i piccoli negozi di valle sono veri e propri presidi di comunità, multiservizi che tengono viva una comunità ed un territorio.

Chiediamo la riproposizione del credito d'imposta e l'azzeramento degli oneri di sistema per i prodotti energetici che, seppur meno dell'anno scorso, pesano ancora molto sui bilanci. Da parte nostra siamo impegnati su più fronti per offrire agli associati strumenti e opportunità di crescita. Uno di questi è senz'altro quella della formazione, come l'incontro di questa sera, dedicato al neuromarketing per il negozio alimentare. Formazione e conoscenza sono strumenti essenziali anche per le nostre imprese", conclude il presidente della Federazione italiana dei dettaglianti alimentari.

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