Montagna / Val Gelada

Valanga travolge 3 francesi: intervenuti 30 operatori della Protezione civile

Uno dei componenti del gruppo è condizioni gravissimo, grave un secondo scialpinista. Il terzo è fuori pericolo a Rovereto. La slavina si è staccata nella zona tra malga Mondifrà e la bocchetta dei 3 Sassi, a 2.200 metri di quota. Su una scala del rischio valanghe compresa tra 1 e 5, il bollettino segnala nella zona occidentale del Trentino un grado di pericolo 3 (marcato)

I FATTI Slavina tra malga Mondifrà e la bocchetta dei 3 Sassi
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TRENTO. Sistema di Protezione civile in azione, a partire dal primo pomeriggio di oggi, 11 febbraio, per una valanga che si è staccata nella zona compresa tra malga Mondifrà e la bocchetta dei 3 Sassi, a 2.200 metri di quota in Val Gelada. Sono tre gli scialpinisti (di nazionalità francese) coinvolti nell’evento. Uno dei componenti del gruppo è condizioni gravissime, grave un secondo scialpinista. Il terzo è fuori pericolo a Rovereto

L’emergenza è scattata dopo le 13, in seguito alla chiamata di allarme alla Centrale unica di emergenza 112: immediatamente si sono levati in volo due elicotteri del soccorso del Trentino, oltre al velivolo del Nucleo dei Vigili del fuoco permanenti come supporto; coinvolti il Soccorso alpino del Trentino con le squadre cinofile, i Vigili del fuoco volontari, il Soccorso alpino della Guardia di finanza e l'Arma dei Carabinieri. Nelle operazioni - rese complesse anche dalla scarsa visibilità e concluse alle 16.30 - sono stati coinvolti oltre 30 soccorritori.

La raccomandazione è di consultare il bollettino valanghe Euregio - emesso dalla Protezione civile, Servizio prevenzione rischi e Cue - prima di programmare le uscite in quota.

Su una scala del rischio compresa tra 1 e 5, il bollettino segnala nella zona occidentale del Trentino un grado di pericolo 3 (marcato): neve fresca e vento hanno infatti favorito la formazione di accumuli di neve ventata instabili. Questi accumuli possono subire un distacco già in seguito al passaggio di un singolo appassionato di sport invernali. I punti pericolosi si trovano soprattutto sui pendii ripidi al di sopra dei 2.000 metri circa, come pure nelle zone in prossimità delle creste, nei canaloni e nelle conche.

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