Trentino, turisti crollati del 32%. Perdite per oltre 600 milioni. I dati del periodo gennaio-novembre 2020

di Francesco Terreri

Da gennaio a novembre del 2020 sono arrivati nelle strutture ricettive del Trentino 2 milioni 700mila turisti per un totale di 11 milioni 600mila pernottamenti e una spesa totale, dal posto letto ai consumi alimentari, di 1,3 miliardi di euro. Nello stesso periodo del 2019 gli arrivi superavano i 4 milioni, le presenze erano più di 17 milioni, la spesa degli ospiti toccava gli 1,9 miliardi, che poi sono diventati 2,1 miliardi con dicembre.

La batosta del turismo nell'anno del Covid è tutta in queste cifre: 1 milione 400mila arrivi e 5 milioni e mezzo di presenze in meno, pari ad una contrazione del 32%, con una perdita economica complessiva di 600 milioni. I dati di dicembre, con la stagione invernale che non è partita, non potranno che peggiorare questo bilancio. Perciò le associazioni degli albergatori, in Trentino l'Asat, hanno lanciato una petizione al governo per salvare tutte le imprese e i lavoratori del turismo, un appello che solo ieri ha superato le 21mila sottoscrizioni.

I dati del turismo trentino aggiornati a novembre sono stati pubblicati dall'Ispat. Il calo più forte è quello dei turisti stranieri, crollati del 54%, mentre la riduzione degli italiani si ferma al 19%. In termini di pernottamenti, gli alberghi perdono il 31%, i bed & breakfast il 28%, meno 31% anche per campeggi e agritur, ma con un sorprendente +7% di turisti italiani. Se poi consideriamo gli alloggi privati e le seconde case, qui il calo è stato più contenuto, intorno al 10%.

Di fronte a questa situazione Federalberghi, riunitasi martedì in assemblea straordinaria, ha approvato la petizione «Salviamo le imprese e i lavoratori del turismo, prima che sia troppo tardi», che si firma on line e che chiede al governo ristori efficaci e adeguati, proroga al 2022 delle moratorie sui mutui e a fine anno del pagamento sulle tasse, crediti garantiti con scadenza lunga, fino a 20 anni, proroga della cassa integrazione per i dipendenti stabili, aiuti efficaci e rapidi per i lavoratori e le lavoratrici stagionali senza impiego né ammortizzatori sociali, che in Trentino sono 15mila (vedi box).

«L'Asat - spiega il presidente Giovanni Battaiola - ha partecipato attivamente alla definizione dei contenuti della petizione e, soprattutto, alla organizzazione di questa iniziativa di rilievo politico e sindacale». Battaiola ricorda come la crisi pandemica abbia fortemente messo in crisi il settore, con una forte perdita media di fatturato delle imprese alberghiere, che ha colpito in maniera più evidente le strutture ricettive collocate nelle zone lacustri del Trentino, Garda, Levico, Caldonazzo, e nei centri di Trento e Rovereto.

Il 2021, poi, dal punto di vista turistico non è neanche iniziato, con il reale rischio che la stagione invernale salti completamente. Ieri è stato dato il via libera ai protocolli per lo sci, con l'ipotesi, da verificare, che si apra il 15 febbraio (vedi pagina 14). Tant'è che gli alberghi, pur non avendo obbligo di chiusura, sono per la stragrande maggioranza chiusi poiché vuoti. «In assenza di adeguati aiuti - dichiara Battaiola - molte delle nostre imprese non saranno in grado di riaprire neppure quando ci saranno le condizioni per farlo».

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