Italia fragile e cementata In 100 anni 12.600 morti

ROMA - L'Italia è fragile e in cento anni ci sono state 12.600 vittime tra morti, dispersi o feriti, e più di 700mila sfollati per colpa di un'urbanizzazione selvaggia, di case e capannoni costruiti troppo vicino a fiumi o in aree ad alto rischio di dissesto idrogeologico. L'82% dei Comuni è esposto a questo rischio e oltre 5 milioni e 700mila i cittadini vivono in un'area di potenziale pericolo. È impietoso l'ultimo rapporto Ance Cresme, presentato oggi per il lancio dell'inchiesta multimediale #DissestoItalia, un reportage nel "Paese che crolla".

ROMA - L'Italia è fragile e in cento anni ci sono state 12.600 vittime tra morti, dispersi o feriti e più di 700mila sfollati per colpa di un'urbanizzazione selvaggia, di case e capannoni costruiti troppo vicino a fiumi o in aree ad alto rischio di dissesto idrogeologico. L'82% dei Comuni è esposto a questo rischio e oltre 5 milioni e 700mila i cittadini vivono in un'area di potenziale pericolo.

È impietoso l'ultimo rapporto Ance Cresme, presentato oggi per il lancio dell'inchiesta multimediale #DissestoItalia, un reportage nel "Paese che crolla". Il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando ha ribadito che "è urgente approvare la legge sul consumo del suolo" anche "per non pregiudicare ulteriormente la situazione" e "nel patto di governo che si sta ridefinendo" ha indicato al premier Letta il dissesto idrogeologico come propria priorità.

Costruttori edili, architetti, geologi e Legambiente - riuniti per il lancio di #DissestoItalia - hanno lanciato un appello al capo dello Stato e al premier: "Un grande piano di prevenzione e messa in sicurezza del territorio entro l'anno".
Il report definisce "sconcertante" il dato di gennaio 2014: in soli 23 giorni (data dell'ultima rilevazione) ci sono stati 110 episodi di dissesto lungo lo Stivale. E "uno degli aspetti paradossali è l'alto grado di rischio di scuole e ospedali": una scuola su dieci cioè 6.400 edifici su 64.800 totali sorgono in un'area a rischio frana o alluvione mentre sono 550 le strutture ospedaliere in"zona rossa"; 46.000 le industrie in aree pericolose e se si contano anche uffici, negozi e altre attività si sale a 460.000. Il costo complessivo dei danni provocati da terremoti, frane e alluvioni, dal 1944 a oggi è stato pari a 242,5 miliardi di euro, circa 3,5 miliardi all'anno mentre ne sarebbe servita solo la metà per la prevenzione. Ci sono 2,1 miliardi disponibili da più di 4 anni, ha detto Buzzetti a cui si potrebbero aggiungere risorse con un allentamento intelligente del patto di stabilità per i Comuni e i fondi europei.
Il piano d'emergenza - secondo i presidenti Paolo Buzzetti (Ance), Leopoldo Freyrie (architetti), Gian Vito Graziano (geologi) e Vittorio Cogliati Dezza (Legambiente) - "deve disporre di una regia nazionale, avere risorse certe e immediatamente utilizzabili anche sforando il Patto di stabilità e utilizzando la nuova programmazione dei fondi europei. Deve
consentire di aprire i cantieri di manutenzione in tempi brevi e con regole trasparenti".
Entro marzo il ministro Orlando conta di istituire una "Banca per la programmazione nazionale" che contenga "le priorità delle priorità delle opere immediatamente cantierabili" che le Regioni devono indicare garantendo "un cofinanziamento regionale" e con la certezza di "evitare procedure di infrazione". (ANSA)

comments powered by Disqus