Orso / La tragedia

Un anno fa la morte di Andrea Papi, il ricordo della fidanzata: "Oggi è tutto buio, ma domani sarai luce e coraggio per tutti"

Il 26enne venne ucciso dall'orso in Trentino. Nel messaggio affidato ai social Alessia Gregori ripercorre i momenti di angoscia vissuti dalla famiglia e dagli amici di Andrea che, uscito per una corsa pomeridiana, non aveva più fatto rientro a casa

IL FATTO Andrea attaccato durante la discesa da malga Grum 
L'ORSA JJ4 sul Peller, dall'attacco del 2020 alla tragedia di Caldes 
FAILONI "Vicini alla famiglia di Andrea Papi"
IL DOLORE La famiglia del 26enne: «Non doveva succedere»
VIDEO Il papà di Andrea Papi: "Ho fiducia, voglio giustizia"

TRENTO. "Andrea ti voglio ricordare tutti i giorni della mia vita tranne oggi, avere un ricordo nel cuore di ogni giornata, tranne oggi. Oggi non c'è nessuna emozione positiva da trasmettere, oggi il ricordo è solo quello che ognuno di noi ha provato, chi quella notte, chi il giorno dopo, quando hanno saputo, dolore, urla, incredulità. Oggi ci si ricorda solo di cosa potresti aver provato tu in quel momento, dolore, paura, rabbia, non voglio saperlo".

Alessia Gregori ricorda così il suo fidanzato Andrea Papi, il 26enne ucciso lo scorso 5 aprile 2023 dall'orsa Jj4 nei boschi sopra l'abitato di Caldes, in Trentino. Nel messaggio affidato ai social la ragazza ripercorre i momenti di angoscia vissuti dalla famiglia e dagli amici di Andrea che, uscito per una corsa pomeridiana, non aveva più fatto rientro a casa.

Il luogo della tragica aggressione: il giovane Andrea Papi ucciso da un orso sopra Caldes

Gli investigatori hanno appurato che Andrea Papi, mercoledì 5 aprile, intorno alle 17 è arrivato di corsa a malga Grum, a 1.525 metri di altitudine. Il giovane runner è stato probabilmente scagliato dall'orso nella scarpata a margine della strada forestale. Poco più sotto è stato rinvenuto anche un bastone con la punta insanguinata, con cui il 26enne avrebbe provato a difendersi. Il corpo è stato trovato ancora più in basso, nel bosco, martoriato [foto di Daniele Panato]

"5 aprile - ricorda Gregori - chiamate senza risposta, ansia, 112, buio, pompieri, soccorso alpino, droni, cani molecolari, telefono che continua a suonare, su e giù per la strada 100 volte, scendere con la delusione ma anche il sollievo di non averti trovato, quella panchina al freddo, mille domande in testa, urla degli amici che ti cercavano che si sentivano in tutto il paese, 5 ore in cui la consapevolezza montava dentro tutti, sguardi di rassicurazione e di paura, sigarette spente a metà e riaccese subito, freddo, dentro e fuori, "hanno trovato qualcosa", silenzio, silenzio, silenzio, un carabiniere che si toglie il berretto e ci invita a sederci, lo hanno trovato. Finalmente l'attesa è finita, purtroppo la vita è finita. Il cuore si spezza, ma riposa".

"Pensarti con un sorriso oggi non è possibile - scrive ancora Gregori -, oggi è tutto buio, ma domani sarai luce e coraggio per tutti, per chi lascia tutto e va via, per chi prova a ricominciare, per chi ogni giorno racconta del "zio Andrea", per chi aspetta ancora il brindisi del suo compleanno, per chi prega, per chi combatte e per chi rinasce. Quindi Andre oggi ti saluto, ci pensiamo domani, e sempre".

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