Economia / La crisi

L'appello degli allevatori: "Aiutateci acquistando prodotti trentini"

Di fronte a una congiuntura sempre più preoccupante, la categoria chiede sostegno finanziario alla Provincia e un patto sul consumo con il territorio, inteso come famiglie e filiera dell'ospitalità (bar, ristoranti, alberghi, ma anche mense)

LA CRISI “Pandemia e guerra, costi alle stelle. Sempre più dura andare avanti”

di Daniele Battistel

TRENTO. Sostegno finanziario da parte della Provincia, unità d'intenti tra operatori del settore e un patto con tutto il Trentino, inteso come famiglie e filiera dell'ospitalità (bar, ristoranti, alberghi, ma anche mense).

Solo così il settore dell'allevamento potrà salvarsi in mezzo ad una tempesta sempre più perfetta. Giacomo Broch, presidente della Federazione provinciale allevatori, è diretto ma chiarissimo nell'indicare l'unica strada che può garantire un futuro ai 1.115 soci. Lo ha fatto ieri alla sede di via delle Bettine a Trento durante l'annuale assemblea.

Ha chiesto unità ai suoi («no a farsi la guerra a suon di rilanci per aggiudicarsi una malga) e a tutto il mondo agricolo trentino: «Bisogna remare assieme e nello stesso verso, anche con le organizzazioni sindacali».

Di fronte alle oggettive difficoltà di una zootecnica sempre più pressata tra l'aumentare dei costi energetici e delle materie prime (mangimi in primis) e la bassa remunerazione della produzione, è tornato a chiedere la solidarietà del resto del mondo agricolo trentino. Sostegno che è arrivato dal mondo vitivinicolo e dalla Cooperazione, ma non dal settore della frutticoltura. «Devo sottolineare con amarezza la poca attenzione da parte delle organizzazioni sindacali» ha tuonato Broch.

A fare da megafono alle richieste di Broch il vicepresidente della Provincia Mario Tonina (per 30 anni direttore proprio della Federazione allevatori): «Chi in questo momento non soffre quello che state subendo voi dovrebbe rimboccarsi le maniche e venire in vostro aiuto» ha detto ad alta voce l'esponente di giunta riferendosi nemmeno tanto velatamente ai melicoltori.

Sul fronte politico, all'assemblea era presente anche il presidente della Provincia Maurizio Fugatti che ha promesso un intervento a sostegno del comparto. «Ora che le modifiche legislative permettono aiuti diretti ci attiveremo» ha detto, specificando però «che tempi e modi necessitano di un certo percorso».

Significa che i «ristori» non arriveranno a breve (probabilmente nell'assestamento di bilancio di luglio) e che nel frattempo bisognerà stringere ancora i denti. «Siamo consci che la situazione è delicata perché nel settore zootecnico se un'azienda chiude poi ben difficilmente può riaprire, ma l'attenzione della Provincia nei vostri confronti non mancherà». «In ogni caso quello di Fugatti è un impegno importante - ha commentato Broch -. Da questo punto di vista siamo soddisfatti, ora vigileremo sul mantenimento delle promesse».

Un altro importante aiuto - ha detto Broch a margine dell'assemblea - può venire anche dalle famiglie trentine, come pure da bar, ristoranti e hotel: «Se in tutti i caffè macchiati venduti al bar si usasse il latte trentino, sarebbe una goccia, ma sarebbe importante» il suo esempio. Ancora più fondamentale per sostenere il settore della zootecnia è la promozione e il consumo della carne trentina a tutti i livelli.

«Se chiude un'azienda di allevatori - ha ricordato il vicesindaco e assessore all'agricoltura del Comune capoluogo Roberto Stanchina - si fa del male al Trentino perché l'allevamento è difesa e presidio del territorio, ma anche vetrina per il nostro turismo».

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