Tribunale / Il caso

Giovane trentino truffato al Postamat: condannato a 18 mesi un 53enne veneziano

La vittima è un trentenne che aveva messo in vendita un portapacchi usato a 200 euro, ma alla fine invece di incassarli ne ha persi 750. «Il compratore mi ha messo fretta, facendomi andare a uno sportello automatico e mi ha guidato nell'operazione con la mia carta»

TRENTINO Suore di un convento vittime di una telefonata-truffa
ALLARMI Truffe in val di Non e nelle Giudicarie
ARCO Una truffa ogni due giorni ai danni degli anziani

di Marica Vigano'

TRENTO. Un annuncio su un sito di vendita on line, una carta bancaria ed una postazione Postamat per le operazioni di ricarica e di prelievo del denaro: questi gli elementi di una truffa andata a segno ai danni di un giovane che non ha neppure trent'anni e che in pochi minuti ha perso 750 euro. La beffa è che la vittima, credendo alle parole dell'interlocutore, pensava che le operazioni che stava effettuando allo sportello automatico fossero solamente una prova.

La realtà era, purtroppo, un'altra: finito nella trappola del truffatore, il giovane ha inconsapevolmente disposto un bonifico a favore dello sconosciuto. L'episodio risale a febbraio 2019 e a distanza di quattro anni e mezzo il processo si è concluso ieri con la sentenza: l'imputato, un 53enne veneziano, è stato condannato dalla giudice Marta Schiavo a un anno e sei mesi più 450 euro di multa come chiesto dalla pm.

Tutto è partito dall'annuncio pubblicato dal giovane su un noto sito di compravendite (la piattaforma è del tutto estranea all'accaduto): proponeva un portapacchi per auto al prezzo di 200 euro.

«In quel periodo stavo svuotando la cantina. Ho trovato il portapacchi della mia vecchia vettura e l'ho messo in vendita - ha raccontato ieri in aula la vittima, che non si è costituita parte civile - Mi ha contattato un uomo che sembrava realmente interessato all'annuncio. Mi ha messo fretta, dicendomi che un corriere di sua fiducia sarebbe passato dalle mie parti l'indomani e che voleva procedere subito con l'acquisto. Mi ha detto di recarmi presso un Postamat e che lì mi avrebbe detto come funzionava la transazione».

Il giovane ha seguito le indicazioni.

«Non avevo la Postepay, ma una carta che non funzionava. Allora ho provato una seconda volta con il bancomat - ha precisato - L'uomo al telefono, che sosteneva che avrei ricevuto il denaro sulla mia carta, mi ha guidato nell'operazione, mi ha dato il numero da inserire e poi mi ha detto di provare a digitare 750 per verificare se tutto funzionasse, assicurando che la cifra era casuale».

Ma con quell'ultimo clic l'importo è passato dal conto corrente del trentenne alla carta prepagata del truffatore.

Sollecitato dalle domande della pm e dell'avvocato Stefano Giampietro, legale dell'imputato, il giovane ha spiegato: «Ricordo che l'uomo al telefono mi ha messo fretta, mi incalzava dicendo che più tempo ci mettevo io a fare le operazioni e più lui pagava per le commissioni. Gli ho chiesto come mai la ricarica dovessi farla io e mi ha risposto che i soldi che vedevo sul display erano i suoi e non i miei. È riuscito a convincermi».

E ha aggiunto: «Mi sono fidato, perché quella persona mi sembrava davvero interessata al prodotto».

Questa tecnica di truffa è una delle più frequenti. L'imputato, del resto, ha precedenti specifici come ha detto in aula il luogotenente dei carabinieri che si è occupato delle indagini. La carta Postepay su cui sono transitati i soldi era stata attivata il 18 febbraio 2019 a nome di Giuliano Neretti, ossia l'imputato, presso l'ufficio postale di San Donà di Piave.

Il giorno seguente, il 19 febbraio, è avvenuto il raggiro: a distanza di poche ore il veneziano ha agganciato al telefono il giovane trentino che aveva pubblicato l'annuncio, gli ha fornito le istruzioni per il trasferimento del denaro e poi ha svuotato la propria carta prepagata, intascando i 750 euro. Il numero di cellulare con cui era stata contattata la vittima risulta intestato a un certo Alexandru, probabile prestanome, a cui non è stato contestato nulla.

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