Agricoltura / La manifestazione

Coldiretti al Brennero: fermati in due giorni oltre cento tir carichi di cibo straniero

Circa diecimila i contadini presenti all'iniziativa contro i prodotti stranieri spacciati per italiani. Voci bipartisan anche dal mondo della politica a sostegno della protesta, che i vertici Coldiretti definiscono "la madre di tutte le battaglie"

AZIONE Coldiretti al Brennero contro i falsi prodotti made in Italy
NODO "Stop all'invasione di cibo straniero spacciato per italiano"

BOLZANO. Un centinaio i tir fermati e controllati, carichi di prodotti alimentari come i San Marzano provenienti dall'Olanda e diretti a Verona.

Ma c'è anche la ricotta fresca che arriva dal Nord Europa per essere commercializzata a Latina e il pane di Altamura dalla Repubblica Ceca destinato ad Altamura, la località della Puglia celebre per il suo pane Dop.

Persino arance dalla Gran Bretagna, forse provenienti dalle Canarie, spedite a Ferrara. E ci sono anche circa duecentomila quintali di latte austriaco e belga destinato praticamente a tutto il territorio nazionale, da Napoli alle Marche, dal Trevigiano a Collecchio (Parma).

Sono i numeri dei due giorni di presidio di Coldiretti al valico italo-austriaco.

"L'iniziativa messa in atto da Coldiretti al Brennero non può che trovare condivisione e sostegno da parte del mondo dell'autotrasporto che si riconosce nella Fai Conftrasporto", dice il presidente della Federazione degli Autotrasportatori Italiani, Paolo Uggè, in appoggio all'azione di protesta attuata per a seconda giornata consecutiva dalla Confederazione dei Coltivatori Diretti al Brennero in difesa dei prodotti made in Italy, e rilancia: "Appoggeremo la loro petizione".

"La battaglia sulla trasparenza dell'origine dei prodotti è un diritto dei cittadini europei che in modo assoluto deve essere assicurato così come il diritto alla libertà di circolazione di merci che invece il governo austriaco ostacola bloccando i nostri Tir", dice Uggè. L'Unione europea non può girare la testa dall'altra parte e il governo italiano deve fare proprie queste battaglie di civiltà a tutela della salute e della competitività - prosegue Uggè - Spacciare per italiani prodotti realizzati all'estero rischia di incidere, se non controllati, sulla salute pubblica e sulla capacità di scelta, così come imporre ostacoli alla libertà di circolazione delle merci italiane appare in forte contrasto con i principi fondamentali sui quali si è costituita l'Unione europea. In entrambi casi il risultato è un danno all'economia italiana".

"Chiederemo che il Governo disponga controlli sugli automezzi in ingresso in Italia per verificare che i parametri delle emissioni, della sicurezza degli veicoli e dei tempi di guida siano rispettati: sono principi di una battaglia per la concorrenza leale che porteremo all'attenzione delle forze politiche nella prossima campagna elettorale per le Europee", conclude il presidente Fai Conftrasporto.

Voci bipartisan dal mondo della politica a sostegno della protesta di Coldiretti al Brennero, dove il secondo giorno di presidio ha continuato a tracciare le importazioni delle materie prime agroalimentari dal valico altoatesino: dal palco viene lanciata quella che i vertici Coldiretti definiscono come "la madre di tutte le battaglie", ovvero eliminare il concetto di "ultima trasformazione" che consente di ultimare in Italia il processo di produzione di un alimento e rivendendolo, appunto, come tricolore.

Sulla battaglia degli agricoltori - in due giorni secondo gli organizzatori sono saliti in 10 mila al valico - arriva la condivisione del mondo politico: "In questi due giorni abbiamo visto passare tir carichi di merce che per legge non è illegale ma che elude sicuramente il nostro sistema e che consente di fare concorrenza sleale ai nostri agricoltori. È qui che dobbiamo intervenire. Il governo lo sta facendo istituendo una cabina di regia sui controlli, ma dobbiamo fare un passo oltre in Europa", dice Luca De Carlo (Fdi), presidente commissione agricoltura del Senato, che assicura impegno anche sull'azione circa il codice doganale.

Stefano Patuanelli (M5s), già ministro dell'Agricoltura nel governo Draghi, ribadisce: "Sull'agricoltura serve costruire un percorso comune, ne va il benessere del nostro paese. Come nella battaglia contro il nutriscore, dobbiamo allo stesso modo portare avanti la battaglia sulla modifica del codice doganale: dobbiamo difendere assieme il nostro paese senza divisioni politiche".

Infine il videomessaggio di Stefano Bonaccini (Pd), che evidenzia come "la difesa dei nostri prodotti varrà con regole che sono uguali per tutti, a partire anche da una lotta che da tempo cerchiamo insieme di condurre contro la contraffazione e il cosiddetto Italian sounding che toglie quote di mercato da prodotti made in Italy".

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