Subiva un furto al mese: il bar Gallo Blue di Trento ha deciso di chiudere
L'amarezza del titolare, Massimo Gallo, dopo due anni e mezzo in piazza Santa Maria Maggiore: «Il problema è la zona: dopo una certa ora rimane soltanto un giro di persone "pericoloso". E andrà soltanto in peggio, non sono l'unico qui che chiuderà. Mancano una forte presa di posizione e un pattugliamento fisso». Si moltiplicano in città le voci dei commercianti esasperati per l'ondata di spaccate notturne e di altre forme di violenza subite
CONFCOMMERCIO "Più impegno contro i furti nei negozi"
TRENTO Non c’è pace per il bar Groff: due spaccate in 24 ore
TRENTO - Ha chiuso per sempre i battenti il bar in piazza Santa Maria Maggiore, il Gallo Blue, colpito da 4 spaccate in soli 4 mesi. «È stata una scelta sofferta, ma lavorare in quella zona non vale più la pena. Ci ho messo troppo impegno e ho perso troppi soldi, ma alla fine sono rimasto da solo». Così il titolare, Massimo Gallo, dopo due anni e mezzo di attività ha deciso di riconsegnare le chiavi a inizio maggio. «Rimane solo una grandissima amarezza. Il problema è la zona: dopo una certa ora si svuota. Rimane soltanto un giro di persone "pericoloso". Andrà soltanto in peggio, non sono l'unico qui che chiuderà. Ho provato a segnalare la situazione ma nulla. Cosa è mancato? Una forte presa di posizione e un pattugliamento fisso nell'orario del tardo pomeriggio. Non resterò nel settore, tornerò a fare ciò che facevo prima, nel settore dell'assistenza». Ma la sua, non è l'unica voce della città. E ciò che emerge da parte degli imprenditori è la richiesta di «una prevenzione maggiore». «C'è preoccupazione, dobbiamo tenere tutto chiuso ora - dichiara Nicolò Santoni del ristorante Orso Grigio in via degli Orti, già colpito da un furto - il timore è spesso per i danni strutturali. Ci vuole più sorveglianza». A pochi passi, stessa storia per il Tetley's pub. «Basterebbero delle pattuglie a piedi a presidiare dalle 2 alle 5 di notte - dice il titolare Andrea Puzzanghera - Anni fa non ho potuto lavorare di venerdì sera, ho dovuto chiudere, perché mi avevano spaccato la porta. La notte ormai non dormi più: rimani sempre con il telefono affianco. Questi episodi capitavano, ma non con questa frequenza. In due mesi ho ricevuto 4 chiamate. Tre volte han tentato il colpo: due volte ce l'hanno fatta, una è stato sventato dalla vicina». Il problema sta assumendo «dimensioni preoccupanti», ribadisce Walter Botto, rappresentante dell'associazione dei pubblici esercizi di Confcommercio e titolare del Bar Tridente e del Pasi: «Un sistema di allarme e una cassaforte una volta bastavano, ora no. È difficile lavorare in certe strutture, dove non esiste una saracinesca o una porta secondaria. Il problema che è stato sottovalutato. Per chi vuole delinquere, si possono compiere piccoli reati a rischio zero. Come associazione di categoria ci stiamo muovendo per capire cosa si potrà fare, anche con dei finanziamenti per strutturare le aziende in modo che possano resistere a questi attacchi esterni. Assicurazione? Ci può essere una copertura, ma a livello strutturale non sul furto. Dobbiamo cercare nel nostro piccolo di strutturarci. Ci vuole un rafforzamento dei controlli nella fascia notturna, quando avvengono i furti. Ora come associazioni possiamo cercare soltanto di contrastare, non di risolvere». Ad aggiungersi anche Federico Rigotti, gestore del ristorante Ca dei Gobj e vicepresidente Fiepet Confesercenti: «Abbiamo già detto tanto in questi giorni. Siamo sui tavoli comunali e provinciali e teniamo alta l'attenzione sul tema. Ci stiamo adoperando per aumentare i sistemi di sicurezza nei locali, dobbiamo fare sinergia e fare gruppo. Da un lato chiediamo fondi, dall'altro un presidio maggiore. Come Confesercenti dobbiamo istruire anche i nostri associati. Abbiamo anche proposto il nebbiogeno che potrebbe essere un deterrente. La situazione è impattante». In via Garibaldi si trova l'edicola di Paolo Comper. «Quando apro il negozio ho paura di trovarmi di fronte a un tentativo di sfondamento. Che vuol dire 5mila euro di danni. Abbiamo l'idea che gli autori di questi gesti rimangano impuniti. Ho l'allarme, per quello che può servire. Incentivi? Non voglio soldi, ma sicurezza». Non distante decide di parlare anche la commessa del negozio di abbigliamento, Mary'o, Rossana Kettmaier: «Ho due entrate, ma quando sono sola una la devo chiudere. Soltanto l'altro giorno è entrata una persona che era evidentemente alterata e girava qui dentro: l'ho dovuta allontanare, dopo che una cliente mi ha avvisato. Il titolare ci ha detto in questi casi di lasciar perdere e pensare alla nostra sicurezza. Io non ho paura, ma è una situazione destabilizzante». Per la categoria dei tabaccai, parla Gabriele Sannicolò dell'edicola in piazza Raffaello Sanzio e presidente della Federazione italiana tabaccai Trento: «Eravamo un'isola felice, ora non più. C'è stata un'impennata di casi negli ultimi mesi. Abbiamo tutti telecamere e sistemi di allarme, sappiamo di avere valori all'interno. Ma c'è chi prova sempre a rubare Gratta e vinci e sigarette. Con le forze dell'ordine abbiamo sempre collaborato. Dovrebbe esserci un dialogo tra tutti gli enti preposti, una sinergia con le istituzioni perché non si arrivi al furto».