Televisione / Il caso

Bufera a Rainews: i giornalisti denunciano l'estendersi di una linea filo-governativa

La rappresentanza sindacale: dal caso di una collega che ha ritirato la firma su un articolo "stravolto" riguardante il caso La Russa jr. allo "sbilanciamento degli ospiti in diverse trasmissioni". Intanto resta sospesa la decisione sul contratto per Filippo Facci, l'editorialista di Libero contestato dopo le frasi sulla ragazza che denuncia il figlio del presidente del Senato

IL CASO «Una ragazza fatta», bufera su Facci per l'articolo sulla giovane che denuncia La Russa jr

ROMA. Non solo il caso del programma annunciato pe ril giornalista Filippo Facic, finito nella bufera dopo un articolo sul caso La Russa jr.

Più in generale la Rai, è nel mirino di molte critiche che accusano il governo Meloni e la maggioranza parlamentare di destra di avere già in parte "normalizzato" il servizio pubblico radio-tv, per trasformarlo in una voce particolarmente comoda per il potere e per le sue ideologie.

La nuova grana scoppia a Rainews, dove i giornalisti denunciano una situazione difficile.

"Nei giorni scorsi una collega ha deciso di ritirare la firma sul pezzo per Rainews.it relativo al 'caso La Russa jr' e alla polemica legata ai commenti della ministra Roccella e di Filippo Facci", rende noto il cdr (la rappresentanza sindacale) di Rainews in una comunicazione interna inviata ai colleghi della redazione.

"Lo ha fatto - spiega il comitato di redazione - perché il testo è stato stravolto rispetto alla versione da lei scritta (dal testo sono stati eliminati ampi stralci di quanto accaduto). Secondo quanto riferito dalla collega, le modifiche, che consistevano nel togliere i riferimenti alle polemiche, sarebbero state richieste dal direttore con la motivazione che non si trattava 'di una notizia'. Posizione ovviamente inaccettabile.

Per questo il cdr ha chiesto a Paolo Petrecca di motivare la sua decisione. Ma il direttore ha preferito scrivere alla collega e non rispondere al cdr, manifestando, ancora una volta, il disprezzo per le regole sindacali".

Il cdr "ringrazia la collega per la sua scelta di rigore e di rispetto nei confronti dei cittadini che hanno il diritto a una informazione libera e completa. Con l'occasione, inoltre, il cdr ha voluto segnalare, ancora una volta, l'assoluto sbilanciamento degli ospiti in diverse trasmissioni: clamoroso il caso della rassegna stampa di sabato sera (la registrazione e a disposizione di tutti) nel corso della quale lo stesso conduttore ha espressamente preso posizione sullo scontro governo magistratura. Se dovesse proseguire l'atteggiamento di mancate risposte da parte del direttore, porteremo la questione in azienda e valuteremo se informare la commissione di vigilanza".

Il movimento Cinque Stelle chiede "di fare chiarezza e motivare alcuni episodi poco edificanti che riguardano la sua testata".

Petrecca, in serata, ieri, ha fornito la sua versione in audizione alla commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.

"In quest'anno e mezzo sono stato molto criticato, spesso anche attaccato per motivi ideologici, non ho mai replicato, credo che nella vita la migliore risposta sia quella che viene dal lavoro", dice.

E aggiunge: "Ho intenzione di continuare a lavorare senza avere cura delle speculazioni e dei commenti da ballatoio. In fondo si tratta di polemiche strumentali riportate da qualche giornale, spesso composto più, lasciatemelo dire, da pennivendoli dell'informazione che da seri cronisti".

In cda ha tenuto banco il caso Facci. Francesca Bria e Riccardo Laganà , che hanno votato contro i piani di produzione per la prossima stagione, hanno sottolineato la gravità delle parole dell'editorialista di Libero ("una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa") e chiesto di non procedere con la sua contrattualizzazione, che dovrebbe condurre da fine settembre a una striscia quotidiana subito prima del Tg2 delle 13. Il giornalista è stato invitato a esprimere opinioni più rispettose anche dalla presidente Marinella Soldi.

"Non è mia abitudine - ha detto l'ad Rai Roberto Sergio - decidere sulla base di campagne politiche strumentali e emozionali. Non mi faccio trascinare da nessuno".

I toni si sono anche accesi proprio quando Sergio ha parlato di strumentalizzazioni e precisato che intende riflettere sulla scelta, che comunque - ha assicurato - arriverà in tempi brevi. Una posizione contestata da Bria e Laganà , che hanno respinto qualsiasi accusa in tal senso e invitato l'Ad a decidere subito, ritenendo le parole di Facci incompatibili con il servizio pubblico.

Sul tema è intervenuta anche la presidente Soldi. "Filippo Facci - ha detto - è un giornalista di fama, che della provocazione intellettuale ha fatto una cifra stilistica. Ma la provocazione intellettuale nell'ambito del servizio pubblico deve sposarsi ad una trattazione della notizia rispettosa di tutti i soggetti coinvolti, nei contenuti e nel linguaggio".

"La decisione era da prendere oggi, a partire dalle nostre richieste e dalla dichiarazione della presidente, mentre l'Ad ha preferito continuare a riflettere - ha sottolineato Bria -. Non capisco su cosa debba ancora riflettere, visto che è stato chiaramente un errore pensare di contrattualizzare una persona non nuova a gravi e irrispettose provocazioni e in passato già sospesa dall'Ordine dei giornalisti per razzismo contro l'Islam". "Non si può pensare di ridurre a questioni di contrasto o di strumentalizzazione politica tematiche di indubbia gravità ", ha aggiunto Laganà .

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