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Adamello Brenta, terremoto al Parco: Ferrazza si dimette (dopo essere stato candidato per Fratelli d’Italia)

Un fulmine a ciel sereno, il presidente affida a una corposa lettera le motivazioni: «Le recenti elezioni provinciali hanno disegnato un nuovo scenario di riferimento, caratterizzato da elementi di continuità ma anche di discontinuità». Ma nega che la candidatura e la mancata elezione siano il motivo

di Giuliano Beltrami

STREMBO. l terremoto è stato forte ed improvviso. E pure imprevisto. D'altra parte, sulla prevedibilità o imprevedibilità dei terremoti c'è un'intera letteratura. Quello di ieri mattina ha l'epicentro fra Strembo e Bocenago, e di rumore ne ha fatto tanto. Le scosse di assestamento andranno avanti.Strembo e Bocenago: due paesini vicini; nel primo c'è la sede del Parco naturale Adamello Brenta, di cui è presidente (era fino a ieri, quando ha annunciato le dimissioni) Walter Ferrazza, sindaco del secondo.

Com'è nella natura delle cose, vista la calma piatta e l'assenza di polemiche a cielo aperto, viene subito da imbracciare il pic e il badìl per scavare alla ricerca delle ragioni di un gesto così impattante. Anche perché c'è un interrogativo intrigante: c'entrerà qualcosa la recente candidatura con Fratelli d'Italia alle provinciali?

L'interessato esclude e affida le motivazioni a 778 parole, quasi metà delle quali immerse nel liquido dolce dei ringraziamenti a tutti coloro che hanno lavorato e collaborato con il Parco. Lo mette nero su bianco in una lettera inviata ai membri del Comitato di gestione.Il succo si trova nella seconda parte. «Le recenti elezioni provinciali - commenta Ferrazza - hanno disegnato (e in realtà lo stanno ancora facendo) un nuovo scenario di riferimento, caratterizzato da elementi di continuità ma anche, come è normale, di discontinuità rispetto al passato. Tutto questo, in particolare in una terra come il Trentino caratterizzata da una Autonomia speciale fra le più ampie d'Europa, non può che preludere a nuovi scenari e a nuovi orientamenti anche per una realtà come la nostra. Posizioni che è giusto che si definiscano con la massima concordia e compattezza. A fronte di questa consapevolezza (...), ritengo doveroso fare ora un passo indietro rimettendo il mandato ad una nuova verifica. È infatti importante che vi sia qualcuno (in vista del prossimo Comitato di gestione) che possa di nuovo raccogliere una delega piena e forte con la quale vincere le sfide che abbiamo di fronte, continuando il lungo percorso, che in parte è tracciato, ma che in parte può essere utilmente ridisegnato, tenendo conto delle novità, che riguardano gli assetti della Giunta provinciale e degli organismi amministrativi e gestionali che da questa discendono, ma anche le visioni di fondo, le sensibilità e da ultimo le scelte concrete che il Trentino dovrà fare in futuro, in ordine alle materie che ci riguardano».

Andandosene, Ferrazza formula l'auspicio «che il cammino del Parco possa proseguire spedito e sicuro, nell'interesse di tutti coloro che ne hanno a cuore le sorti ed in generale di ogni cittadino, ma soprattutto di quella entità complessa, potente e fragile, che siamo preposti a difendere e a valorizzare: la Natura cui dobbiamo rendere conto; è nell'Ambiente naturale che dobbiamo vivere, giorno dopo giorno».

Si dice fiero di essersi dedicato con passione e continuità, «attraverso rinunce personali e senza risparmiarmi di aver contribuito a strutturare un Parco, non solo con personale stabile e determinato, ma anche più consapevole, inclusivo e sensibile verso i bisogni di tutti, certo di avere promosso una comunicazione più attiva ed accattivante, e orgoglioso del rapporto di collaborazione instaurato con gli Enti locali, auguro a tutti il migliore dei futuri«.

Ciò detto, che succederà? «Ho voluto mettere al centro del Comitato di gestione - replica Ferrazza - una verifica: cerchiamo una linea condivisa; se non vi va bene il Walter, mettiamoci Giorgio».

D'accordo, ma se dicono "va bene Walter"? «Intanto lo dicano, che è sempre una bella cosa. Poi vediamo», è la risposta secca. Rimane l'enigma in attesa delle scosse di assestamento. 

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