Economia / Il caso

Orso e turismo, operatori preoccupati: finora poche disdette ma si temono effetti sul brand Trentino

Una lettera standard per rassicurare chi scrive manifestando preoccupazione per i rischi legati all'orso. Le minacce di boicottaggio organizzato, invece, al momento spaventano meno il settore. Oggi a Roma il confronto al ministero con i rappresentanti trentini

TRENTO. Questa mattina, a Roma, tavolo tecnico sul caso orsi in Trentino, convocato dal ministro dell'ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Saranno presenti i rappresentanti della Provincia, il presidente del Consiglio per le autonomie locali, Paride Gianmoena, in rappresentanza dei Comuni trentini, gli esperti di Ispra, una delegazione altoatesina e membri di altre istituzionin coinvolte.

Intanto, prodotti e il turismo del Trentino finiscono nel mirino di alcuni settori del movimento animalista in seguito al lancio di un hashtag sulle reti sociali che invita al boicottaggio: #boicottailtrentino, digitano gli attivisti, per protesta contro l'ipotesi di uccisione dell'orsa JJ4. L'invito diventa un argomento di tendenza nazionale («trending topic» su Twitter), ma non preoccupa eccessivamente gli addetti ai lavori: simili campagne si sono già viste in passato, ma hanno avuto scarso successo.

È però confermato che, se le disdette non fioccano, esiste un senso di preoccupazione tra coloro che vogliono visitare il Trentino: nelle email che arrivano agli operatori del turismo, non è raro che si chiedano rassicurazioni.

Insomma, i timori non mancano nel mondo del turismo, anche per gli effetti negativi che questa esposizione mediatica può avere sul brand Trentino, costruito nel corso dei decenni anche a suon di centinaia di milioni di investimenti in promozione turistica.

È di ieri pomeriggio la notizia di una lettera preparata da Trentino Marketing, proprio per rassicurare gli ospiti.

"Gentile ospite, comprendiamo la sua preoccupazione, ma se lei ha avuto modo di frequentare e conoscere il Trentino, saprà che la nostra è una comunità seria, concreta, rispettosa delle regole e della natura in cui vive", recita il testo, evidentemente destinato a una diffusione in risposta a chi manifesta timori.

“Vogliamo rassicurarla - prosegue la lettera - che stiamo facendo tutto quello che è necessario per gestire in maniera delicata ma decisa la situazione contingente. Gli organi competenti stanno presidiando le zone in cui la presenza dell’orso è più intensa, grazie a personale qualificato per operazioni di questo tipo. La situazione è in continua evoluzione e, di conseguenza, anche le attività di contenimento lo sono.

Benché la possibilità di un incontro ravvicinato con un orso sia remota, in quanto animale estremamente schivo, è sempre bene adottare alcuni semplici accorgimenti come, ad esempio, fare escursioni in gruppo e non da soli e segnalare la propria presenza sul sentiero parlando ad alta voce oppure calpestando rami secchi. Sperando di esserle stati utili, restiamo a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione avesse bisogno e le auguriamo una buona vacanza”, conclude Trentino Marketing rinviando per altri approfondimenti al sito provinciale dedicato ai grandi carnivori.

Insomma, la tragedia di Caldes, l'esposizione mediatica del Trentino ed il senso di urgenza comunicato dalle istituzioni possono aver tutte insieme destato un allarme non infrequente.

Ne abbiamo parlato con il presidente dell'Apt Val di Sole Luciano Rizzi e con il presidente dell'Apt Val di Non Lorenzo Paoli: entrambi confermano come le email preoccupate stiano arrivando, ma sono rare le disdette. Ciò che è necessario, dicono le Apt, è rassicurare la popolazione.Il presidente dell'Apt Val di Sole Luciano Rizzi ha confermato l'arrivo di alcuni messaggi che definisce «ricattatori»: «Qualcuno ci ha scritto dicendo «Non veniamo più in Trentino».

Ma ho il sospetto che queste poche persone in Trentino non sarebbero venute comunque. È più frequente che ci venga chiesto: "Siamo in sicurezza?". La nostra risposta è che insieme alla Provincia stiamo facendo tutto il possibile per garantire la sicurezza agli abitanti del Trentino ed anche dei turisti, che sono abitanti, per quanto provvisori», ha precisato Rizzi. Dalle sue parole trapela il rammarico per l'immagine del Trentino, ammaccata da questa vicenda: «I trentini sono i primi ad accorrere quando c'è un'emergenza di protezione civile, la Val di Sole ha puntato sul turismo "plastic free", sulla Coppa del Mondo di sci a zero emissioni di CO2, tanto è stato fatto per l'ambiente. Eppure l'orsa è diventata l'unico tema che sta a cuore agli ambientalisti? È un'offesa al Trentino», commenta il presidente.

«Occorre domandarsi quante persone rappresenti questa campagna di boicottaggio. Certo, sui social i sostenitori sembrano numerosissimi, ma poi è la maggioranza silenziosa quella che conta», indica Rizzi.Ci potrebbe essere stato però un problema di comunicazione anche istituzionale: la preoccupazione dei visitatori potrebbe essere stata aggravata, oltre che dalla tragedia di Caldes, anche dalla risposta pubblica dei primi giorni.

Si pensi al messaggio del presidente Maurizio Fugatti che, dichiarando in conferenza stampa l'urgenza di trasferire settanta orsi ed invitando gli altri territori a farsi avanti («Fatevi avanti, offerta di orsi ce n'è in abbondanza»), potrebbe aver contribuito ad acuire il senso di paura.

Di questa ricostruzione però il presidente Rizzi non si dice convinto: «A livello turistico, l'appello per i settanta orsi non fa differenza. Sono i tre orsi pericolosi che preoccupano. Una volta individuati e catturati, la popolazione e i visitatori saranno rassicurati».

Il presidente dell'Apt Val di Non Lorenzo Paoli conferma che al momento non ci sono state disdette a raffica: «Solo poche situazioni occasionali. Ma c'è chi chiede rassicurazioni ed è comprensibile perché c'è un po' di paura», indica Paoli. Risulta urgente dare al pubblico un senso di controllo: «C'è da ristabilire la tranquillità delle persone, anche di quelle che vogliono fare una passeggiata nel bosco come è giusto che sia», suggerisce Paoli, che non si dice preoccupato del boicottaggio al Trentino: «Non è la prima volta che in merito alla gestione dell'orso il Trentino si trova oggetto di queste campagne, ci siamo già passati ed abbiamo visto che i boicottaggi non hanno successo - riflette Paoli - Ma sui social passa anche l'espressione delle paure della cittadinanza. Pensiamo a chi racconta del proprio timore di vedersi "l'orso sul poggiolo"».

Ecco, anche se in buona fede, questi messaggi possono contribuire a creare allarme: «Cerchiamo di raffreddare un po' i pensieri», sprona Paoli. Di fronte ad un'eventuale email in cui si minaccia il boicottaggio, Paoli risponderebbe così: «Di fronte a delle provocazioni, bisogna vedere chi c'è dietro quel messaggio. Se è una persona che non ha mai frequentato il Trentino, ma cerca solo la polemica, non c'è nemmeno da rispondere».

Diverso è se il messaggio esprime legittime preoccupazioni: «Di fronte ad una richiesta di rassicurazioni, facciamo presente che le attività condotte dai nostri operatori sono più che sicure. Nelle escursioni organizzate dai nostri professionisti, non si è mai registrato nessun episodio di aggressione da parte degli orsi e non c'è alcun pericolo».

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