Giustizia / Il caso

Scoppia la lite per il cibo del cane, proprietario ferito con la spazzola

Il fascicolo è finito sul banco del giudice di pace, che però ha dichiarato la non competenza in materia. Gli atti sono stati trasmessi alla procura presso il tribunale di Trento in quanto non si tratta di lesioni personali semplici, ma di lesioni aggravate dall'uso di un'arma

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di Marica Vigano'

MATTARELLO. Liti di ogni genere arrivano quotidianamente in tribunale. Caso probabilmente unico è però il diverbio scoppiato per il cibo del cane, procedimento che vede imputata una donna per il reato di lesioni. Il battibecco era degenerato in un'aggressione a colpi di spazzola: vittima un uomo, che è stato medicato in ospedale per una ferita alla testa (una lesione al sopracciglio) e dimesso con prognosi di dieci giorni.

L'episodio è avvenuto a Mattarello nel settembre di due anni fa: contrapposti una donna e il proprietario del cane, che si sono messi a discutere sul tipo di cibo dato all'animale, finché lei non ha colpito l'uomo ripetutamente con il manico di metallo di una spazzola. Il fascicolo è finito sul banco del giudice di pace, che però ha dichiarato la non competenza in materia. Gli atti sono stati trasmessi alla procura presso il tribunale di Trento in quanto non si tratta di lesioni personali semplici, ma di lesioni aggravate dall'uso di un'arma.

Come ha puntualizzato la Cassazione, la circostanza aggravante dell'uso di uno strumento atto ad offendere ricorre nei casi in cui venga adoperato «qualsiasi oggetto, anche di uso comune e privo di apparente idoneità all'offesa». Dunque, anche se non si tratta di arma da sparo o con lama tipo pugnale, o di strumento di cui è vietato il porto, rientra nella definizione di "strumento atto ad offendere" anche la spazzola che l'imputata aveva in mano durante la lite e ha poi utilizzato per colpire l'uomo. La parola ora passa al tribunale.

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