Mobilità / Il caso

Skibus in Trentino quasi tutti ai privati, Trentino Trasporti non ce la fa: «Ci mancano gli autisti»

Parte la stagiorne invernale, quest’anno il 90 per cento dei servizi turistici nelle valli è in mano a ditte esterne. Le critiche del sindacato Orsa: «Ci teniamo alla qualità del servizio, ma quest’inverno prevediamo problemi»

IL PROBLEMA Carenza di autisti, a Trento tagliate le corse nei sobborghi

di Andrea Orsolin

TRENTO. Secondo l'Iru (Unione Internazionale Trasporti Stradali) nel 2023 la carenza di autisti di autobus in Europa è cresciuta del 54%, tanto che oltre l'80% delle aziende che operano nel settore incontrerebbe gravi difficoltà a coprire le posizioni. Non fa eccezione Trentino Trasporti, costretta nell'inverno alle porte ad abbandonare quasi completamente il servizio di skibus nei territori turistico-sciistici.

L'emergenza non viene dal nulla, ma certamente la situazione è peggiorata rispetto agli ultimi anni. Già nella passata stagione invernale la società di trasporto pubblico della Provincia di Trento aveva delegato ad altri la gestione di circa la metà delle aree dove veniva svolto il servizio di trasporto destinato a sciatori e snowboarder.

Quest’ inverno la percentuale di affidi a privati, tramite bando, è salita al 90% del territorio interessato. Le zone in questione sono quelle di Andalo (urbano ed extraurbano), val Rendena e Madonna di Campiglio, val di Sole con Commezzadura e Mezzana-Marilena, Primiero, la gran parte della val di Fassa e val di Fiemme. Quanto a Trentino Trasporti, continuerà a garantire il servizio con i propri autobus sul Bondone, a Folgaria e in una parte di Fassa.

«Abbiamo fatto delle gare di affidamento ai privati e sono già andate tutte a buon fine, quindi anche questo inverno in tutte le aree sciistiche del Trentino verrà garantito il servizio skibus» dice Diego Salvatore, presidente di Trentino Trasporti, spiegando come la scelta della società sia stata obbligata dalla contingenza emergenziale. «Abbiamo dovuto prendere questa decisione a causa della mancanza di autisti che avrebbero potuto garantire il servizio, che rimarrà comunque in capo a noi. Quando avremo il personale dipendente in un numero adatto, torneremo a svolgere il servizio direttamente con i nostri autobus e i nostri dipendenti».

Critiche sulla nuova organizzazione giungono dal Primiero, una delle zone interessate dal cambiamento, dove a rappresentare sindacalmente gli autisti di Trentino Trasporti c'è Emanuele Novello, aderente all'OrSA (Organizzazione Sindacati Autonomi e di base). «Per noi il servizio skibus era un'occasione per fare nuove assunzioni e dare la possibilità agli autisti di fare esperienza, poi replicabile anche nel servizio extraurbano. Cedendo il servizio alle aziende private e ai suoi autisti abbiamo perso un'occasione, ma purtroppo la tendenza è quella di privatizzare il più possibile. In questo modo per noi sarà più difficile garantire il ricambio generazionale».

Secondo Novello, lo skibus sarebbe un servizio economicamente poco conveniente e dunque pochi privati saranno interessati ad effettuarlo, in futuro. Inoltre, districarsi nelle zone di montagna non è cosa per tutti. «La scorsa estate in valle di Primiero abbiamo avuto un'esperienza poco felice. Lo skibus è un servizio complicato, servono autisti preparati. È fondamentale per gli alberghi: lo chiedono sia i clienti che i lavoratori. Se non viene fatto nel modo giusto, diventerà un problema. Noi autisti ci teniamo che il servizio venga fatto bene, però per quest'inverno - conclude tranchant Emanuele Novello - prevedo casini».

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