Animali / Il caso

La moda delle grandi vetrate sta facendo strage di uccelli anche in Trentino

L’allarme lanciato dal Wwf regionale, con Karol Tabarelli de Fatis: il problema riguarda volatili di tipologie e tipologie più disparate dai regoli agli sparvieri ai galli cedroni. Gli uccelli non vedono i vetri e si chiantano: «Le sagome di rapaci disegnate non aiutano. Ma esistono pellicole apposite, contenenti marcature, che evidenziano le superfici

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di Giacomo Poletti

TRENTO. Mentre la primavera è arrivata con le prime rondini e degli uccelli migratori, nei nostri centri urbani si va consumando una "strage" silenziosa. Un fenomeno quasi sempre ignorato: stiamo parlando degli uccelli vittime degli urti contro vetrate e superfici trasparenti.

Un problema trascurabile? Non proprio, visto l'aumento esponenziale nell'uso del vetro nelle costruzioni e in molte soluzioni nell'ambito turistico, come i patio esterni o le recinzioni. Solo sulle rive del lago di Caldonazzo, ad esempio, negli ultimi anni si sono osservati casi su sparvieri e non solo. Karol Tabarelli de Fatis, delegato regionale per il Wwf Italia, ci aiuta a districarci.

Qual è la situazione attuale?

«Qualsiasi vetrata o finestra è una potenziale trappola. Per dare dei numeri, uno studio del 1991 stimava il numero di uccelli morti per "windows strike" (questo il nome del fenomeno, ndr) ogni anno nei soli Stati Uniti tra i 100 milioni ed un miliardo. Un lavoro del 2013 su Avian Conservation and Ecology stima la mortalità da impatto in Canada tra i 16 e 42 milioni di individui all'anno».

Quali sono le specie più a rischio?

«La problematica colpisce specie dalle dimensioni ed ecologia più disparate: ho visto morti per windows strike regoli, che pesano 5 grammi e sono i volatili europei più leggeri, ma anche galli cedroni i cui maschi toccano i 5 chili». C'è un periodo dell'anno con più casi? «Nella stagione migratoria, quando i nostri territori sono interessati da un flusso intenso di uccelli, potremmo avere un maggior numero di casi».

Ma veniamo ora alle soluzioni, con una «rivelazione»: le sagome nere di uccelli appiccicate sui vetri non servono a molto. Anzi, sarebbero persino dannose, ingannando gli animali sulla possibilità (irreale) di volare attraverso la superficie.

«Gli uccelli non vedono i vetri (capita anche agli umani...), inoltre le lastre talvolta si trovano vicino a piante e queste possono apparire riflesse traendo in mortale inganno i volatili. Le morti avvengono per frattura delle vertebre cervicali o per emorragie interne. Le soluzioni ottimali consistono nell'applicazione di pellicole contenenti delle marcature, anche gradevoli ed eleganti, che mettono in evidenza le superfici.

Consiglio ai tecnici un documento scaricabile online con gli accorgimenti per costruire edifici con il vetro nel rispetto degli uccelli. Spiace infatti confermare che le sagome di rapaci che adornano le vetrate non hanno efficacia».

E in caso di ritrovamento di un uccello ferito, che fare?

«L'animale non va né accarezzato né alimentato, né va messo vicino a fonti di calore; lo si colloca con cura in una scatola dove resti al buio, su carta assorbente con fori da fare non all'altezza dei suoi occhi. Va poi contattato il centro di recupero di animali selvatici al bosco della città per la consegna».

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