Negozi in crisi: 500 chiusi nel corso del 2018

di Francesco Terreri

L’anno scorso in Trentino hanno chiuso o cambiato settore 501 negozi. Le nuove aperture e gli ingressi nel comparto sono stati invece 390. Il mondo del commercio al dettaglio ha quindi perso 111 esercizi commerciali in dodici mesi, il numero più elevato dall’inizio della crisi dieci anni fa. I punti vendita al dettaglio sono oggi 5.528, sotto di 300 unità rispetto agli oltre 5.800 esistenti prima della recessione. In dieci anni ha chiuso un negozio ogni venti.

Spariscono soprattutto macellerie, negozi di tessuti, ferramenta, mobili e casalinghi, fiori e piante. Ballano invece i supermercati. Dopo l’incremento del 2017, l’anno scorso c’è stata una contrazione nei punti vendita della grande distribuzione e nei minimarket dei paesi, mentre partono nuove aperture di discount in tutto il territorio provinciale.
Secondo l’Osservatorio nazionale del commercio del Ministero dello sviluppo economico, che ha aggiornato i dati al 31 dicembre 2018, in Italia prosegue la contrazione generale degli esercizi del commercio al dettaglio, che diminuiscono dell’1% passando da 742.881 nel 2017 a 735.528 nel 2018. A Bolzano la riduzione è marginale: si passa da 4.700 a 4.690 negozi con un calo dello 0,2%. A Trento invece si scende da 5.639 a 5.528 esercizi, con una contrazione del 2%, doppia di quella nazionale. Nel 2017 la riduzione dei negozi era stata dell’1,5%, nel 2016 dello 0,8%, nel 2015 gli esercizi commerciali erano in leggero incremento. Rispetto all’inizio della crisi, nel 2008, il calo trentino è del 5%.

La diminuzione dell’anno scorso è frutto di 403 cessazioni di imprese o di unità locali commerciali, a fronte di 346 nuove iscrizioni in Camera di commercio, con un saldo negativo di 57 unità. Perdono colpi sia le aziende che hanno sede qui, con 39 chiusure, sia le unità locali di grandi catene, con 18 stop. Si tratta di un’ulteriore novità: negli ultimi anni chiudevano negozi locali ma aprivano vetrine in franchising o filiali di gruppi commerciali più grandi. Per quanto riguarda invece le variazioni, cessano dal commercio 98 esercizi mentre ne entrano 44, con un saldo negativo di 54 unità. Da qui il calo netto totale di 111 negozi.

La partita più movimentata è quella degli esercizi non specializzati, in primo luogo i supermercati. Il complesso di questi negozi scende dai 1.001 del 2017 a 990. Gli ipermercati sono sempre 6. I supermercati calano da 190 a 185, i minimarket da 565 a 555, mentre i discount triplicano da 1 a 3. Ma la voce non rende l’idea perché gran parte dei negozi discount è classificato come supermercato.

Del resto, la tendenza dei discount è proprio quella: portare la sfida alla grande distribuzione, con banchi gastronomia, panetterie, prodotti di qualità, sempre a prezzi bassi. Tra l’anno scorso e l’inizio di quest’anno, è sbarcata a Trento, Rovereto, Borgo Valsugana la catena tedesca Aldi, la Lidl ha aperto il suo punto vendita più grande e rinnovato in via Brennero, Md si sta espandendo nel basso Trentino, Eurospin mette in cantiere nuove aperture. Tengono invece gli esercizi non specializzati in campo non alimentare, dai grandi magazzini all’elettronica: dai 145 del 2017 sono oggi 148.

I problemi cominciano tra gli esercizi specializzati nell’alimentare, che scendono da 928 a 920. Calano, ma solo di poco, i negozi di frutta e verdura, passati in un anno da 104 a 102. Sono invece in netta contrazione le macellerie. Erano 129 nel 2015 e più di 200 vent’anni fa. Sono scese a 123 nel 2016, a 114 nel 2017, a 108 alla fine dell’anno scorso. In compenso resistono le 15 pescherie. Per quanto riguarda i panifici, nel 2018 sono uno in più, da 153 a 154, anche se restano sotto di 13 unità (-8%) rispetto al 2015.

Continua il lento calo dei distributori di carburante: sono 198, uno in meno del 2017, 6 in meno di tre anni fa. Resta stabile il mondo dei negozi di computer, che sono 29, e di telefonia, passati da 34 a 33, senza contare però i grandi supermercati dell’elettronica di cui abbiamo detto sopra. Sono in diminuzione invece da 758 a 725 i negozi di prodotti per uso domestico: da 149 a 134 i tessili, da 167 a 160 i ferramenta, da 32 a 30 gli elettrodomestici, da 263 a 260 i mobili e casalinghi. In affanno anche l’altra grande categoria di negozi specializzati, quelli di abbigliamento, che scendono da 881 a 855. Sfioravano quota 900 solo tre anni fa.

Tra gli altri esercizi, calano da 105 a 99 i negozi di fiori e piante, mentre si segnala la tenuta, sorprendente se si pensa alla concorrenza dell’e-commerce, delle librerie, stabili a 45 unità. Reggono a quota 10 i negozi di strumenti musicali. Se c’è invece una categoria che cresce è quella che riguarda la salute: le farmacie salgono da 106 a 111, le parafarmacie da 23 a 26.

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