Premio Itas: ecco i libri premiati quest'anno a Trento

È Franco Brevini il vincitore del Premio Itas del Libro di Montagna. Il suo Il libro della neve, edito da il Mulino è stato ritenuto il miglior libro dal premio presieduto da Enrico Brizzi.

Questa 46°edizione del premio è stata da record per numero di opere partecipanti e ufficializza anche la novità della proclamazione di un unico vincitore assoluto del concorso letterario internazionale dedicato alle opere in cui si celebra la montagna in ogni sua forma.

Oltre a vincere nella sezione, «Ricerca e Ambiente» (per la quale la sua opera era in concorso), Franco Brevini è dunque il primo vincitore del Premio Itas nella sua rinnovata struttura che ora prevede la proclamazione di un vincitore assoluto e un maggior numero di categorie di volumi in gara, passato da tre a cinque.
Il concorso, la cui premiazione dei vincitori si inserisce come da tradizione nell’ambito del Trento Film Festival, quest’anno ha superato il record per numero di libri ricevuti: in totale sono pervenute 123 opere da 58 case editrici.

Critico letterario, docente universitario, alpinista appassionato e protagonista di viaggi d’esplorazione ai quattro angoli del mondo, Brevini è portatore di una cultura che si nutre dell’esperienza e, al tempo stesso, un pensatore capace di riflessioni profonde su ciò che spesso si è portati a dare per scontato. Il bisogno di conoscere e sapere l’ha spinto lungo gli affascinanti sentieri della poesia dialettale italiana come sulle vie delle montagne più alte. Con «Il libro della neve», l’autore ha prodotto un volume che parte dall’osservazione di un singolo fiocco di neve, ci trascina in un viaggio affascinante che spazia dal timore suscitato negli antichi dal “crudo verno” ai pattinatori raffigurati nei quadri fiamminghi, dal senso del sublime che le Alpi innevate evocavano ai poeti romantici alla visione addomesticata dei pendii imbiancati proposta dai moderni comprensori sciistici. Un libro necessario, molto documentato, riccamente illustrato con gusto e raccontato da una voce affascinante come quelle che ci piacerebbe ascoltare la sera, nel tepore di un rifugio, mentre fuori mulinano i turbini della “bianca signora”.

Le altre migliori opere che la giuria ha decretato nelle sezioni in gara sono il bellissimo L’impero in quota (edito da Einaudi) di Silvia Giorcelli Bersani che era tra i favoriti per la vittoria finale, che ha vinto la sezione «Vita e storie di montagna». Un volume che traccia forse il primo profilo strutturato e completo della presenza dei Romani nelle Terre Alte, con una portata metodologica che va oltre i confini storici tracciati. La scrittura, inoltre, pur non rinunciando mai alla precisione scientifica, sa essere chiara ed efficace. E dimostra che la presenza romana nelle Alpi è stata soprattutto feconda, perché le Alpi in età romana furono “un esemplare laboratorio di sperimentazione politica, amministrativa, sociale e culturale».

Poi «Trail Running & Ultra Trail» (Mulatero editore) di Nicola Giovanelli per la sezione «Guide e mappe»; «Ogre. Il settemila impossibile» (Corbaccio) di Doug Scott per la sezione «Alpinismo e sport di montagna» e infine «Una balena va in montagna» (Salani editore) di Ester Armanino e Nicola Magrin per i «Libri per ragazzi». Una menzione speciale per l’editoria del Trentino, è stata assegnata a Le radici dei boschi. La questione forestale nel Tirolo italiano durante l’Ottocento di Publistampa, di Mario Cerato.
«Tenacia, orgoglio, meraviglia. Sono queste le tre parole chiave con le quali riassumerei questa particolarissima annata del Premio Itas», ha detto il presidente del premio Itas, Enrico Brizzi.

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