Trento / Il caso

Urta l'auto che lo precede e poi picchia il conducente: per l'aggressore 1.200 euro di multa

Era il marzo 2021: quel banale tamponamento senza feriti, avvenuto in città, è rimbalzato in tribunale per lesioni: imputato è il responsabile dello scontro, che dopo il l'incidente ha colpito ripetutamente in pieno volto il conducente. Tutto  sotto gli occhi di una persona, subito intervenuta

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TRENTO. Accade che al volante certe persone diano il peggio di sé: scaricando la tensione sulle marce e sui pedali, accentuano la parte aggressiva del carattere. Questo è il motivo per cui per un banale incidente (altro non era che un lieve tamponamento senza feriti) si è aperto un procedimento per lesioni. Imputato è il responsabile dello scontro, l'uomo che ha urtato l'auto che lo precedeva e ha colpito ripetutamente in pieno volto il conducente. Tutto ciò è avvenuto sotto gli occhi di una persona, subito intervenuta.

L'incidente era accaduto nel marzo 2021 in città. A causare il tamponamento, secondo l'imputato, sarebbe stato il modo di guidare dell'automobilista che avrebbe mancato di dargli la precedenza.

Le due vetture dopo l'urto si erano fermate a bordo strada. A quel punto l'imputato era sceso dalla propria auto, aveva raggiunto la macchina da lui tamponata e, dopo aver aperto lo sportello, aveva sferrato al conducente diversi pugni al volto. La vittima si era rivolta al pronto soccorso, dove era stata medicata e poi dimessa con dieci giorni di prognosi, quindi aveva presentato denuncia per lesioni. Il pubblico ministero ha chiesto la condanna dell'imputato a 600 euro di multa, importo aumentato a 800 euro per l'aggravante dei futili motivi, ma il giudice ha aumentato ancora la pena: 1.200 euro oltre al pagamento delle spese processuali.

Vano è stato ogni tentativo di conciliazione nel corso del procedimento. Sono stati sentiti due testimoni, fra cui la persona offesa; si è sottoposto ad esame anche l'imputato. L'automobilista picchiato ha confermato in aula di essere stato tamponato dalla vettura di un uomo che dopo l'impatto era subito sceso dal suo mezzo. «Ha iniziato a cazzotti» ha detto la vittima, spiegando che si trovava ancora nell'abitacolo «incastrata con i piedi sotto», dunque impossibilitata a difendersi.

L'imputato avrebbe iniziato a colpire l'automobilista senza dire nulla, senza giustificare in alcun modo la sua azione violenta. Solamente grazie all'intervento di una terza persona l'aggressore si è fermato. Il testimone ha riferito di aver visto «il signore che scende, apre la macchina con veemenza e comincia a tirargli dei pugni», insistendo sul fatto che erano colpi ripetuti e non uno solo.

La stessa persona intervenuta a fermare l'azione ha poi chiamato i soccorsi. Per il giudice, che nei giorni scorsi ha depositato la sentenza, «del tutto inverosimile, alla luce delle precise testimonianze assunte, risulta la versione difensiva dell'imputato che avrebbe reagito ad una aggressione della persona offesa che gli avrebbe tirato un calcio o un pugno nello stomaco».

La ricostruzione dei fatti avvenuta in aula corrisponde all'imputazione, ossia all'accusa di lesioni con l'aggravante dei futili motivi: 1.200 euro di multa è la pena ritenuta equa dal giudice. Ma. Vi.

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