Mediterraneo / Il caso

Tribunale: illegittimo chiedere ai migranti cinquemila euro di cauzione per evitare la reclusione

Rimesso in libertà un cittadino tunisino, bocciato l'ultimo decreto del governo Meloni: le nuove norme sulla detenzione per i richiedenti asilo per i giudici di Catania sono contrarie alle norme Ue e alla Costituzione italiana, non si può trattenere chi chiede protezione senza effettuare una valutazione su base individuale e chiedendo una garanzia economica come alternativa alla detenzione

ROMA. Il tribunale di Catania ha accolto il ricorso di un migrante, sbarcato a metà settembre a Lampedusa e poi portato nel nuovo centro di Pozzallo, giudicando il recente decreto del governo "illegittimo in più parti". La notizia è anticipata dal sito di Repubblica.

In particolare, sottolineano fonti legali, i giudici contestano la nuova proceadura di trattenimento e la cauzione di 5000 euro da pagare per non andare nel centro di detenzione temporanea.

Il Tribunale "non ha convalidato il trattenimento di un cittadino tunisino, ritenendolo illegittimo alla luce del diritto comunitario e della Costituzione italiana.

Si tratta di una delle prime applicazioni delle norme introdotte in Italia nei giorni scorsi, di cui viene confermata la mancata coerenza ai principi statuiti dalla nostra Costituzione e dalla Direttiva UE 2013", afferma l'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione. In sostanza, spiega l'Associazione di legali, "le nuove norme sulla detenzione per i richiedenti asilo per il Tribunale di Catania sono contrarie alle norme Ue e alla Costituzione italiana: trattenere chi chiede protezione senza effettuare una valutazione su base individuale e chiedendo una garanzia economica come alternativa alla detenzione è illegittimo".

La decisione è del 29 settembre quando presso la Sezione Specializzata del Tribunale di Catania si sono tenute le prime udienze di convalida di richiedenti asilo trattenuti nel nuovo "Centro per il Trattenimento dei Richiedenti Asilo" di Pozzallo.

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