Mediocredito, crollo dei nuovi prestiti: -59%

Nel primo semestre 2013 i nuovi finanziamenti concessi da Mediocredito Trentino Alto Adige sono stati 95, contro i 135 dell'analogo periodo dell'anno scorso, per un valore di 67,2 milioni di euro, il 59% in meno dei 164,8 milioni dei primi sei mesi 2012. I prestiti effettivamente erogati si fermano a 52,2 milioni, con un calo del 57% sugli oltre 121 milioni dell'anno precedente

di Francesco Terreri

iva soldi pagamenti euro bolletteTRENTO - Nel primo semestre 2013 i nuovi finanziamenti concessi da Mediocredito Trentino Alto Adige sono stati 95, contro i 135 dell'analogo periodo dell'anno scorso, per un valore di 67,2 milioni di euro, il 59% in meno dei 164,8 milioni dei primi sei mesi 2012. I prestiti effettivamente erogati si fermano a 52,2 milioni, con un calo del 57% sugli oltre 121 milioni dell'anno precedente. Il complesso dei crediti alla clientela si attesta quindi a 1 miliardo 314 milioni, il 3,8% in meno del 2012.


La gelata sui crediti dell'istituto bancario che fa capo agli enti pubblici e al credito cooperativo regionale è descritta in dettaglio nella relazione semestrale approvata martedì dal consiglio di amministrazione presieduto da Franco Senesi . La causa viene individuata nella «debolezza dei mercati di impiego». Dice il direttore Leopoldo Scarpa : «I nostri dati riflettono la situazione generale, anzi sono migliori. Ma registriamo una seria carenza di domanda di credito per investimenti da parte delle imprese. È un periodo mai visto».


Anzi, prosegue Scarpa, «attualmente siamo abbastanza liquidi, possiamo espandere i prestiti». Ma la domanda è «piatta» dappertutto. In Trentino i nuovi crediti concessi precipitano dell'85%, in Alto Adige del 50%, in Veneto del 36%, in Emilia Romagna del 32%, in Lombardia «solo» del 10%. Per quanto riguarda i settori «subiamo il calo dei contributi alle energie rinnovabili» precisa Scarpa. Ciò nonostante l'energia resta un settore rilevante che, con quasi 14 milioni di nuovi crediti, cresce e sale al secondo posto dopo il manifatturiero, fermo a 21 milioni, il 61% in meno del 2012. «Quanto alle costruzioni e all'immobiliare, che qualche tempo fa vedevano nuovi finanziamenti per 100 milioni l'anno - aggiunge Scarpa - oggi non chiedono credito, hanno il problema del magazzino, cioè degli immobili invenduti».


Sul versante della raccolta Mediocredito è tranquilla. «Per tutto quest'anno non abbiamo bisogno di nuove risorse» specifica Scarpa. Dopo i finanziamenti della Bce nel 2012, quest'anno sono arrivati 50 milioni dalla Bei, la Banca Europea degli Investimenti, e nuove emissioni obbligazionarie sottoscritte dalle Casse rurali e dalle banche di credito cooperativo.


In questo quadro, aumentano le sofferenze, che crescono, al netto delle rettifiche, da 59 a 70 milioni, e il complesso dei crediti deteriorati, salito da 164 a quasi 170 milioni. La crescita è limitata dagli accantonamenti, che però appesantiscono il conto economico. L'attività caratteristica va bene, con un margine di intermediazione cresciuto del 22% a quasi 16 milioni e costi operativi contenuti. Ma le rettifiche su crediti abbattono il risultato di periodo a 247 mila euro di utile, contro i 2,6 milioni del primo semestre 2012.

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