Busoni, italiani la metà dei finalisti

Inizia mercoledì prossimo (Conservatorio Monteverdi ore 11, 16 e 20) l'attesa kermesse musicale del Concorso pianistico internazionale «Ferruccio Busoni» , che ogni anno anima il capoluogo altoatesino per una decina di giorni, tra la fine di agosto e l'inizio di settembre. Collocata da qualche anno all'interno di «BolzanoFestivalBozen», la manifestazione dal 1949 (l'anno di fondazione) continua a costituire sia il principale concorso internazionale d'esecuzione musicale disputato in Italia, sia l'evento clou della promozione musicale cittadina. A seguito delle preselezioni svolte la scorsa estate, la sessantesima edizione della prestigiosa competizione presenta quest'anno la sua seconda fase, quella cioè delle finali riservate ai ventisette concorrenti ammessi: fra loro ventiquattro sono stati scelti nelle preselezioni dell'estate scorsa, mentre tre sono stati inseriti in quanto vincitori di altri importanti premi.

Mai come quest'anno è risultata nutrita la squadra di pianisti italiani in gara. Sono dieci infatti i candidati italiani che sfideranno quattro coreani, due inglesi, due tedeschi, un russo, un ucraino, una giapponese, un cinese, un austriaco, un belga, un portoghese, un'americana e una canadese. Se confrontati con quelli delle scorse edizioni, i numeri relativi alla nazionalità dei concorrenti possiedono percentuali che fanno riflettere e, in ogni caso, riconoscono alla scuola pianistica italiana un certo primato e un livello d'eccellenza. D'altra parte anche l'edizione scorsa nel 2013 vide miglior classificato proprio un ottimo pianista italiano: Rodolfo Leone , un fantastico secondo premio, con primo non assegnato. I vincitori italiani del primo premio, negli anni passati furono peraltro assai pochi: in ordine cronologico, Sergio Perticaroli nel 1952, Aldo Mancinelli nel 1954, Roberto Cappello nel 1976, Roberto Cominati nel 1993 e Giuseppe Andaloro nel 2005. 

Il calcolo favorevole delle probabilità ci darà forse anche quest'anno un primo premio all'insegna del tricolore? Come sempre rappresentativa di un target e di un livello internazionale, la giuria - anche per festeggiare la sessantesima edizione - è quasi interamente formata da pianisti vincitori del Premio Busoni. Presidente è l'austriaco Jorg Demus, storico primo premio nel 1956; inoltre compaiono il tedesco Robert Benz (1974), l'ucraino Boris Bloch (1978) , gli americani Jerome Rose (1961) e Alexander Kobrin (1999, di origine russa), la canadese Catherine Vickers (1979), i russi Lilya Zilberstein (1987) e Alexander Shtarkman (1995), il brasiliano Arnaldo Cohen (1972) e l'italiano (l'unico quest'anno) Roberto Cominati (1993), oltre alla cinese Zhu Xiao-Mei.

Il calendario delle prove seguirà la formula collaudata, con tre giornate (mercoledì 26, giovedì 27, venerdì 28) per le semifinali solistiche nelle tre sedute giornaliere (alle ore 11, 16, 20) al Conservatorio Monteverdi; due giornate per le finali solistiche (sabato 29 alle ore 15 e alle 20 e domenica 30 alle ore 10 e alle 15); martedì 1 settembre e mercoledì 2 sarà la volta delle prime prove finali con l'orchestra (ore 20.30, Auditorium), infine venerdì 4 si svolgerà la finalissima, la seconda prova finale con l'orchestra (ore 20.30 Teatro Comunale).

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