Il rettore Deflorian sulle chat di Azione universitaria: «Contenuti sconcertanti»
Il numero uno dell'ateneo trentino chiede chiarimenti: «Abbiamo letto dagli organi di stampa la sintesi di queste chat che mi pare non siano state smentite, credo si riferiscano a delle conversazioni reali che contengono sicuramente contenuti in contrasto con i valori dell'Università. Siamo fiduciosi che l'associazione farà chiarezza, spieghi eventuali aspetti discutibili o riesca a correggere e isolare posizioni non accettabili»
IL CASO La chat interna svelata ai media: bufera su Azione Universitaria
TRENTO - «Ragazzi, vi ricordo che abbiamo gli occhi del rettore e di molti altri puntati addosso. Ovvio che siamo legati a Gioventù nazionale, ovvio che la pensiamo come loro, ovvio che sono nostri fratelli. Ma in questo momento testa bassa e non dobbiamo porgere il fianco».
Questa una delle chat di Azione universitaria fatta trapelare nelle scorse ore. Lui, il rettore, tirato in ballo direttamente, condivide la posizione dell'Università di Trento, di attesa: «Abbiamo letto dagli organi di stampa la sintesi di queste chat - spiega Flavio Deflorian (foto) - che mi pare non siano state smentite, credo si riferiscano a delle conversazioni reali che contengono sicuramente contenuti sconcertanti, in contrasto con i valori dell'Università, come con quanto codificato dal nostro codice etico, condiviso con la comunità studentesca - ha affermato il rettore - Sembra essere il risultato di uno scontro interno ad Azione Universitaria: siamo fiduciosi che l'associazione farà chiarezza, spieghi eventuali aspetti discutibili o riesca a correggere ed isolare posizioni non accettabili».
Suscita polemiche in particolare la frase scritta dal neoconsigliere comunale di Fdi Giacomo Mason in una chat di Azione Universitaria di Trento in riferimento a manifestanti pro Palestina: «Noi affondiamo le radici nella repubblica di Salò. Loro non possono affondare nel lago di Garda e basta?».
Secondo il suo partito, Fratelli d'Italia, si è trattato di una citazione di una frase pronunciata da una contestatrice pochi giorni prima durante un battibecco all'università.
Fdi dunque risponde alle polemiche, inviando un video del 15 novembre 2024, quando un gruppo di studenti e antagonisti impedì ad Azione Universitaria di fare un banchetto a Sociologia, in vista delle elezioni studentesche. Si sente una ragazza dire al megafono rivolgendosi al gruppo di Azione Universitaria "le vostre radici affondano nella Repubblica di Salò". Quella di Mason, nella chat due settimane dopo fu perciò una sorta di "citazione di quanto veniva loro provocatoriamente attribuito a cui era seguito un commento non a caso stizzito", precisa il partito.
Per tornare alla vicenda più generale delle chat diffuse, Deflorian parla di «Principi che devono essere rispettati, non soltanto a parole».
«Affermazioni sconcertanti, che respingiamo, sia per richiamo storico inopportuno, che per atteggiamenti critici verso le minoranze: vorremmo capire se rappresentano l'opinione di singoli o dell'associazione. C'è da capire se punti di vista espressi nella chat siano rappresentativi non solo dei singoli, ma anche dell'associazione. Va detto che, in alcuni casi sembrano essere coinvolte anche persone che non sono direttamente connesse all'Università stessa. Ci aspettiamo in questo senso chiarimenti, in base ai quali verranno decisi eventuali altri passi». E ribadisce: «Siamo un'università inclusiva, non discriminiamo nessuno».
Non sembrano sorpresi invece i rappresentanti degli studenti, come trapela dalle parole di Diego Cirillo, coordinatore di Udu, sindacato studentesco: «La notizia non ci coglie sorpresi, erano noti i rapporti con Gioventù Nazionale e Fratelli d'Italia: è chiaro a Trento, come in tutta Italia. La particolarità è nella presenza di figure rilevanti per l'Ateneo, come Francesco Barone, professore associato, o lo stesso Giacomo Mason, che fanno da ponte per il partito di Fratelli d'Italia e l'associazione universitaria».
C'è anche la richiesta all'Università di Trento: «Ci aspettiamo una presa di posizione forte, condanne per le dichiarazioni post fasciste, missine, xenofobe e omofobe divulgate negli screenshot.
Posizioni che non possono essere proprie di un'associazione universitaria accreditata all'Università di Trento, che partecipa a bandi per la gestione di fondi, mentre porta avanti ideologie simili», ha proseguito Cirillo, «C'è un'evidente contrarietà con le linee guida di accreditamento di Opera Universitaria».
Tanta amarezza anche per le chat che toccano direttamente la comunità studentesca: «Ci sono insulti xenofobi, razzisti, omofobi e misogini nei confronti della rappresentanza. Speriamo ci siano delle ripercussioni reali», ha concluso poi il coordinatore dell'Unione degli Studenti.
Da parte di UniTin è netta la condanna del contenuto delle chat: «Ci dispiace dover spiegare perché commentare con "birra... Lager?" in occasione delle celebrazioni del 25 aprile, sia un'inaccettabile forma di razzismo. Ci dispiace dover spiegare che frasi come "vomito" (riferito ad una bandiera arcobaleno) e "sono tutti fr**i e lesbiche" sia omofobo e violento. Ci dispiace dover spiegare perché sottolineare che "noi affondiamo le nostre radici nella repubblica di Salò" sia una manifesta e vergognosa forma di apologia del fascismo.
Ci dispiace dover spiegare che minacciare l'Ateneo, suggerendo che "del rettore si occuperà il Ministero dell'Università" e mostrando una concezione del potere politico come strumentale per i propri fini privati, sia scandaloso ed inquietante. Di fronte a tutto questo non possiamo accettare che un'associazione che mostra con orgoglio questi atteggiamenti possa essere accreditata presso il nostro Ateneo».