Cultura / Intervista

“Per prendere la vita con filosofia bisogna pensare meno agli obiettivi e valorizzare il percorso che ci porta a realizzarli"

Stasera a Borgo Valsugana l'appuntamernto che intreccia la filosofia allo sport: “Prendila con filosofia. Come sopravvivere nell’era della performance”. Ne abbiamo parlato con Maura Gancitano e Andrea Colamedici anime del collettivo Tlon il noto progetto multimediale che attraverso le lenti della filosofia commenta la quotidianità con spirito critico

di Fabio De Santi

BORGO VALSUGANA. Intreccia la filosofia allo sport l’appuntamento di giovedì 7 settembre  a Borgo Valsugana alle 18.30 in Piazza Alcide Degasperi per la rassegna Generazioni. Ad animare il talk “Prendila con filosofia. Come sopravvivere nell’era della performance”, moderato dalla giornalista Emanuela Macrì, saranno la coppia di filosofi Tlon e gli atleti Alessandra Chillemi e Stefano Dalvai in un confronto su cosa significhi oggi vincere, perdere o più semplicemente rimanere in equilibri.

Ne abbiamo parlato con Maura Gancitano e Andrea Colamedici (foto) anime di Tlon il noto progetto multimediale che attraverso le lenti della filosofia commenta la quotidianità con spirito critico ed è diventato un fenomeno sui social.

Cosa delinea il titolo di stasera per Generazioni?

“Prenderla con filosofia di solito vuol dire prenderla alla leggera o allontanare i pensieri negativi. Negli ultimi anni abbiamo deciso di recuperare questa espressione, che di solito non è apprezzata da chi si occupa di filosofia, per sottolineare la necessità di riflettere sulla pressione sempre più crescente che la società moderna esercita su ognuno di noi per essere sempre al massimo delle nostre capacità. Viviamo in un'epoca in cui la performance, l'efficienza e la produttività sono valutate costantemente, e questo può generare stress, ansia e insoddisfazione. Prenderla con filosofia significa suggerire un approccio diverso alla vita, che utilizza la filosofia come strumento per esaminare criticamente queste pressioni e per trovare modi più sostenibili e autentici di vivere”.

Ma si può sopravvivere appunto e come nella frenesia del risultato da raggiungere ad ogni costo, dall’ansia da prestazione?

“È possibile, ma richiede un cambio di prospettiva radicale. Invece di concentrarci esclusivamente sugli obiettivi da raggiungere, dobbiamo imparare a valorizzare il processo, l'esperienza e il percorso che ci porta a quegli obiettivi”.

In quale modo?

“La filosofia può aiutarci a fare questo, offrendoci un quadro concettuale per interrogare le norme sociali e culturali che spesso ci spingono verso un incessante bisogno di "fare" piuttosto che di "essere". Una delle chiavi per sopravvivere in questo contesto è imparare a trattare se stessi con la stessa gentilezza e comprensione con cui tratteremmo un caro amico in difficoltà, trovando un equilibrio tra ambizione e accettazione, tra il desiderio di raggiungere i nostri obiettivi e la capacità di essere felici. E la filosofia può essere un potente alleato in questo percorso”.

Vincere ma anche perdere e rimanere in equilibrio nello sport come nella vita.

“La dualità di vincere e perdere è una parte intrinseca della vita, così come dello sport. La filosofia ci insegna che la vita è fatta di alti e bassi, e che entrambi hanno valore. Rimanere in equilibrio significa accettare sia le vittorie che le sconfitte come parti del percorso della vita, e utilizzarle entrambe per crescere come individui. In questo modo, possiamo vivere una vita più ricca e significativa, indipendentemente dai risultati esterni che otteniamo”.

Voi date risposte e proponete esercizi pratici da per superare la depressione, la frustrazione e la stanchezza dei nostro quotidiano.

“Esatto, crediamo fermamente che la filosofia sia uno strumento pratico per migliorare la qualità della nostra vita. Nel nostro lavoro, cerchiamo di fornire non solo spunti teorici, ma anche esercizi pratici che le persone possono incorporare nella loro routine quotidiana per affrontare sfide come la depressione, la frustrazione e la stanchezza. L'obiettivo è fornire un set di "strumenti" mentali che le persone possono utilizzare per navigare le complessità della vita moderna, e per farlo in modo che sia accessibile e applicabile per tutti”.

Vi aspettavate di diventare un vero e proprio fenomeno social?

“Onestamente, no. Quando abbiamo iniziato Tlon, il nostro obiettivo principale era quello di rendere la filosofia e la cultura più accessibili, ma non avevamo alcuna strategia, e in larga misura condividevamo le nostre riflessioni nel tempo extra lavorativo, perché il nostro lavoro principale era quello di organizzazione di eventi e redazione editoriale. La nostra crescita sui social media è stata graduale, anche se la pandemia ci ha portati a dedicare molte più energie alla nostra attività social, anche perché ci domandavamo costantemente come essere utili in un momento in cui era difficile dare un senso a quello che stava succedendo. I social sono spesso dei luoghi terribili e pieni di odio, ma allo stesso tempo possono connettere le persone e creare qualcosa che somiglia davvero a una comunità attiva e impegnata”.

Come è nato il collettivo filosofico Tlon?

“ll progetto Tlon è nato nel 2015, dopo anni in cui ci occupavamo insieme di progetti culturali e editoriali in altre realtà. Ci sembrava necessario rendere la filosofia e la cultura più accessibili e applicabili alla vita quotidiana e trasmettere strumenti per riflettere collettivamente di tematiche legate all'attualità, all'intelligenza artificiale, alla mitologia, alla letteratura e alla parità di genere. Tlon è iniziato come una piccola realtà di organizzazione di eventi filosofici, ma nel tempo - anche grazie alla nostra divulgazione sui social - ha attratto moltissime persone. Oggi esistono Edizioni Tlon (casa editrice), la Libreria Teatro Tlon e Aleph, due librerie a Roma, e una serie di progetti culturali che abbiamo creato sia nel digitale sia in vari spazi fisici nel territorio”.

Filosofia appunto, una parola che spaventa molti eppure grazie al web siete arrivati a molti: quale la ricetta dei vostri commenti quotidiani sulla realtà che ci circonda?

“Non abbiamo un piano editoriale preciso e non ci sentiamo obbligati a commentare tutto quello che succede. Cerchiamo di creare dibattito solo quando qualcosa ci colpisce, ci coinvolge o ci sembra estremamente confuso e conflittuale e pensiamo di poter dire qualcosa di utile e comprensibile a tutti. Sappiamo che la filosofia può sembrare intimidatoria o astratta per molti, quindi il nostro obiettivo è di "tradurre" concetti filosofici complessi in termini che siano direttamente applicabili alla vita quotidiana o che possano servire per approfondire delle questioni, pensare meglio e ascoltare i punti di vista degli altri”.

State lavorando a qualche nuovo libro e nel caso cosa potete anticipare ai nostri lettori?

“Al momento, la nostra attenzione è focalizzata su una serie di progetti culturali, come il Festival del Pensare Contemporaneo di Piacenza, gli Italian Podcast Awards e la Festa della Filosofia. Questi eventi rappresentano per noi un'opportunità unica di dialogo e confronto su temi filosofici e culturali con un pubblico ampio e diversificato. Tuttavia, la scrittura è parte integrante del nostro percorso, quindi sono già previsti dei nuovi progetti editoriali per il futuro”.

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