Fauna / Il tema

«Troppi orsi e altri animali investiti in Trentino: bisogna costruire i passaggi protetti»

Dopo lo scontro di ieri in val di Non, l'Oipa rilancia l'appello (finora rimasto inascoltato) alla Provincia affinché vari un piano per i corridoi faunistici: oltre a prevenire incidenti stradali, favorirebbero la migrazione di una parte dei plantigradi ora concentrati nel Trentino occidentale

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TRENTO. Il mondo ecologista lancia un nuovo appello per la realizzazione di corridoi faunistici per animali selvatici in Trentino: finora tutte le richieste in tal senso rivolte alla Provincia sono cadute nel vuoto eppure, si sottolinea, si tratta di infrastrutture che oltre a favorire la dispersione dei plantigradi oggi concentrati in una sola area, previene i rischi di investimento sulle strade. E se gli orsi vanno in letargo, per quanto riguarda gli ungulati, la stagione autunnale e invernale è invece particolarmente esposta a questo pericolo.

La questione, già sollevata da anni in riferimento agli incidenti con cervi e caprioli e alla questione orsi, viene ora rilanciata alla luce del nuovo investimento di un plantigrado, M90, avvenuto ieri in val di Non. Ma anche diversi lupi sono stati investiti negli ultimi mesi in Trentino.

«Quello di sabato scorso - scrive l'Oipa,Organizzazione internazionale protezione animali - di cui è stato vittima a Mezzana (Trento) l’orso M90 è solo l’ultimo di una lunga serie d’investimenti di orsi in Trentino. I dati ufficiali dei Rapporti Grandi carnivori, redatti dal Servizio Faunistico della Provincia Autonoma di Trento dal 2007 al 2022, attestano 52 investimenti. Dei plantigradi non uccisi nell’impatto spesso non si sa nulla: in molti casi i Rapporti si limitano a dichiarare '’orso si è allontanato'. Questa è una delle conseguenze dei deficit di gestione del Progetto Ursus», sottolinea l'associazione.

Da qui il riferimento alla questione dei corridoi faunistici favoriti da sovrappassi e sottopassi, come quelli realizzati all'estero e in altre regioni italiane, per consentire alla fauna selvatica di attraversare in sicurezza i territori.

«Di certo - scrive Oipa - l’allestimento di ecodotti, passaggi riservati alla fauna selvatica che permettono di evitare molti incidenti stradali, avrebbe ridotto i danni agli automobilisti e soprattutto avrebbe salvato molte vite animali. Spesso non si sa più nulla dei plantigradi che, dopo l’impatto, si allontanano rientrando nei boschi con probabili ferite, fratture, emorragie.

Nel caso di M90, la Provincia autonoma di Trento si limita a dichiarare in una scarta nota che 'gli accertamenti compiuti dal Corpo forestale trentino hanno consentito di appurare l’allontanamento dell'animale nei boschi. Resta attivo il monitoraggio dell’orso'.

Si legge nel Rapporto Grandi carnivori 2022 (pag. 43): “Gli investimenti di orsi costituiscono situazioni potenzialmente emergenziali, in quanto plantigradi eventualmente feriti che stazionano nei pressi delle strade possono creare condizioni di pericolo. Per tale motivo, le segnalazioni di investimento necessitano di immediate verifiche della squadra di emergenza e dell’unità cinofila».

In questo contesto, l’Oipa chiede all’amministrazione guidata da Maurizio Fugatti di sapere l’esito del monitoraggio annunciato, dato che M90 è dotato di radiocollare, grazie al quale è stato identificato.

«Torniamo a evidenziare - commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto - quanto sia incoerente, da parte del presidente Fugatti, affermare di volere una migliore convivenza con i grandi carnivori diminuendo la presenza gli esemplari e, dall’altro, dice no ai corridoi faunistici, aree di connessione ecologica che permettono agli animali di spostarsi tra diverse zone, evitando l’isolamento delle popolazioni e, nelle aree in cui l’urbanizzazione e le infrastrutture possono interrompere le rotte naturali di spostamento degli animali, diminuirebbero gli incidenti come quello di cui è stato vittima sabato, da ultimo, M90».

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