Università / Il progetto

Nuovo studentato a Piedicastello sul modello Sanbàpolis: pronto entro il 2026

Sarà una struttura più piccola di quella di viale Verona, previsti posti per 200 universitari, con servizi, campi sportivi, lavanderie, camere, spazi per la socialità. Imminente l'apertura del cantiere, la soddisfazione del rettore, Flavio Deflorian: «Sarà un contributo importante alla richiesta di alloggi e valorizza un’area che avrà sviluppi urbanistici»

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di Fabrizio Franchi

TRENTO. Uno studentato per 200 universitari. Un gioiellino moderno con servizi, campi sportivi, lavanderie, camere, spazi per la socialità. È quello che sorgerà a Piedicastello, entro il 2026. Un progetto che nei mesi scorsi è stato continuamente annunciato ma che ora finalmente è alle ultime battute formali.

La Giunta provinciale, di intesa con l'Università di Trento, ha finalmente messo a punto alcuni passaggi normativi che permetteranno l'avvio dei lavori agli inizi dell'anno venturo d'intesa con Ateneo, Opera universitaria e Patrimonio del Trentino, proprietaria dell'area

Il Magnifico Rettore, Flavio Deflorian, ha espresso soddisfazione e confida che con l'avvio dell'anno accademico 2026/2027 200 studenti potranno prendere possesso delle camere, superfunzionali e sostenibili, anche grazie a un forte utilizzo del legno per la costruzione dell'edificio nell'area ex Michelin.Il progetto originario risale a sette anni fa.

L'università di Trento aveva partecipato, nel 2016, al bando del Ministero dell'Università, per uno studentato, ottenendo l'accesso ai fondi. La Provincia aveva ritenuto "coerente con la propria programmazione" la proposta, anche perché due terzi degli studenti dell'Ateneo provengono da fuori provincia e ovviamente la pressione nei confronti dell'edilizia abitativa cittadina è forte e contribuisce a innalzare i costi degli affitti per tutti. Così si era definito il quadro con i costi. L'importo complessivo della spesa era di 24 milioni e mezzo di euro, di cui 11 a carico dello Stato.

Ma due anni fa il progetto esecutivo era stato presentato al Miur, il Ministero dell'Università, con i costi lievitati, anche a causa dell'inflazione - ma anche per l'impennata dei costi delle materie prima - arrivando a superare i 30 milioni di euro. Così, la ripartizione della partecipazione è ora di 13 milioni a carico dell'Università, già accantonati a bilancio, 7 milioni e mezzo di euro a carico della Provincia e 10 milioni impegnati dal Ministero.

La giunta provinciale ha così approntato, su proposta dell'assessore Achille Spinelli, uno schema di convenzione che prevede la procedura d'appalto attraverso l'Agenzia provinciale per gli appalti e poi la concessione in comodato d'uso gratuito, tramite l'università, all'Opera universitaria che gestirà la struttura per i prossimi 30 anni. Il suo staff dovrà stilare le graduatorie degli studenti meritevoli o con i requisiti necessari per potere prendere possesso delle camere.

Il modello della struttura è quello di Sanbapolis, che ha numeri di accoglienza decisamente maggiori. Ma sarà uno studentato modello che Ateneo e Opera non vedono l'ora di gestire e che permetterà anche una importante riqualificazione dell'intero quartiere cittadino.

Ci sarà bisogno di alcuni passaggi prima dell'avvio dei lavori, ma si prevede che partano entro pochi mesi. A firmare la convenzione per l'Opera sarà la presidente Laura Frigotto, ma sarà il suo ultimo atto, perché il mese prossimo scade e non è più rinnovabile.

Il Rettore, Flavio Deflorian, è soddisfatto: «Si voleva fare un documento aggiornato, complessivo, tra Patrimonio del Trentino, Provincia, Università e Opera universitaria. Cassa depositi e prestiti, che finanzia il progetto, esigeva un accordo ai fini dell'ultimo passaggio a settembre per l'erogazione. Per ottobre pensiamo che l’iter sarà completato».
 
I tempi quali sono per la struttura?
 
«I tempi precisi non ci sono, ma siamo veramente alla fine, anche con la documentazione richiesta, con un quadro di impegni reciproci. Ci sarà la necessità di dare gli incarichi di realizzazione. Si prevede una struttura con tecnologia in legno, quindi pensiamo che i tempi di realizzazione saranno ridotti e si spera di recuperare qualche mese in modo da partire con la consegna degli alloggi nell’anno accademico 2026-2027».
 
Sarà uno studentato più piccolo di Sanbapolis...
 
«Sì. 200 posti, ma sarà un contributo importante alla richiesta di alloggi e valorizza un’area che avrà sviluppi urbanistici». I costi sono lievitati. Basteranno i finanziamenti previsti? «Ci sono state lungaggini procedurali, con questa delibera della Provincia si fissano i costi. Forse non basteranno 31 milioni di euro, perché sono cresciuti tanto i costi, ma c'è l'impegno della Provincia a coprire l’eventuale differenza».
 
L’Opera universitaria sarà l'ente gestore. Lo farà come a Sanbapolis?
 
«Sì. Ci sarà l’assegnazione degli alloggi su una unica graduatoria, non cambierà l’assetto organizzativo. E anche nella vita interna il modello sarà quello di Sanbapolis, con servizi comuni, la parte sportiva, la socialità».
 
Rettore, è tutto risolto con il ministero per il buco finanziario che si era venuto a creare?
 
«Sì. C’è stata una trattativa sui 12 milioni riconosciuti. La Provincia l'ha già messo nell’assestamento appena approvato. Ora c’è un bilancio in equilibrio, con risorse continuative, incrociando con le dita di non ritrovarci di nuovo con l’alta inflazione di qualche anno fa. È quanto ci spettava, perché noi, pur con qualche peculiarità, siamo una università statale».
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