Rurali, l'utile va in picchiata

Precipita l’utile prodotto dal «sistema» delle Casse rurali trentine. Nel 2013, infatti, il risultato positivo è di nove milioni: cifra confortante, certo, ma davvero poca cosa rispetto ai 48 dell’anno precedente. Su 43 banche cooperative, 38 hanno ottenuto utili per un totale di 30 milioni: ma le perdite accumulate da cinque Casse in rosso superano i 21 milioni

di Francesco Terreri

euroTRENTO - Le Casse rurali trentine tutte insieme hanno ottenuto nel 2013 un risultato netto positivo ma ridotto al lumicino: appena 9 milioni di euro, l’80% in meno dei 48 milioni dei conti 2012. Su 43 banche cooperative, 38 hanno ottenuto utili, in genere inferiori all’anno precedente, per un totale di circa 30 milioni. Ma le perdite cumulate delle cinque Casse in rosso ammontano a oltre 21 milioni, riducendo drasticamente il saldo. Al Trentino va anche meglio del resto d’Italia: l’intero sistema delle Banche di credito cooperativo risulta nel 2013 in perdita, con 420 milioni di utili contro 430 di rosso.


Complessivamente le Rurali registrano sofferenze lorde balzate a 835 milioni, oltre il 50% in più dell’anno prima, e hanno operato, anche su sollecitazione della Banca d’Italia, svalutazioni di crediti per 270 milioni, temperate da 70 milioni di riprese. Le rettifiche nette, quindi, pesano sui conti per circa 200 milioni, quasi il doppio dei 120 milioni del 2012. Certo, in capo alle Rurali resta un patrimonio che supera quota 1,7 miliardi di euro, quindi, nel complesso, la botta si regge. A prezzo però di una tensione sul versante dei crediti, scesi a 11,8 miliardi.

 

Il credito cooperativo trentino ha avviato una serie di misure anticrisi, dalla cessione sul mercato dei prestiti deteriorati al progetto di salvaguardia del valore degli immobili pignorati, che ha visto nei giorni scorsi il primo intervento in un’asta da parte della Cassa rurale di Aldeno e Cadine. Sul piatto c’è anche il rilancio dell’operazione Mediocredito Trentino Alto Adige, dove il credito coop dovrebbe passare al controllo maggioritario, ora in mano agli enti pubblici, con accorpamento con il ramo corporate di Cassa Centrale in una nuova, grande banca per le imprese. Proprio Cassa Centrale, peraltro, si distingue per il risultato d’esercizio: pur con 24 milioni di rettifiche, l’istituto centrale delle Rurali e delle Bcc del Nord Est confermerà i 14 milioni di utile record dell’anno scorso

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La tornata di assemblee di bilancio delle Casse si sta concludendo mentre in questi giorni si stanno svolgendo le pre-assemblee di zona in previsione del convegno di settore. I conti delle Rurali più grandi in termini di masse intermediate sono rimasti in territorio positivo, anche se con utili ridotti sull’anno precedente: Trento è a 2,5 milioni di risultato netto, Alto Garda a 3,9 milioni, Rovereto a poco più di 1 milione, Giudicarie Valsabbia Paganella a 1,6 milioni, Lavis-Valle di Cembra a 1,4, Aldeno e Cadine a 2, Pergine a oltre mezzo milione.

 

I cinque istituti in rosso sono Adamello-Brenta (3 milioni), Pinetana Fornace e Seregnano (5,6), Primiero e Vanoi (4,9), Mezzocorona (400 mila euro) ma soprattutto la Rurale di Folgaria, che perde 7,5 milioni dopo gli oltre 6 dell’anno scorso. Per la Cassa dell’Altopiano è stato messo a punto un nuovo piano di salvataggio da 36 milioni, con obiettivo finale la fusione con la Cassa Alta Vallagarina.

 

Il piano, che prevede la cessione di buona parte dei crediti deteriorati dell’istituto e vede come protagonisti le altre Rurali e il Fondo nazionale di garanzia dei depositanti, è attualmente al vaglio di Bankitalia. La prognosi è positiva, perché il nuovo intervento dimostrerebbe la capacità del sistema trentino di risolvere la crisi. Il commissariamento dovrebbe quindi essere evitato. Intanto i sindacati stanno trattando sulla salvaguardia dell’occupazione. La previsione è che non venga mandato a casa nessuno.

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