Sanità / Il caso

Poche divise per Oss e infermieri, perquisizioni a sorpresa negli spogliatoi del Santa Chiara con la polizia

«Mi contattano professionisti mortificati: finiscono un turno, magari estenuante, e si ritrovano le forze dell'ordine a controllarli? E nessuno ha avvertito né noi sindacati né l'ispettorato del lavoro», denuncia Paolo Panebianco della Fenalt. Apss: “Controlli effettuati a campione e in ragione della carenza di divise recentemente riscontrata al Santa Chiara. Nei giorni antecedenti sono stati affissi negli spogliatoi cartelli che informavano i dipendenti dei controlli previsti”

TRENTO. «Apra il suo armadietto: dobbiamo controllare che non ci siano divise all'interno». Suona più o meno così la richiesta che responsabili della sicurezza dell'Azienda sanitaria e poliziotti fanno a infermieri e oss dell'ospedale Santa Chiara. Le perquisizioni a sorpresa negli spogliatoi sono iniziate da qualche giorno e il personale ovviamente non è contento. «Mi contattano professionisti mortificati: finiscono un turno, magari estenuante, e si ritrovano le forze dell'ordine a controllarli? E nessuno ha avvertito né noi sindacati né l'ispettorato del lavoro», denuncia Paolo Panebianco della Fenalt.

Il punto è la carenza: questa volta non di professionisti, ma di divise per il personale. Perché quelle azzurre per gli infermieri e quelle verdi per gli oss sono poche e spesso mancano. Con i lavoratori, spiega Panebianco, che non trovano la loro taglia e a volte sono costretti a vestirsi come se ci fosse l'acqua alta, ovvero con i pantaloni al polpaccio, oppure chi ha la S trova solo XXL (e sembra un "rapper") o chi ha la XXL trova solo una S (e sembra il Gabibbo). «Per questi motivi negli anni si è creata la situazione di "accumulatori seriali".

Che è senza dubbio una mala praxis, ma non è una appropriazione indebita che richiede l'intervento delle forze dell'ordine. La prima questione è di gravità e opportunità: che la polizia si presenti negli spogliatoi è accaduto solo per delle indagini, una situazione più unica che rara. Poi se qualcuno si mette da parte una divisa della sua taglia - sottolineando che non va fatto - lo fa solamente per essere sicuro di poter andare a svolgere il proprio lavoro in serenità. Lo fa per avere materiale pulito per poter fare il proprio mestiere». Nei giorni scorsi sul muro all'interno degli spogliatoi del Santa Chiara è comparso un cartello, firmato dalla direzione dell'Azienda Sanitaria: «Il numero di divise è calcolato in base ai dipendenti per garantire un cambio ogni turno: accumularle negli armadietti comporta la riduzione di quelle disponibili. Al fine di una corretta gestione ci saranno controlli a campione negli armadietti e/o controlli mirati negli spogliatoi».

Prosegue il sindacalista: «L'Azienda non ha avvertito nessuno. Avremmo potuto fare da filtro con i dipendenti, invece è stato messo un cartello e sono arrivati i controlli con la polizia. Ma questi controlli hanno carattere penale? Direi di no, perché non si parla di furti. E se viene trovata una divisa in un armadietto cosa accade al dipendente?».

Un altro aspetto importante riguarda l'ambiente di lavoro, il clima in corsia del quale si parla ormai da qualche anno. «Capisco il dover cercare una soluzione, ma questi controlli sono l'idea più sbagliata. Dopo un'estate di inferno, con riposi e ferie tolte e con i 400 part time in più che si sono fatti sentire, con gli organici ancora ridotti perché le assunzioni sono ferme, altrimenti saltano le case di riposo, arriva anche questa idea delle perquisizioni. L'effetto sul personale è devastante».

Il problema delle divise all'ospedale non nasce certo oggi: ci sono gli appalti che cambiano, le discussioni su materiali, colori, taglie, lavaggi, nominali o forfettarie (attualmente sono metà e metà). «Ma il dato di fatto è che c'è carenza. E chi decide è sempre chi in ospedale non ci hai mai lavorato o non ci lavora da anni».

Soluzioni? Comprare nuove divise appare la più scontata. Ma esisterebbero anche strumenti che consegnano una divisa pulita in cambio di una sporca. Per ora, però, si è preferito fare le perquisizioni con la polizia.

Questo il commento dell’Azienda sanitaria: “Apss assicura che le modalità attuate sono state indirizzate unicamente alla massima tutela dei lavoratori e a salvaguardia dei beni dell’azienda. I controlli negli armadietti, e non perquisizioni, sono stati effettuati a campione e in ragione della carenza di divise recentemente riscontrata al Santa Chiara. Nei giorni antecedenti sono stati affissi negli spogliatoi cartelli che informavano i dipendenti dei controlli previsti”.

comments powered by Disqus