Iva al 22%,  una stangata da 135 euro

Una «gelata» sui consumi interni, una sorta di calamità naturale annunciata. Con il programmato aumento dell'Iva dal 21% al 22% dal prossimo primo luglio, per le famiglie è in arrivo una stangata da 135 euro. Il calcolo è della Confcommercio relativo agli effetti spalmati su 12 mesi per una famiglia media di 3 persone, del possibile scatto dell'aliquota standard dell'imposta sul valore aggiunto. Anche se non tocca beni di prima necessità, si tratta di un intervento che impatta sul 60-70% dei consumi complessivi

Una «gelata» sui consumi interni, una sorta di calamità naturale annunciata. Con il programmato aumento dell'Iva dal 21% al 22% dal prossimo primo luglio, per le famiglie è in arrivo una stangata da 135 euro. Il calcolo è della Confcommercio relativo agli effetti spalmati su 12 mesi per una famiglia media di 3 persone, del possibile scatto dell'aliquota standard dell'imposta sul valore aggiunto. Anche se non tocca beni di prima necessità, si tratta di un intervento che impatta sul 60-70% dei consumi complessivi e avrà, spiega l'ufficio studi della Confcommercio, anche effetti sul tessuto delle imprese. A fine anno il saldo finale per il commercio al dettaglio, alla luce del combinato Iva-crisi, potrebbe vedere oltre 26 mila imprese in meno, risultato negativo natalità-mortalità delle aziende del settore.
Ma non c'è solo l'Iva: con la scadenza Imu di giugno e la Tares a dicembre, potrebbe arrivare una batosta da 734 euro a famiglia, calcola a sua volta Federconsumatori escludendo dal conteggio la rata sulla prima casa al momento congelata dal governo. «Sommando i rincari per ogni singola imposta: 45-45 euro per la nuova tassa sui rifiuti e servizi comunali, 207 euro per il possibile aumento Iva considerando anche i costi indiretti, 480 euro medi per l'Imu, si arriva a 734 euro in media quale esborso aggiuntivo a famiglia» spiega il presidente Rosario Trefiletti.
Per dare fiato ai consumi, servirebbe, spiega il presidente della Confcommercio Carlo Sangalli, «non pagare l'Imu e scongiurare quella calamità naturale che rappresenterebbe l'aumento dell'Iva. La domanda interna, fra investimenti e consumi, muove l'80% del Pil e ora è ferma: alzare l'aliquota significa assestarle un ultimo, letale, colpo». Inoltre «i prezzi sono fermi da tempo - sottolinea il direttore dell'ufficio studi della confederazione dei commercianti Mariano Bella - l'inflazione è quasi nulla e a monte le imprese hanno già assorbito gli aumenti per non peggiorare l'andamento dei consumi». Si è fatto un passo avanti sull'Imu, d'accordo, ma l'Iva «è molto più importante» afferma Bella rilevando che «più si aumentano le tasse più c'è crisi» e l'eventuale incremento Iva produce un effetto depressivo sul clima di fiducia delle famiglie, producendo una caduta ulteriore dei consumi.
«Quel che è peggio - aggiunge Trefiletti - è che ad aumentare non saranno solo i prodotti soggetti all'Iva al 22% ma, attraverso costi aggiuntivi a partire da quello fondamentale dei carburanti, incidendo sui costi di trasporto verranno ritoccati i prezzi di tutti i beni trasportati su gomma, in particolar modo i beni di largo consumo, nonché le tariffe praticate da artigiani e professionisti, oltre agli arrotondamenti che si verificheranno come sempre a sfavore delle famiglie».
Occorre scongiurare l'aumento dell'Iva, concorda la Coldiretti, le vendite al dettaglio sono già crollate del 3,8% nel primo bimestre dell'anno, con un calo del 2,9% per gli alimentari. «L'innalzamento dell'aliquota avrebbe ulteriori effetti depressivi sui consumi con risultati opposti a quelli che si intende ottenere sulle casse dello Stato».
La Tares, la tariffa sui rifiuti e i servizi è una tassa di scopo sui costi di raccolta e smaltimento rifiuti e altri servizi comunali, calcolata in base alla metratura delle abitazioni e al numero dei componenti. Sostituisce la Tarsu e la Tia, rispetto alle quali comporterà un aumento medio di 0,30 euro al metro quadrato. Dopo una serie di rinvii sulle scadenze, è stato deciso che la maggiorazione di 30 centesimi a metro quadro verrà adottata a partire da dicembre, andando a finire tutta direttamente nelle casse dello Stato.

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