La crisi in Trentino, lavoratori stagionali a rischio povertà: l'allarme dei sindacati

di Luisa Maria Patruno

Sono 15mila gli stagionali in Trentino che lavorano nel settore alberghiero e la maggior parte di questi si trova ormai senza alcuna forma di reddito, avendo finito l'indennità di disoccupazione.

E da parte dei sindacati del settore la preoccupazione resta fortissima, anche a fronte della possibilità di una riapertura degli alberghi - o almeno parte di questi - dal 17 febbraio, come ci si attende se la situazione dei contagi continuerà a migliorare.
Paola Bassetti (Filcams-Cgil) dichiara: «Non siamo molto ottimisti. Anche se si riuscisse ad aprire il grosso del danno è fatto, perché si è perso tutto il periodo di Natale. E l'eventuale riapertura - continua Bassetti - ci auguriamo che non diventi un alibi per non intervenire ed aiutare questi lavoratori per i mesi che hanno perso. Non può bastare un bonus una tantum. Noi torniamo a chiedere alla Provincia di intervenire a sostegno del reddito dei mesi passati, anche per chi dovesse tornare al lavoro per l'ultimo pezzo di stagione. Con meno di due mesi maturerebbero ben poco ai fini dell'indennità di disoccupazione. Fino ad ora la Provincia non ha dato risposte. Noi chiediamo che si dia priorità alla salute, alla sicurezza e alla copertura economica dei lavoratori senza aspettare Pasqua, per trovare i lavoratori in povertà».

Anche Walter Largher (Uiltucs-Uil) è preoccupato: «Sarebbe una cosa buona la riapertura, ma non mi aspetto granché, perché se va bene c'è davanti un mese e mezzo scarso e con il blocco della clientela estera temo che saranno pochi gli alberghi che decideranno di aprire effettivamente. Forse sarebbe bene già iniziare a pensare cosa fare per la stagione estiva e per la zona di Riva anche per il periodo dopo Pasqua, in un tavolo con la Provincia e le parti sociali. Gli albergatori - osserva Largher - sono preoccupati perché molti lavoratori stagionali si sono riversati nel commercio. Forse potrebbero interrogarsi finalmente anche in Trentino su una destagionalizzazione, con offerte nei mesi da aprile e giugno, magari molte persone dopo mesi di chiusure potrebbero avere voglia di fare una vacanza in un territorio come il Trentino».

Per Lamberto Avanzo (Fisascat Cisl) la riapertura «sarebbe una boccata di ossigeno».
«Si potrebbe salvare in parte la stagione, - osserva Avanzo - fossero anche solo un paio di mesi, per gli stagionali sarebbe utile per lavorare e chiedere poi la copertura della Naspi, l'indennità di disoccupazione». Anche Avanzo sottolinea il fatto che l'indennità è ormai finita e «va trovata una soluzione o con finanziamenti nazionali o con il fondo di solidarietà trentino».
Avanzo rilancia anche l'opportunità, proprio per il momento difficile, di ragionare sul rinnovo del contratto integrativo provinciale del turismo. «Le professionalità del settore - sottolinea il sindacalista della Cisl che è anche presidente dell'ente bilaterale del terziario - vanno curate e il presidente degli albergatori Battaiola già quattro anni fa aveva dato la disponibilità per un tavolo per un contratto di secondo livello, riteniamo che, ad esempio, si può pensare anche a un mix di politiche attive e passive con alcune settimane di formazione per i lavoratori».

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