Salute / Trento

Lavori di adeguamento antincendio all'ospedale Santa Chiara: parte dei pazienti spostati al San Camillo

I posti letto destinati alle cure intermedie saranno sospesi all’ospedale di via Giovanelli e alla Solatrix e saranno spostati per tre anni a San Vendemiano (Castel Ivano). L’assessore Tonina: «Lavori non più rimandabili Ma così saranno garantite le cure intermedie di cui i cittadini hanno bisogno e anche l’offerta ospedaliera»

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di Patrizia Todesco

TRENTO. Adempiere agli obblighi di legge in materia di antincendio (il piano provinciale prevede una spesa per le strutture sanitarie di 54 milioni, ndr) non è più rimandabile e per il S. Chiara, così come per l'ospedale di Rovereto, si prospettano tempi duri sul fronte organizzativo.

Prendere per mano piano per piano la struttura di largo Medaglie d'oro non sarà solo costoso dal punto di vista economico, ma provocherà grossi disagi anche per i pazienti e il personale. Per effettuare i lavori e procedere con il giusto ritmo, infatti, sarà necessario di volta in volta liberare mezzo piano di quello interessato ai lavori. Il solo pensiero fa impallidire tecnici e professionisti che all'interno dei reparti lavorano, ma al momento non sembrano esserci alternative.

Del nuovo ospedale, al momento, ci sono ottto aspiranti cordate che puntano a realizzarlo, e quello esistente bisogna metterlo a norma.

L'annuncio della rivoluzione che interesserà i due principali ospedali della Provincia è stato dato in un comunicato della Provincia. Comunicato nel quale viene spiegato che dal primo gennaio 2024 la Casa di Cura Solatrix di Rovereto e l'Ospedale San Camillo di Trento sospenderanno provvisoriamente il servizio di cure intermedie per rafforzare la propria offerta ospedaliera a supporto dei nosocomi cittadini, nei prossimi tre anni interessati da importanti lavori riqualificazione.

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ontestualmente, grazie ad una nuova convenzione con l'Apss, un nuovo nucleo di cure intermedie da 20 posti letto sarà attivato presso la struttura di San Vendemmiano, a Castel Ivano». A deciderlo - appunto - la Giunta provinciale. Dunque una doppia novità: da una parte la notizia che i 27 posti di cure intermedie che erano a disposizione al S. Camillo (11) e alla Solatrix (16) saranno "spostati" in Valsugana. Dall'altra la novità che, per effettuare i lavori al S. Chiara e al S. Maria del Carmine, sarà di volta in volta necessario "chiedere" posti letto all'ospedale convenzionato di via Giovanelli e quello di via Bellini a Rovereto.

«La conversione del setting assistenziale nasce quindi dall'esigenza di garantire un'adeguata offerta ospedaliera ai centri di Trento e Rovereto in vista dei lavori che nei prossimi tre anni interesseranno i rispettivi ospedali», si legge nella nota. «A fronte della sospensione del servizio di cure intermedie presso la Casa di Cura Solatrix e l'Ospedale San Camillo, l'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari attiverà a partire dal 1° gennaio un nuovo nucleo di cure intermedie da 20 posti letto a San Vendemiano tramite una apposita convezione con la Cooperativa Sociale Assistenza di Tione - ente gestore della struttura di Castel Ivano, già residenza sanitaria territoriale Covid e di supporto al servizio sanitario provinciale».

Attualmente il servizio cure intermedie in Trentino include il presidio sociosanitario di Mezzolombardo (12 posti letto che dovrebbero diventare 15), quello di Ala (20 posti letto), quello di Tione (17 posti letto).

Le azioni previste dal Pnrr prevedono la realizzazione di un Ospedale di comunità a Pergine Valsugana (nucleo di 17 posti letto) e un ospedale di comunità ad Ala (altri 17 posti) «Si tratta di una revisione provvisoria e necessaria della nostra rete di cure intermedie che ci consente da un lato di continuare a garantire un'adeguata offerta ospedaliera sui territori, dall'altra di estendere anche al distretto sanitario Est il servizio di cure intermedie, che rimane comunque ben distribuito su tutto il Trentino» le parole dell'assessore provinciale alla salute Mario Tonina.

«Per quanto riguarda i lavori al S. Chiara, si tratta di lavori che non sono più rimandabili. Si cercherà di farli utilizzando il minimo delle risorse, ma non possiamo avere un ospedale che non è in sicurezza. Cercheremo di pianificare i lavori per ridurre al minimo i disagi», assicura l'assessore.

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